Dea Capital Real Estate, la società di gestione del risparmio immobiliare controllata da Dea Capital, prepara il piano industriale, che fa leva sull'alleanza con Radovan Vitek ed è "pronta per i fondi paneuropei".

Lo afferma ad Affari & Finanza di Repubblica Emanuele Caniggia, a.d. di Dea Capital Real Estate. Il 2022, secondo il nuovo piano industriale, sarà anche l'anno del decollo della nuova piattaforma paneuropea di real estate, avviata nel 2018. La società è già presente con proprie strutture in Francia, Spagna, Portogallo, Polonia e Germania. «Abbiamo già raccolto soldi da investitori istituzionali in quei Paesi. Adesso, però, vogliamo lanciare una piattaforma di fondi che investano non più in un singolo Paese, com' è avvenuto sinora, ma in tutta l'Europa», spiega Caniggia ad Dea Capital Real Estate.

Inoltre, Dea Capital Re parteciperà al prossimo aumento di capitale da 1 miliardo di Next Re di Vitek, la Siiq (società d'investimento quotata) controllata dalla Cpi dell'imprenditore ceco Radovan Vitek. Con l'acquisizione del 5% del capitale, Dea Capital Re sgr è diventata anche advisor e asset manager del gruppo Cpi per l'Italia. "Una Siiq deve raggiungere almeno un miliardo di asset per essere liquida", spiega il top manager. "Successivamente Next Re farà un altro aumento di capitale da un miliardo a cui però noi non parteciperemo. Ci basta essere diventati il braccio operativo di Cpi in Italia. Con la prima tranche punteremo al target degli uffici e degli alberghi, più qualcosa di residenziale».

Agli uffici, nonostante la rivoluzione dello smart working, Dea Capital Re presta infatti ancora attenzione: «Sono sempre interessanti - dice Caniggia. Noi pensiamo che nonostante il decollo del lavoro a distanza, gli spazi non si restringeranno: anzi cresceranno quelli per singolo dipendente anche perché devono essere ripensati per diventare sostenibili». Mentre gli alberghi costituiscono, in un Paese come l'Italia a grande vocazione turistica, un asset irrinunciabile per chi investe in immobili. Più difficile è comprendere, per un comune osservatore, perché Dea Capital Re sia interessata anche agli immobili residenziali, un tempo tenuti a debita distanza dagli investitori professionali. «Ci sono due motivi - spiega ancora l'amministratore delegato - il primo è che sono cambiati i rendimenti delle altre asset class, ad esempio a Milano gli uffici ormai sono sotto il 3%. Il secondo è che il residenziale di oggi non è più quello di una volta: si tratta di appartamenti destinati alle classi medio-alte, con una serie di servizi accessori».

Continua a interessare la logistica e non è un caso che Dea Capital Re abbia già il più grosso fondo italiano di questo tipo e stia costituendo un fondo Green. «Però occorre fare attenzione, le location devono essere ben collegate e funzionali alle categorie che le utilizzano. Il rischio è di comprare una cosa che diventa obsoleta in 6 mesi, visto che si tratta di beni facilmente replicabili». Infine, «centri commerciali e negozi sono stati colpiti dal Covid e dallo smart working e oggi si compra a prezzi bassi, ma vanno ristrutturati e anche qui bisogna giudicare caso per caso», conclude.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

January 10, 2022 03:14 ET (08:14 GMT)

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