Diversificazione e modernizzazione economica, nonché

attrazione di maggiori investimenti diretti esteri sono al centro del

programma di sviluppo del Governo del Turkmenistan per il periodo

2018-2024. Porte aperte per gli investimenti italiani non solo nel

comparto tradizionale dell'oil&gas ma anche nella chimica, nel tessile,

nell'edilizia e nelle infrastrutture.

E' quanto è emerso nel corso dell'Italian Turkmen Business Forum che si

è tenuto stamattina a Roma, presso la sede di ICE-Agenzia, durante il

quale sono stati analizzati i settori al centro della rinascita turkmena

in cui potrebbero emergere opportunità interessanti per le nostre imprese.

A oggi sono 70 le aziende che operano stabilmente nel Paese. La

principale è ENI che è presente da oltre 10 anni, estrae ogni giorno

10.000 barili di petrolio dal giacimento di Burun e, a dimostrazione

dell'impegno nel Paese, ha inaugurato a fine giugno un Training Center ad

Ashgabat. Lo scopo del centro è quello di promuovere e favorire la

formazione nel settore dell'oil&gas facilitando così l'accesso a nuove

tecnologie e a nuovi metodi di ricerca e studio.

A livello commerciale il Turkmenistan rappresenta un partner strategico

per l'Italia come è dimostrato dalla crescita dell'interscambio che in

circa 10 anni è passato dai 188 milioni di euro del 2007 ai 605 milioni

del 2016. Nei primi 8 mesi del 2017 l'Italia si è inoltre piazzata al

settimo posto della classifica dei Paesi fornitori mentre è al 3° come

cliente dell'export turkmeno (nel 2016 era seconda dietro la Cina ma prima

rispetto a Turchia e Russia).

cos

 

(END) Dow Jones Newswires

February 20, 2018 10:18 ET (15:18 GMT)

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