Diritti tv: Galliani spinge Serie B contro A (MF)
11 Settembre 2020 - 8:55AM
MF Dow Jones (Italiano)
La Serie B è pronta a muovere contro la Serie A per bloccare
l'ingresso dei fondi di private equity nella media company che
gestirà i diritti tv del massimo campionato di calcio italiano. «I
club stanno vendendo ai fondi un bene futuro di cui non possiedono
l'intera proprietà», ha ribadito a MF-Milano Finanza Adriano
Galliani, amministratore delegato del Monza. «Sui diritti
televisivi dei campionati a partire dal 2021/2022 stanno decidendo
i partecipanti alla stagione 2020/2021, tre dei quali verranno
sostituiti l'anno venturo da tre neopromosse».
Già nei giorni scorsi il senatore di Forza Italia aveva espresso
perplessità sul progetto in due lettere inviate ai vertici di Lega,
ossia Paolo Dal Pino e Luigi De Siervo. Le risposte non sono state
soddisfacenti e ora, ispirati dai dubbi di Galliani, i club cadetti
preparano iniziative a livello di Lega B per stoppare la vendita
del 10% della media company a una delle due cordate, cioè
Cvc-Advent-Fsi (1,625 miliardi l'offerta) e Bain-Neuberger Berman
(1,35 miliardi).
«Nell'ultimo decennio 35 società hanno giocato in Serie A: come
si può pensare di andare avanti con questa faciloneria?», ha
aggiunto l'ad del Monza, che i diritti tv sportivi li ha prima
comprati come amministratore delegato di Mediaset, poi venduti
singolarmente come ad del Milan e infine negoziati in blocco come
vicepresidente di Lega.
«Nella forma attuale il progetto è assurdo. Anche chi disputa il
campionato 2020/2021 incasserebbe soldi dai private equity, benché
la vendita riguardi i diritti solo a partire dalla stagione
2021/2022, quando tre dei club firmatari dell'accordo saranno
retrocessi, mentre i tre club promossi dalla B si troveranno
dinanzi al fatto compiuto».
In base alle attuali proposte e assumendo una ripartizione equa
tra i 20 club del prezzo offerto dai fondi, nel 2021 ogni società
(comprese le tre che retrocederanno a fine stagione, le quali di
fatto non stanno vendendo nulla) otterrebbe dai fondi circa 25
milioni da Cvc (addirittura 41 da Bain).
Negli anni successivi la somma andrebbe a diminuire fino ad
arrivare a zero dopo il 2023, una volta che i private equity
avranno saldato il conto per un contratto di durata invece
decennale. Se nel breve termine l'accordo con i fondi salverebbe
alcuni club di Serie A a corto di cassa, insomma, nel medio-lungo
periodo si rivelerebbe finanziariamente iniquo nei confronti delle
future neopromosse. Né, secondo Galliani, eventuali premi
promozione, immaginati da Dal Pino, eliminerebbero il pregiudizio
ai diritti delle neopromosse e l'illegittima discriminazione fra
club di Serie A e Serie B. «Così com'è», ha concluso Galliani,
«l'affare non può che essere bloccato». Per motivi diversi la
pensano così anche alcuni politici.
fch
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September 11, 2020 02:40 ET (06:40 GMT)
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