Le aziende italiane leader nel deposito di brevetti a basse emissioni di carbonio (2000-2019) sono state Fiat Chrysler (251 famiglie di brevetti internazionali), Eni (167), Leonardo (59), Magneti Marelli (59), e Sind International (58).

Nel dettaglio, spiega una nota, tra il 2017 e il 2019 i brevetti di tecnologia energetica a basse emissioni di carbonio sono cresciuti del 3,3% all'anno. Questo è solo un quarto del tasso di crescita annuale rispetto ad un decennio fa e mette in evidenza l'urgente necessità di investimenti in energia pulita per raggiungere gli obiettivi climatici, secondo un rapporto dell'Ufficio europeo dei brevetti (EPO) e dell'Agenzia internazionale dell'energia (IEA).

Il rapporto Brevetti e transizione energetica: tendenze globali nell'innovazione tecnologica per l'energia pulita analizza l'insieme di brevetti internazionali per le invenzioni energetiche a basse emissioni di carbonio, suddividendole tra regioni e settori industriali. Inoltre, la ricerca rileva che l'ondata di attività per lo sviluppo di veicoli elettrici è diventato un fattore chiave per l'innovazione, stimolata soprattutto dai progressi nelle batterie ricaricabili agli ioni di litio.

Il numero di brevetti globali nelle tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio è aumentato negli ultimi due decenni, ad eccezione di un crollo nel 2014-16, in contrasto con un calo dei brevetti sui combustibili fossili dal 2015 (mediamente in calo del 6,9% ogni anno dal 2017). Il tasso di crescita medio annuo dei brevetti energetici a basse emissioni di carbonio negli ultimi anni è sceso dal 12,5% (tra il 2000 e il 2013) al +3,3% (dal 2017). Le cifre mostrano che sono necessarie azioni politiche concertate e ulteriore innovazione nell'energia a basse emissioni di carbonio per accelerare la disponibilità di tecnologie e ridurre i costi.

"La transizione energetica necessaria per mitigare il cambiamento climatico rappresenta una sfida di enorme portata e complessità", ha affermato il presidente dell'EPO Antonio Campinos. "Questo rapporto è un chiaro invito all'azione per intensificare la ricerca e l'innovazione in nuove tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio e migliorare quelle esistenti. Pur rivelando alcune tendenze incoraggianti nei Paesi e nei settori industriali, comprese le principali tecnologie trasversali, evidenzia anche la necessità di accelerare ulteriormente l'innovazione nelle tecnologie energetiche pulite, alcune delle quali sono ancora solo in fase emergente".

"Quasi la metà delle riduzioni delle emissioni necessarie per arrivare allo zero netto entro il 2050 dovrà provenire da tecnologie che non sono ancora sul mercato", ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo di IEA. "Ciò richiede enormi passi in avanti nell'innovazione, ma fino ad ora le informazioni sui progressi compiuti sono state insufficienti. Combinando i punti di forza complementari della IEA e dell'EPO, questo rapporto ci fornisce una base più solida per identificare e monitorare i punti di forza e di debolezza nella brevettazione di energia a basse emissioni di carbonio, fornendo un quadro molto migliore dello stato della transizione energetica".

L'Italia è un importante contributore di innovazione nel settore delle tecnologie energetiche pulite. Se si guarda al periodo 2010-2019 e classificato in base al numero di famiglie di brevetti internazionali nelle tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio, l'Italia si colloca al 4* posto in Europa e al 9* a livello globale, contribuendo con l'1,4% di tutti i brevetti globali in questo campo.

com/òab

MF-DJ NEWS

2708:22 apr 2021

 

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