Arriverà a poca distanza dall'elezione del nuovo presidente della Repubblica (febbraio 2022) la tornata di nomine nelle spa pubbliche per il 2022. E in ballo ci sono quasi 300 poltrone che daranno da fare alla politica, reduce dagli equilibrismi per la scelta del nuovo inquilino del Quirinale.

E se davvero il premier Mario Draghi dovesse traslocare al Colle, probabilmente, anche il modo in cui sarà giocata la partita per i rinnovi delle partecipate, dirette e indirette, potrebbe cambiare. Nell'ultimo valzer di poltrone, la scorsa primavera, la partita infatti si è giocata tutta a Palazzo Chigi, almeno per i vertici delle grandi controllate, a partire da Cassa Depositi e Prestiti per esempio, dove come amministratore delegato è arrivata una conoscenza di lunga data del capo del governo: Dario Scannapieco. Ma lo stesso metodo, merito e riservatezza, è stato seguito anche per le altre big pubbliche dalla Rai alle Ferrovie. Per alcune però ancora non si è arrivati ai rinnovi, come per la sgr immobiliare Invitto, per esempio, ma anche Eur spa, o alcune partecipate indirette, a partire dall'Anas, che è sotto il cappello delle Ferrovie dello Stato, così come Italferr.

Tra le controllate direttamente partecipate dal ministero dell'Economia e delle Finanze con i consigli in scadenza la prossima primavera c'è Invitalia, dove da un decennio regna l'amministratore delegato Domenico Arcuri, ma anche la Sogin e PagoPa, che sempre più importanza sta assumendo nella gestione dei pagamenti tracciabili della Pubblica amministrazione e che al momento è guidata da un amministratore unico (Giuseppe Vigone). In tutto tra le società direttamente controllate (vedere tabella in pagina) sono 38 i posti di consigliere di amministrazione che si libereranno con l'approvazione dei bilanci 2021 o anche prima nei casi dei cda il cui mandato è già terminato la scorsa primavera.

Il vero esercito di board in scadenza è però quello delle partecipate indirette, che hanno un lungo elenco di controllate (o partecipate) da rinnovare. Eni, Leonardo e Ferrovie dello Stato sono al top di questa lista, con più di 30 consiglieri e vertici da nominare, ma segue a pochi passi anche Monte dei Paschi di Siena, con 29 posti. Anche se, con le nozze con Unicredit in predicato di andare in porto, questa fetta di nomine potrebbe uscire fuori dall'orbita pubblica.

Sono in scadenza però anche diverse importanti controllate della Cassa Depositi e Prestiti, che dovrà rinnovare i consigli di Cdp equity, braccio armato per le operazioni straordinarie, come l'acquisto di Borsa Italiana, ma anche Cdp Industria, che raccoglie le partecipate del settore, le due società immobiliari e la Sace. Quest'ultima però dovrebbe tornare presto sotto il cappello diretto del ministero dell'Economia, come stabilito dagli accordi dei mesi scorsi con la controllante Cassa e dopo che anche le autorità regolatorie hanno avvallato l'operazione. Altro dossier interessante da seguire sarà quello per il rinnovo alla scadenza della prossima primavera del consiglio di Open Fiber, nella quale Cdp salirà al 60% del capitale, con il perfezionamento dell'operazione annunciata ad agosto 2021, con l'uscita di Enel e l'ingresso del fondo australiano Macquarie (40%) al suo fianco.

fch

 

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October 11, 2021 03:00 ET (07:00 GMT)

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