Coronavirus: Hc Srl, 46% aziende 1* volta ricorso a smartworking
30 Aprile 2020 - 7:16PM
MF Dow Jones (Italiano)
HC S.r.l., società di formazione, coaching e outplacement
controllata da Openjobmetis, unica Agenzia per il Lavoro quotata in
Borsa Italiana, ha condotto un'indagine coinvolgendo oltre duecento
aziende (Direzione personale, formazione e sviluppo), con
l'obiettivo di indagare gli effetti del Covid 19 nella gestione
delle risorse umane.
La survey, si legge in una nota, ha cercato in primis di far
emergere la differenza tra il ricorso allo smart working nei
periodi pre e post lockdown. Mentre il 46% delle aziende coinvolte
nell'indagine dichiara di non averne fatto uso prima della
diffusione del coronavirus, ora solamente l'1% prosegue sulla
stessa linea. In più, si nota come in precedenza solamente il 7%
delle imprese cercasse di estendere a tutti la possibilità di
optare per il lavoro a distanza, contro il 45% attuale. Si tratta
di dati che dimostrano la pervasività di una pratica, forzata dalla
contingenza, divenuta ormai quasi imprescindibile. Ancor più
interessante è notare come la propagazione del fenomeno non subisca
variazioni significative tra società di piccole, medie o grandi
dimensioni. La diffusione pare quindi essere del tutto
trasversale.
Un altro quesito fondamentale è quello che riguarda il futuro
dello smart working al termine del periodo di lockdown. A questa
domanda, il 66% degli intervistati risponde con una chiara
intenzione di non tornare sui propri passi, ma di impegnarsi a
estendere la pratica in maniera significativa.
Oltre che sulla sanità pubblica e sull'economia del Paese, il
Covid 19 lascerà in eredità strascichi e lezioni altrettanto
importanti sul clima aziendale. In particolare:
"Aumento delle capacità digitali (58%)
"Integrazione e collaborazione (40%)
"Preoccupazione per il proprio futuro lavorativo (33.6%)
"Spinta a impegnarsi di più e meglio (11%)
"Timore per la propria salute (11%)
"Isolamento nello smart working (5%)
Altre conseguenze, secondo i partecipanti all'indagine, si
potrebbero manifestare nel rapporto capo-collaboratori:
"Necessità di una long-distance leadership (56.1%)
"Bisogno di alimentare la fiducia (46.3%)
"Saper gestire stress ed emergenze (32.2%)
"Il rapporto rimarrà sostanzialmente immutato (8%)
"Necessità di saper governare le proprie emozioni (8%)
"Capacità di gestione dei conflitti (2%)
La crescita dell'integrazione e della collaborazione è quindi
vista come un'opportunità nata paradossalmente dal distanziamento
sociale, che sembrerebbe essere stato utile proprio ad accrescere
il valore del legame interpersonale. Parallelamente, la
segregazione stessa ha portato a un ripensamento del concetto di
Leadership, che deve ora includere più che mai nozioni fondamentali
come la creazione di un clima di vicinanza psicologica e fiducia
comune.
Dal punto di vista del futuro delle HR, la questione più urgente
riguarda i contenuti ai quali le aziende dedicheranno
prioritariamente attenzione nello sviluppo delle persone. Il 40.39%
delle risposte si concentra sull'accrescimento della digital
agility, mentre il 30.05% sul favorire il benessere psicologico dei
lavoratori. La visione orientata al digitale e alla cura del
capitale umano si rivela ancora una volta il Leitmotiv dominante
tra le risposte.
L'ultimo tema, ma non meno importante, è quello della cassa
integrazione, che risulta essere l'argomento maggiormente divisivo.
Il 51% dichiara di non prevedervi il ricorso, il 49% sostiene
invece di averlo ha fatto o di averne intenzione.
com/mcn
fine
MF-DJ NEWS
3018:58 apr 2020
(END) Dow Jones Newswires
April 30, 2020 13:01 ET (17:01 GMT)
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