Fope, azienda orafa italiana protagonista nel settore della gioielleria di alta gamma quotata su Aim, è ripartita ad inizio maggio con le sue attività e la mancata cessione della quota di maggioranza del gruppo non incide in alcun modo sulla gestione della società.

E' quanto ha affermato Diego Nardin, Amministratore Delegato di Fope, interpellato da Mf-Dowjones dopo che che in considerazione della situazione straordinaria determinata dall'emergenza sanitaria in atto, non si sono avverate le condizioni sospensive alle quali era subordinata l'esecuzione dell'acquisto da parte di CoMo (veicolo di investimento che fa capo a Claudio Costamagna e Andrea Morante) del pacchetto di azioni di Fope detenute dalla famiglia Cazzola (71,2%) e del conseguente lancio di un'Opa a 9,25 euro/azione sul resto del capitale.

"Dopo lo stop per l'emergenza dal 4 maggio - ha dichiarato Nardin - siamo ripartiti sia con le attività produttive e sia con i servizi al mercato, servizi e contatti che peraltro non si erano mai fermati perché gestiti in smart working da casa. Quando abbiamo chiuso a metà marzo la situazione commerciale era positiva, grazie a un buon portafoglio ordini, che ore stiamo evadendo iniziando dal mercato della Germania e Nord Europa già ripartito".

"Lo stop imposto ai mercati - ha aggiunto il Ceo - necessariamente provocherà una contrazione dei volumi ma al momento è prematuro elaborare stime puntuali; siamo comunque ottimisti e fiduciosi, lavoriamo per chiudere questa fase di emergenza e riprendere le condizioni di normalità. La crisi ci ha insegnato che si può lavorare da remoto con risultati soddisfacenti, anche la promozione dei gioielli ha visto l'avvio di formule tecnologiche nuove con le quali presentare a distanza le collezioni dei nostri prodotti e le vendite on-line avranno sicuramente uno sviluppo".

Circa la mancata cessione della quota di maggioranza delle azioni con la società CoMo, che non si è conclusa a causa delle situazioni e vicende contingenti, Nardin ha sottolineato che "l'esito dell'operazione non incide sulla gestione della società e sulle potenzialità che in questi ultimi anni ha espresso, i nostri piani di sviluppo proseguono e stiamo lavorando al nuovo piano industriale".

"I nostri numeri del 2019 sono comunque molto positivi, 35 milioni di ricavi con Ebitda a 6,8 milioni e utile netto della sola capogruppo di 4,6 milioni che a titolo prudenziale è stato portato interamente a riserve e non sono stati distribuiti dividendi", ha concluso il Ceo.

fus

marco.fusi@mfdowjones.it

 

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May 19, 2020 09:22 ET (13:22 GMT)

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