Governo: 5 domande a Draghi su banche, borsa, tlc, Fiat e Mediobanca (MF)
05 Marzo 2021 - 8:45AM
MF Dow Jones (Italiano)
di Roberto Sommella
L'oceano di silenzio in cui è immerso l'operato del presidente
del Consiglio, che stupisce solo chi non lo conosce, non deve però
impedire di porgli alcune domande che a un anno dallo scoppio della
pandemia e della conseguente crisi economica ormai si pongono molti
risparmiatori, investitori, semplici cittadini, persino alcuni
partiti.
La prima è legata al titolo di apertura di MF-Milano Finanza di
mercoledì 3 marzo sull'ipotesi che l'Italia possa chiedere dei
risarcimenti alla Commissione Europea la quale, sbagliando, come ha
definitivamente chiarito la Corte di Giustizia Ue, impedì il
salvataggio della Tercas con il Fondo interbancario, decretando poi
successivamente a cascata un impedimento ad analoghi comportamenti
per altri istituti in gravi difficoltà, dalle quattro ai tempi di
Etruria alle due venete sino a Mps. Il costo che le banche andate
in risoluzione hanno sopportato con i loro azionisti e clienti, per
via delle norme sul bail in, è stato stimato dall'osservatorio
conti pubblici dell'Università Cattolica in quasi 20 miliardi di
euro. È legittimo, secondo il Presidente del Consiglio, chiedere i
danni a Bruxelles, come auspica il presidente dell'Abi, Antonio
Patuelli o ormai i giochi sono fatti per carità di patria
comunitaria? Il secondo quesito, che è strettamente connesso al
tema bancario, è invece legato allo spettacolo che sta andando in
scena a pochi passi dalla Scala, in Piazzetta Cuccia, tra gli amici
Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone, che ormai
controllano di fatto Mediobanca, anche se per la Bce la scelta del
patron di Luxottica avrebbe solo carattere di partecipazione
finanziaria e solo per questa caratteristica è stata
autorizzata.
Sullo sfondo c'è la partita Generali, che invece per il
Consiglio di Stato è di fatto controllata storicamente dalla banca
d'affari guidata da Alberto Nagel. È tutto chiaro anche all'ex
governatore o qualcosa non torna pure a lui, oltre che alla Consob
e all'Antitrust Ue? Di mezzo c'è la società multinazionale più
importante d'Italia, da sempre al centro di mire straniere e a
volte almeno guidata da manager francesi, non si è mai capitato poi
bene il motivo. Seguendo sempre il filone finanziario che nel
mercato unico ormai va di pari passo con la politica estera, al
premier Draghi andrebbe chiesto, come ha fatto da sola Giorgia
Meloni di Fratelli d'Italia in un'intervista a questo giornale, se
considera tranquillizzante il fatto che la Francia stia blindando
con nomine a raffica la tolda di comando di Euronext, destinata ad
andare a nozze con le italiane Cdp e Intesa per acquistare dal
London Stock Exchange la Borsa di Milano e far nascere proprio nel
capoluogo lombardo il mercato unico dei capitali. Il nostro Paese
non si limiterà solo a esprimere il capo azienda, nella persona di
Piero Novelli, oppure resterà ingabbiata nella tela parigina che
sta tessendo con abilità il presidente Emmanuel Macron, non
contando più nulla?
E visto che i rapporti con i cugini transalpini non sono mai
stati idilliaci negli ultimi 15 anni, sarebbe anche il caso che
sempre una figura così autorevole come Draghi spiegasse al
Parlamento se ritiene tranquillizzante il fatto che la difficile
partita che dovrebbe portare alla rete unica, con una
collaborazione tra la Cassa guidata da Fabrizio Palermo e la Tim di
Luigi Gubitosi veda come convitato di pietra e controllore di
fatto, un'azienda ancora una volta francese come Vivendi, che ha
messo un piede e mezzo anche dentro Mediaset creando un blocco sia
delle strategie televisive che di quelle relative alle
telecomunicazioni. Sarebbe davvero interessante conoscere un suo
parere e probabilmente lo farà, se il presidente del Consiglio
verrà convocato dalle commissioni parlamentari competenti.
E poi. ancora Francia. Non è persecuzione ma prevenzione. Il
premier Draghi considera rassicurante il fatto che la prima azienda
del Paese, la Fiat, sia convolata a nozze con Psa, dando luogo a un
gruppo noto ormai come Stellantis a maggioranza di controllo
transalpina, con un piede piazzato anche in Olanda con omonima
fondazione che ne blinda gli assetti azionari a favore di Parigi?
Qual è il destino degli operai e degli stabilimenti della Fiat in
Italia se è vero, come ha dichiarato il ceo del nuovo colosso
automobilistico Carlos Tavares, che le fabbriche nel nostro paese
costano molto di più di quelle negli altri stati della galassia a
quattroruote?
È giustificato il silenzio di Draghi su tutte le partite
complesse legate alla vaccinazione di massa anti-Covid, ai ristori
e alla stesura del Recovery Plan per utilizzare i 209 miliardi di
euro di fondi europei. Anzi addirittura è una scelta saggia che gli
calza a pennello come i celebri vestiti sartoriali. È anche
legittimo poi che non si esprima nemmeno su partite economiche
prima di aver deciso una posizione in merito, perché una sua frase
potrebbe condizionare il libero mercato. Ma sarebbe comunque
importante che qualcuno del suo governo e sperabilmente lui
medesimo spiegasse una buona volta se il mercato unico prevede
l'ammainabandiera nazionale in ossequio alla globalizzazione oppure
se esistono delle deroghe per settori fondamentali come la finanza,
il risparmio le telecomunicazioni, il manifatturiero. Comparti che,
non a caso, saranno fondamentali per uscire dalla recessione. E non
solo in Italia.
fch
(END) Dow Jones Newswires
March 05, 2021 02:30 ET (07:30 GMT)
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