Negli ambienti economici bolognesi è ancora fresco il ricorda dell'opa che quasi 30 anni fa cambiò proprietà alla più grande banca della regione. In città molti non la presero bene: "quell'offerta è fatta con spirito fraterno, come l'invio dei carri armati sovietici a Budapest nel 195", commentò a caldo un banchiere, sperando forse di respingere l'assalto come già era accaduto qualche anno prima con la sfortunata cordata appoggiata dalla Fiat. Speranze mal riposte.

L'opa da oltre 2 mila miliardi di lire che il Credit di Lucio Rondelli lanciò sul Credito Romagnolo, scrive Milano Finanza, riuscì infatti a sbaragliare non solo le difese dei bolognesi ma anche l'offerta concorrente presentata dalla Cariplo. Il Rolo così cambiò bandiera aprendo una stagione di consolidamento che avrebbe portato prima all'integrazione tra Cariplo e Ambroveneto, poi alla nascita di Unicredit e, alla fine del decennio, alle nozze tra Intesa e Comit.

A ricollocare Bologna al centro della geografia italiana del credito ci ha pensato la Unipol di Carlo Cimbri. Oggi infatti si può dire che il capoluogo emiliano ha di nuovo una banca. Tra poco potrebbe averne due. Non solo infatti la compagnia si è installata stabilmente nel capitale di Bper (di cui detiene il 18,9%), ma ha anche deciso di scommettere sulla Popolare di Sondrio. Con il reverse accelerated book building lanciato martedì 25 Unipol ha messo nel mirino il 9,5% dell'istituto valtellinese guidato da Mario Pedranzini, una partecipazione più che sufficiente a condizionarne governance e strategia dopo la trasformazione in spa. Nel presentare l'iniziativa il compratore (oggi già al 6,9%) ha posto l'accento sulle finalità industriali del deal: "L'operazione si inquadra nella strategia di UnipolSai finalizzata a contribuire ai piani di sviluppo della banca", ha spiegato Bologna, ricordando gli accordi di bancassurance in essere con la Sondrio. Ma i pesanti pacchetti azionari rastrellati da Equita hanno anche una chiara valenza tattica. Non è un mistero che nell'ultimo anno l'istituto di Pedranzini sia finito nel radar di diversi concorrenti, dal Credem al Banco Desio, tentati dalla solidità dei conti e dall'imminente cambio di governance. Ora però il mercato non ha più dubbi su chi sia il promesso sposo e forse proprio per questo Cimbri non sembra aver fretta di chiudere la partita.

Di certo negli ultimi 18 mesi Unipol si è dimostrata uno dei soggetti più dinamici della finanza italiana. Grazie alla mediazione della Mediobanca di Alberto Nagel la compagnia si è schierata al fianco di Intesa Sanpaolo nella conquista di Ubi. Il ricco bottino dell'opas sono state le 630 filiali con cui Bper ha allargato il proprio network nel Nord Italia compiendo così un passo decisivo verso la creazione di un polo alternativo a Intesa e Unicredit.

red/lab

MF-DJ NEWS

3109:03 mag 2021

 

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