Congelata la ben più remunerativa dismissione degli asset australiani, la prima cessione dell'anno per Eni arriva dalla Nigeria.

Assieme a Shell e Total la compagnia petrolifera italiana guidata dall'amministratore delegato Claudio Descalzi ha ceduto la sua partecipazione di minoranza nella licenza Oml 17, che contiene 1,2 miliardi di barili di riserve e comprende 15 giacimenti a olio e gas, buona parte dei quali ancora in fase di sviluppo, mentre i sei attivi producono circa 27 mila barili al giorno. L'acquirente è la società nigeriana Tnog, controllata di Heirs Holding and Transcorp, che in un colpo solo si è assicurata una quota del 45% come prima parte di un accordo che potrebbe arrivare a un valore di oltre un miliardo di dollari, mettendo insieme un consorzio di banche e altri investitori.

Il restante 55% rimane in mano all'azionista di maggioranza Nnpc (Nigerian National Petroleum Corp). Il gruppo Shell, che ha già avuto il via libera delle autorità nigeriane, per il suo 30% dovrebbe incassare circa 533 milioni di dollari. A Total andranno circa 180 milioni di dollari per il suo 10% e su questa base, come confermano fonti finanziarie, si può stimare che altri 90 milioni di dollari circa andranno a Eni per il 5% detenuto attraverso Naoc (Nigerian Agip Oil Corp).

«Abbiamo acquisito un asset di grande qualità con un grande potenziale di crescita futura», ha dichiarato Tpny Elumelu, presidente di Heirs Holdings, Transcorp and United Bank for Africa. All'operazione ha partecipato anche Schlumberger come advisor tecnico. Secondo alcune fonti, Shell aveva pianificato di vendere la sua quota dell'Oml 17 nel 2018, assieme alla partecipazione in un altro blocco esplorativo (Oml 11) per un controvalore di 2 miliardi di dollari. Ma l'operazione ha finito per concretizzarsi in un contesto di mercato meno favorevole, visto che le trattative vere e proprie sono partite solo nell'autunno 2020, in piena pandemia di Covid-19.

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

January 19, 2021 02:56 ET (07:56 GMT)

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