Covid: leader Ue divisi su possibile uso certificato vaccinale
26 Febbraio 2021 - 09:51AM
MF Dow Jones (Italiano)
I leader dell'Unione europea vogliono che entro tre mesi venga
istituito un certificato vaccinale ma tra gli Stati membri
rimangono divisioni sull'uso di tale documento e sul diritto di
viaggiare per coloro che sono stati vaccinati.
Nella riunione del Consiglio europeo di ieri concentrata sulla
crisi sanitaria, i leader dell'Ue hanno avvertito che le rigide
restrizioni nazionali sul Covid-19 dovranno rimanere in vigore per
ora, non da ultimo a causa della diffusione di varianti più
contagiose provenienti dal Regno Unito, dal Sud Africa e non
solo.
Gli alti funzionari dell'Ue hanno anche affermato di non avere
intenzione di inasprire il divieto di esportazione dei vaccini per
ora, ma hanno detto che valuteranno le opzioni a loro disposizione
se le forniture di vaccini non dovessero accelerare.
Dopo la videoconferenza di ieri, la presidente della Commissione
europea, Ursula von der Leyen, ha affermato che gli Stati membri
hanno già concordato il tipo di dati che sarebbero necessari in un
certificato di vaccinazione elettronico: il tipo di vaccino, se la
persona è immune e un identificatore univoco, come una sorta di
Iban.
Tuttavia, ha detto, ci vorranno diversi mesi prima che gli Stati
membri costruiscano un sistema paneuropeo e lo integrino nei loro
sistemi sanitari e di frontiera.
I Paesi dell'Ue dipendenti dal turismo, come la Grecia, stanno
spingendo per un certificato vaccinale comune che consenta alle
persone di prendere aerei e viaggiare entro l'estate per evitare
che il coronavirus infligga un altro duro colpo alle loro
economie.
Altri paesi, tra cui Francia, Germania, Belgio e Paesi Bassi,
sono però scettici riguardo a qualsiasi tipo di "passaporto"
vaccinale e vogliono discutere ancora su quali diritti potrà dare
il certificato.
Ci sono preoccupazioni pratiche per la salute sul fatto che le
persone vaccinate possano comunque diffondere il virus, ma anche
preoccupazioni circa la discriminazione nei confronti di
determinati gruppi di persone se solo le persone vaccinate avranno
alcuni diritti.
Von der Leyen ha affermato che circa l'8% della popolazione
adulta dell'Ue è già stata vaccinata e che le consegne di vaccini
sono in aumento e ha detto di essere fiduciosa che l'Ue riesca a
raggiungere il suo obiettivo di vaccinare il 70% degli adulti entro
la fine dell'estate.
Tuttavia, la presidente ha evidenziato che tutti i Paesi dell'Ue
tranne uno hanno rilevato la variante britannica, a rapida
diffusione e potenzialmente più letale, del coronavirus, 14 Stati
membri hanno anche alcuni casi della variante sudafricana e 7 del
ceppo brasiliano.
I leader hanno discusso dei problemi che l'Ue ha avuto con le
consegne di vaccini e hanno invitato le aziende a offrire maggiore
trasparenza e affidabilità sui loro programmi di fornitura.
Von der Leyen ha detto che non ci sono piani per ora per
inasprire il divieto di esportazione che l'Ue ha in vigore per
impedire che i vaccini prodotti nel blocco vengano esportati senza
limiti altrove e ha detto che ciò potrebbe cambiare se le aziende
non rispetteranno i loro impegni di fornitura o se altri Paesi,
inclusi gli Stati Uniti, limiteranno la fornitura di materie prime
per vaccini.
I maggiori problemi di consegna dei vaccini dell'Ue finora hanno
coinvolto AstraZeneca, che dovrebbe fornire solo la metà dei
vaccini che aveva previsto per l'Ue nel primo trimestre. Von der
Leyen ha detto che il blocco sta tenendo sotto controllo le
destinazione dei vaccini dell'azienda.
L'amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, ha
difeso le prestazioni della sua azienda in un'audizione al
Parlamento europeo ieri, dicendo che la stragrande maggioranza dei
vaccini prodotti nell'Ue è rimasta nell'Unione. Soriot ha anche
detto che AstraZeneca sta lavorando per migliorare la produttività
dei vaccini e per trovare dosi aggiuntive provenienti dall'esterno
dell'Europa per consentire all'azienda di rispettare la promessa
fatta all'Unione di fornirle 180 milioni di dosi di vaccino nel
secondo trimestre. Non è però riuscito a garantire che ciò
avvenga.
"Circa il programma di approvvigionamento, stiamo lavorando 24
ore su 24, 7 giorni su 7 per migliorare le nostre consegne e, si
spera, soddisferemo le aspettative nel secondo trimestre", ha detto
ai legislatori dell'Ue, sottolineando che "ci vuole tempo".
cos
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February 26, 2021 03:36 ET (08:36 GMT)
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