A distanza di poche settimane dal lancio dell'applicazione di intelligenza artificiale Clinical Research Navigator (Crn) a supporto della ricerca sul Covid-19, Expert System ha analizzato circa 620.000 studi clinici pubblicati in tutto il mondo, compresi più di 1.700 studi focalizzati sul Coronavirus. Dallo screening condotto emerge con chiarezza il quadro di priorità che si è data la ricerca clinica nel contrastare il virus. Sono gli antimalarici, come l'idrossiclorochina, i farmaci su cui si è finora concentrato il numero maggiore di studi clinici, pari al 20% del totale.

Seguono gli antivirali (13% degli studi), fra cui il farmaco più noto è il Remdesivir. Quindi, spiega una nota, gli agenti antineoplastici e immunomodulatori, con il 10% di studi attualmente attivi, gli antibiotici (7%), i farmaci con corticosteroidi (6%) e, infine, anticoagulanti e antiaggreganti, che rappresentano il 4% degli studi. Il 3% degli studi è inoltre dedicato all'analisi del plasma di coloro che sono guariti dal virus con l'obiettivo di verificare gli effetti del trasferimento di anticorpi in soggetti contagiati.

A livello geografico, il maggior numero di studi è stato finora condotto negli Stati Uniti (19%, con più di 300 studi), seguiti da Francia (16%), Spagna (9%), UK e Cina (6%). Per quanto riguarda l'Italia, i cui studi rappresentano attualmente circa il 5% del totale, emergono quelli condotti dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences, dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma e dall'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

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May 15, 2020 08:49 ET (12:49 GMT)

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