Generali Ass.: non c'è pace sul m&a (Mi.Fi.)
03 Maggio 2021 - 8:27AM
MF Dow Jones (Italiano)
In meno di due anni e mezzo il colosso assicurativo tedesco
Allianz ha investito più di 5 miliardi di euro sulle acquisizioni,
sparse per il mondo, dall'Australia, al Brasile. Generali
Assicurazioni, come dichiarato dallo stesso group ceo Philippe
Donnet, negli ultimi anni sulle operazioni di crescita ha puntato
1,8 miliardi, compresi gli acquisti nel settore del risparmio
gestito.
I francesi di Axa, al contrario, dal 2019 ad oggi, hanno spinto
forte sulle dismissioni degli asset non più strategici, incassando
più di 7 miliardi dalle cessioni. Ma è un processo che è iniziato
dopo che nel 2018 il gruppo guidato da Thomas Buberl aveva deciso
di scommettere tutto sull'americana Xl Group, con un investimento
monstre di oltre 12 miliardi di euro. Il bilancio netto dei
francesi, tra acquisti e vendite, in un orizzonte temporale un po'
più lungo, è pari quindi a circa 5 miliardi a favore dei
primi.Vince Monaco sei a tre. È tutta nei numeri la gara alla
crescita che si è aperta negli ultimi anni tra i big europei delle
assicurazioni, con Generali che non ha certo brillato per
iperattività. Dal 2019, dopo che il Leone ha chiuso la fase di
riassetto, con la vendita di tutti gli asset non più strategici,
sono state firmate tre acquisizioni di peso, in Portogallo (per 600
milioni) e in Grecia (per 150 milioni) oltre che per l'italiana
Cattolica, di cui il Leone è arrivato a detenere il 24,6% dopo aver
sottoscritto un aumento di capitale da 300 milioni.
Tre operazioni a confronto con le sei realizzate da Allianz
nello stesso periodo, e che tra l'altro hanno portato con loro pure
con qualche scia polemica. Come quelle che sono nate sul deal
Cattolica con gli azionisti privati, Francesco Gaetano Caltagirone
(5,63%) e Leonardo Del Vecchio (poco meno del 5%), che hanno
manifestato più di qualche di qualche dissenso in consiglio di
amministrazione, avendo probabilmente preferito una spinta
all'estero del Leone più che un'acquisizione in Italia dove la
compagnia è già leader di mercato.
Dissensi che non erano isolati e che, come noto, sono arrivato
fino alla scelta di Caltagirone di non presentarsi all'assemblea
per l'approvazione del bilancio 2020 che si è tenuta lo scorso 29
aprile. Una mossa plateale con la richiesta ormai palese a
Mediobanca (azionista di Generali con il 12,93%), di contare di più
nella nuova governance che sarà definita l'anno prossimo, quando
arriverà a scadenza l'intero consiglio di amministrazione di
Generali. Posizioni che sembrano trovare di fatto Del Vecchio (che
ha anche il 13,2% di Mediobanca) allineato con Caltagirone, in una
comunanza di interessi, come del resto è comune la voglia di vedere
crescere Generali e recuperare le distanze con Allianz e Axa,
magari anche con un'acquisizione all'estero che possa consentire al
Leone di fare un salto dimensionale capace di fare la differenza.
La Polonia ai tedeschi. Finora a prevalere sono stati i contrasti
tra i soci di Trieste che sembrano aver reso ancora più facile la
vita ad Allianz in questa sfida agli acquisti, con la compagnia
tedesca già evidentemente dotata di una forza finanziaria
superiore. Nei dossier di acquisizioni che hanno visto il gruppo di
Monaco contrapposto a Generali a spuntarla è stato di fatto sempre
il primo. È stato così per esempio qualche settimana fa per gli
asset della Polonia messi in vendita dagli inglesi di Aviva. A
spuntarla è stato il gruppo guidato da Oliver Baete con un'offerta
da 2,5 miliardi. Una cifra bel più alta di quanto sarebbe stata
disposta a spendere Generali che pure guardava alla Polonia con
molto interesse, desiderosa da tempo di crescere ancora nell'Est
Europa. Invece alla fine sarà Allianz a consolidare la sua
posizione in Europa centrale, diventando la quinta compagnia in
Polonia e la secondo nel Vita. Un fatto simile era successo l'anno
scorso in Spagna, quando Generali sembrava pronta a puntare tutto
per accappararsi l'acquisizione del 50% più un'azione della joint
venture con il Bbva con l'allora general manager della compagnia di
Trieste, Frédéric de Courtois, che aveva seguito in prima linea
tutta l'operazione. e non voleva mollare la presa. Ma anche in quel
caso a spuntarla sono stati i tedeschi e a quanto pare non solo per
una questione di prezzo (con un'offerta d 277 milioni che potranno
arrivare a 377 milioni in base ai risultati raggiunti) ma anche per
qualche dubbio sull'operazione che era stato espresso nel frattempo
nel consiglio di amministrazione di Generali.
fch
(END) Dow Jones Newswires
May 03, 2021 02:12 ET (06:12 GMT)
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