Dare vita a una piattaforma che possa valorizzare le eccellenze italiane della cultura e del lifestyle, producendo contenuti, servizi, prodotti, eventi per tutti coloro che vogliono conoscere e riconoscere la 'bellezza italiana' nelle sue forme più autentiche. E' questo l'obiettivo di Cose Belle d'Italia, gruppo quotato su Mta e nato ufficialmente lo scorso 27 marzo giorno in cui è diventato efficace il cambiamento di ragione sociale. Cose Belle d'Italia, infatti, nasce da un riassetto del gruppo Mediacontech e opera, attraverso crescita organica e acquisizioni mirate, nel mondo dell'arte, della cultura e del lifestyle tramite brand storici (uno su tutti la casa editrice Utet).

Il gruppo, in particolare, vanta una sede a Milano e sei uffici per un totale di 300 persone, 6 aziende e 30 brand. Con il suo piano industriale, approvato recentemente, Cose Belle d'Italia punta, nel 2022, a generare ricavi per circa 35 milioni, sia attraverso una crescita organica delle realtà attualmente controllate, sia attraverso delle acquisizioni da realizzare nel breve e medio termine.

Il portafoglio dell'azienda, solo per citare alcuni nomi, annovera brand storici dell'editoria d'arte, come appunto Utet Grandi Opere e Fmr, mentre con il magazine Amadeus viene promossa la musicale tradizionale. Il gruppo è presente anche nel segmento della legatoria artigianale con Arte del Libro e della riproduzione di opere d'arte in dimensioni reali, ad altissima definizione con Arte 1:1. Inoltre attraverso Magister, M10.10, Arte Grand Tour e Symposium, l'azienda cerca di innovare la fruizione dell'arte attraverso iniziative a forte contenuto esperienziale. Con BelVivere Media invece la società coordina un polo di 18 testate verticali sulle tematiche food, sport, moda, passioni, tendenze.

'La mission - spiega Stefano Corti, Ceo del gruppo, intervistato da Mf-Dowjones - è quella di creare una piattaforma del bel vivere italiano e dell'arte e della cultura. Di fatto il primo step c'è. Siamo partiti. Le nostre aziende sono l'eccellenza nei loro settori. Abbiamo creato una filiera della cultura. La UTET ad esempio è la più antica casa editrice italiana, nata a Torino, con 220 anni di storia e una produzione riconosciuta. All'interno del gruppo poi c'è un'azienda che si occupa di rilegature di pregio, un laboratorio artigianale che lavora con i tutti i principali operatori dell'editoria di pregio in Italia. Si chiama Arte del Libro con sede a Todi e 35 persone; parliamo di artigiani del materiale applicato alla carta. Poi abbiamo pure una rivista che opera nel segmento degli chef stellati. A questo si aggiunge, sempre in questa filiera, il settore delle mostre immersive tramite Cose Belle d'Italia Media Entertainment'.

Il piano strategico per il periodo 2019-2022 prevede alcune linee guida di sviluppo: rilancio dei prodotti a marchio Utet e Fmr; valorizzazione di tutto il portafoglio delle riviste e sviluppo dei format esistenti; produzione di format e contenuti artistici multimediali di intrattenimento per licenze nazionali ed internazionali; introduzione di tecnologie innovative anche tramite la digitalizzazione dei prodotti, la creazione di un'unica piattaforma integrata e di un canale e-commerce per la vendita dei prodotti; e ampliamento dei mercati di interesse. Previsto anche lo sviluppo di nuovi business per tipologia e per aree geografiche; l'ampliamento dell'offerta dei prodotti facendo leva sulle nuove opportunità di mercato; e lo sviluppo di segmenti/nicchie di prodotti selezionati.

'Poi - prosegue ancora Corti - c'è tutto un mondo dei periodici e di Bel Vivere Media che a novembre dello scorso anno ha integrato Milano Fashion Library. Parliamo di 18 testate molto verticali tra cui Amadeus, Riders, Fashion Illustrated, ossia una serie di riviste che presidiano delle community verticali che tra loro hanno spesso delle affinità e gli stessi fruitori. Ci sono tante sinergie di contenuti e riteniamo sia indispensabile aprirsi al digitale, cioè creare delle community digitali per interagire, anche tramite eventi'.

