Maria Laura Garofalo è alla guida di Garofalo Health Care, la prima e unica società del settore sanitario quotata a Piazza Affari, sul segmento Mta. Il gruppo, che ha sede a Roma, opera con 24 strutture in sette Regioni (Piemonte, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio) divise tra settore ospedaliero, territoriale e socio-assistenziale. Pertanto Garofalo ha una visione a 360* della pandemia del Covid-19.

Domanda. Nelle vostre Rsa siete riusciti a evitare l'ecatombe che ha colpito molte di queste strutture?

Risposta. Ghc gestisce quattro Rsa in Liguria e una in Piemonte per un totale di circa 300 posti letto. In tre casi su cinque siamo riusciti a impedire l'ingresso del virus. In altri due invece, quelli con una vocazione fortemente riabilitativa, purtroppo gli invii di pazienti da parte degli ospedali sono andati avanti sino alla fine di marzo, favorendo la diffusione del contagio. Ora la situazione è sotto controllo e anzi stiamo registrando una percentuale sempre crescente di guarigioni, segno che anche i pazienti più fragili, se adeguatamente assistiti anche sul piano clinico, possono guarire dal Covid.

D. Si troveranno presto cure efficaci per il Covid-19 oppure per riprendere una vita sociale normale bisognerà aspettare il vaccino?

R. Secondo me dovremo abituarci a convivere con il Covid per un periodo non breve. Finora non è stata ancora trovata una terapia specifica per la cura di questo virus contagiosissimo. In ogni caso la terapia che sembrerebbe più efficace è quella con siero proveniente da persona iperimmune, ovvero da un soggetto contagiato e guarito, che pertanto ha sviluppato gli anticorpi specifici. Altra terapia che sembrerebbe efficace è quella basata su tre farmaci: l'idrossiclorochina, un farmaco antimalarico che blocca la tempesta infiammatoria; l'eparina, un anticoagulante per trattare la trombosi dei vasi polmonari; farmaci antivirali per combattere la carica virale. Quando sarà trovata la terapia specifica per il Covid attraverso un approfondimento della sperimentazione, a mio avviso saremo altresì vicini all'individuazione del vaccino.

D. Ci sono state polemiche sul ruolo delle strutture private nell'affrontare l'emergenza, in particolare sulla mancata collaborazione con la sanità pubblica. Che ne pensa?

R. Penso che si tratti di un insulto gratuito dettato da un condizionamento ideologico privo di ogni fondamento. Tutto il comparto privato accreditato si è infatti messo a disposizione degli ospedali pubblici contribuendo attivamente alla gestione della crisi. Alcune strutture private si sono convertite in strutture destinate all'accoglienza dei pazienti affetti da coronavirus, altre hanno sospeso le loro attività ordinarie per offrire supporto negli ambiti in cui gli ospedali hanno avuto maggiori necessità di ausilio, altre ancora hanno aperto reparti per i pazienti post-Covid non ancora dimissibili.

D. Questa emergenza ha cambiato i vostri piani di sviluppo?

R. Non li ha cambiati minimamente. Ci siamo quotati il 9 novembre 2018, in un momento di massima criticità per i mercati finanziari, esclusivamente con un aumento di capitale sociale allo scopo di procedere a una crescita sostenuta per linee esterne. Tale strategia, nel corso del 2019, ha consentito a Ghc di acquisire sei strutture di eccellenza situate in Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, con un investimento complessivo di 138 milioni di euro. E così il fatturato del gruppo è cresciuto del 42,9% a 222,5 milioni di con un ebitda di 44,4 milioni (+49%). Non c'è dubbio che continueremo con la crescita esterna.

red

 

(END) Dow Jones Newswires

May 11, 2020 03:12 ET (07:12 GMT)

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