Eni, Erg, Iren, ma anche Fca e Ferrari. Sono solo alcuni dei possibili emittenti che potrebbero animare il mercato italiano, adesso che tutte le grandi aziende - non soltanto le utility - hanno piani guidati dai principi di finanza sostenibile.

Ne è certo James Hay, investment associate di MainStreet Partners, che ha seguito da vicino le ultime emissioni di Enel (sustainability bond in sterline) e guarda alle prossime mosse dell' Eni che dopo il bond ibrido in euro della scorsa settimana sta pensando a questa categoria di emissioni. A sostegno di questa tendenza c'è anche il fatto che i green bond cominciano ad andare stretti. «Sono stati concepiti per consentire agli investitori di puntare a progetti specifici con benefici ambientali o sociali.

Per molte aziende è stato difficile inquadrare le loro attività all'interno dei Green Bond Principles», spiega Hay a MF-Milano Finanza. Quanto ai sustainability-linked bond (slb), «offrono un approccio alternativo che si basa sul raggiungimento di risultati mirati. Da quando l'International capital market association ha pubblicato i princìpi dei bond sostenibili, altre aziende si sono sentite stimolate a emettere questi bond». Hay porta i casi della brasiliana Suzano, produttrice di carta, e di Chanel: hanno entrambe emesso bond legati alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e agli approvvigionamenti d'energia elettrica da fonti rinnovabili. Ma cita anche Novartis, «la prima a emettere un slb non legato all'ambiente, ma al numero di pazienti raggiunti dai suoi prodotti medicali in Paesi a basso e medio reddito».

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

October 16, 2020 02:48 ET (06:48 GMT)

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