Mentre i contagi fra i giocatori gettavano il calcio nel caos, sul tavolo della Serie A sono arrivate le proposte definitive dei fondi di private equity. Domenica notte le due cordate composte dal trio Cvc-Advent-Fsi e dal tandem Bain-Neuberger Berman hanno presentato le offerte vincolanti per entrare nella società di gestione commerciale del massimo campionato italiano. In realtà, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, le offerte sarebbero tre, anche se sui dettagli vige il riserbo.

Cvc-Advent-Fsi potrebbero aver superato gli 1,625 miliardi offerti in precedenza per il 10% della media company, cifra a cui si aggiunge un minimo garantito di ricavi annui e una facility di 1,5 miliardi a disposizione dei club. Dopo un incontro avuto venerdì scorso con 14 presidenti di Serie A, invece, Bain e Nb hanno deciso di avanzare non una, ma due offerte alla Lega e al suo advisor Lazard. Oltre ad aver ritoccato al rialzo gli 1,35 miliardi messi sul piatto per il 10% della newco, i due fondi hanno proposto ai club di formare una partnership nella forma di un'associazione temporanea di imprese. Il piano alternativo di Bain e Nb prevede il pagamento alla Lega di un anticipo (upfront fee) di 450 milioni e la partecipazione al 10% dei ricavi della Serie A al di sopra del minimo garantito.

Soprattutto il progetto non contempla l'ingresso dei private equity nel capitale della media company, che pure era previsto come requisito nell'invito a offrire della Lega. La cessione del 10% ai fondi è però invisa ad alcuni presidenti e oggetto di uno scontro con la Lega B che considera illegittima l'eventuale ripartizione del prezzo di vendita fra gli attuali partecipanti alla Serie A. Un'altra parte dei club vede invece nei soldi dei private equity un ristoro indispensabile per le casse svuotate dalla crisi pandemica, mentre le grandi squadre sono favorevoli a separare la gestione commerciale del campionato da quella sportiva, come ribadito dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli. In questo quadro già complesso il caso Juventus-Napoli si è trasformato in un ulteriore elemento di divisione fra le società in vista dell'assemblea del 9 ottobre che dovrebbe decidere sui fondi.

Da un lato, si fa notare che il comunicato ufficiale della Lega Serie A esclude dall'ambito di applicazione del protocollo Covid «eventuali provvedimenti delle autorità statali o locali», fra cui paiono rientrare le aziende sanitarie locali. Dall'altro, si evidenzia che decentralizzare le decisioni sulle partite, affidandole alle Asl, mette a rischio la prosecuzione della Serie A (e quindi la sopravvivenza di alcuni club).

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

October 06, 2020 03:05 ET (07:05 GMT)

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