Per quanto riguarda il settore delle mostre, afferma l'a.d. di Cose Belle d'Italia, 'abbiamo trovato un posizionamento molto distintivo perché ogni nostra mostra/evento ha un suo comitato scientifico di assoluto livello che ci 'mette la faccia'. Abbiamo deciso di posizionarci su livelli molto alti con anche degli impegni dal punto di vista delle modalità con cui esprimiamo un progetto legato ad un artista, che ovviamente ha maggiori vincoli se c'è un curatore. Questo ci sta dando ragione perché ci permette l'accesso anche ai contesti espositivi tipici delle mostre tradizionali, che altrimenti sarebbero esclusi, come i musei. Le altre mostre e le varie 'experience' difficilmente si trovano in un museo perché manca il fit'.

'Ad esempio', prosegue il manager, 'adesso al Mann di Napoli è in corso la più grande mostra su Canova, che ha oltre 100 opere da tutto il mondo e siamo stati coinvolti per due punti di accesso digitali nei quali abbiamo messo in piccolo la nostra mostra su Canova fatta l'anno precedente, ma in maniera integrata. Aiutiamo quindi la fruizione della mostra fisica e questo è il Dna dell'iniziativa'.

Nel 2018 infatti il gruppo ha progettato e sviluppato il format 'Magister Canova' e allestito l'omonima mostra, rimasta aperta dal 16 giugno al 22 novembre dello scorso anno presso la Scuola Grande della Misericordia di Venezia. Nel 2017 invece Cose Belle d'Italia Media Enterteinment ha sviluppato e prodotto un format di mostra multimediale e interattiva dedicata a 'Magister Giotto' in occasione del 750esimo anniversario della nascita.

'Un altro settore che stiamo guardando è quello degli archivi digitali', aggiunge ancora l'a.d., mentre sull'estero 'il mondo del Far East è interessante. E' un mercato su cui ci stiamo muovendo su più fronti. Anche gli Stati Uniti sono molto interessanti e i mercati maturi dell'Europa Continentale potrebbero diventarlo. Poi c'è una componente di italiani sparsi per il mondo, amanti della cultura del nostro Paese, che è molto rilevante. Anche questo è un mercato potenzialmente captive. Operiamo pure nel segmento del turismo esperienziale. L'ultima attività invece è quella di business management, ossia coordinamento e controllo. Portare managerialità e organizzare le sinergie e far lavorare assieme le aziende. Banalmente c'è anche un filone di attività che va sull'estero per quanto riguarda le mostre digitali che ricordiamo hanno una replicabilità infinita. Siamo anche proprietari del marchio FMR, che è parte del progetto. Anche questo è un filone di business che vorremmo far ripartire abbastanza a breve', afferma Corti.

Per far fronte a tutte queste attività e crescere ulteriormente Cose Belle d'Italia valute anche possibili M&A o accordi con altri operatori. 'Ovvio che questa struttura, potenzialmente molto integrata, si apre a recepire altre opportunità, che siano di acquisizioni o partnership strategiche. C'è ad esempio - illustra il Ceo - tutto il segmento di fruizione digitale dell'arte e della digitalizzazione sempre con una certa attenzione alla qualità. Questo è uno dei mondi sui quali stiamo già lavorando e che in un futuro non troppo distante potrebbe essere oggetto di integrazione. Stiamo già guardando qualcosa. Abbiamo anche la fortuna di essere sul mercato dei capitali e questo ci aiuta'.

Cose Belle d'Italia parte 'da una dote di liquidità importante, ma - conclude il numero uno del gruppo - per diversificare e aumentare le persone o gli investimenti necessariamente bisogna avere delle disponibilità. Già ci stiamo muovendo con delle ipotesi di raccolta di capitali su cui stiamo lavorando. A livello numerico invece abbiamo un stock di partenza di fatturato che va tra i 10 e i 15 mln euro. Quest'anno però è un po' strano. Le aziende acquisite infatti fatturano da aprile e la holding i primi tre mesi di attività faceva un altro lavoro. Abbiamo a livello di ricavi un target al 2022 intorno ai 35 mln euro, con Ebitda interessante di circa 6 mln euro, ossia il 20% che è figlio di una crescita organica dei business attuali e di uno sviluppo più importante di quelli che sono partiti ultimamente, come ad esempio le mostre. Le strutture possono gestire infatti volumi di attività molto più importanti poi ci sono degli acceleratori: il mondo digitale ad esempio cresce molto più in fretta del tradizionale. Siamo positivi e ora inizieremo a muoverci in termini di altre opportunità. Le acquisizioni potenziali infatti potrebbero portare a una dimensione maggiore'.

fus

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June 10, 2019 11:58 ET (15:58 GMT)

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