Imprese: Cerved, 15,5% a rischio fallimento con nuova ondata Covid
26 Maggio 2020 - 3:46PM
MF Dow Jones (Italiano)
Il 15,5% delle imprese italiane è a rischio di fallimento nel
caso di nuove ondate del Covid-19, con ulteriori lockdown che
potrebbero durare fino a sei mesi. La probabilità di questo
scenario è "bassa", secondo gli analisti di Cerved Rating Agency,
ma gli effetti potenzialmente molto pesanti: con un peggioramento
così marcato dello scenario macroeconomico e un elevato rischio
Paese, la probabilità di default triplicherebbe (dal 4,9% attuale
al 15,5%), con punte del 22% nelle costruzioni, del 19,1% in hotel
e ristorazione, del 18,9% nei servizi.
Sono i risultati dello studio "Evolution and impacts of the
Covid-19 pandemic emergency on Italian non-financial corporates" di
Cerved Rating Agency, agenzia di rating del Gruppo Cerved tra le
prime in Europa che attribuisce il merito creditizio alle imprese
sul territorio nazionale, su un campione di 30 mila società.
Un'analisi che aggiorna in senso peggiorativo la precedente,
rilasciata a febbraio, in cui a rischio fallimento nel caso più
drastico era un'azienda italiana su dieci.
"L'innalzamento della probabilità di default risulterà molto
differenziata, non solo per il diverso impatto del Covid19, ma
anche per le tendenze che potrebbero emergere nel post-Covid",
commenta Fabrizio Negri, amministratore delegato di Cerved Rating
Agency. "In base a questo, abbiamo raggruppato i settori,
considerando non solo l'evoluzione del commercio internazionale,
del digitale e del futuro del lavoro, ma anche la possibilità di
'reshoring' e di 'revenge spending'".
Secondo lo scenario più pessimistico, i settori con la più alta
probabilità di default sarebbero le costruzioni (22%), i servizi di
alloggio e ristorazione (19,1%) e le attività di supporto al
settore turistico (18,9%). Viceversa, quelli più resilienti, dunque
con un rischio più basso, risulterebbero farmacie (6,5%),
l'industria alimentare (6,8%), il commercio al dettaglio alimentare
(7,9%). La percentuale aumenterà in misura maggiore per le imprese
piccole (dal 10,7% al 21% per le microimprese) e meno strutturate
(28% per le imprese individuali); dal punto di vista geografico, la
probabilità di default è attesa in forte crescita in tutta la
Penisola, con un picco del 17,8% nel Mezzogiorno (dal 9,3%).
Il Covid-19, spiega una nota, si è rapidamente diffuso in tutto
il pianeta e gli effetti economici di questa emergenza sono già
evidenti. Il conto finale dipenderà dall'evoluzione dell'epidemia:
molti esperti paventano l'eventualità di nuove ondate del contagio
in autunno e non è ancora chiaro se (e quando) sarà disponibile un
vaccino.
Per tenere conto di questa incertezza, gli analisti di Cerved
Rating Agency hanno elaborato tre diversi scenari correlati allo
sviluppo della pandemia e dello scenario macroeconomico. Secondo lo
scenario "soft", al quale gli analisti attribuiscono una
probabilità "alta", non ci saranno nuove ondate di contagi e
l'economia italiana riprenderà anche grazie a un'efficace azione di
politica economica. In base a quello "intermediate" (probabilità
media), il sistema produttivo potrebbe affrontare una seconda
ondata di contagi, che richiederebbe ulteriori lockdown (fino a 4
mesi) e che frenerebbe il recupero dell'attività produttiva.
Infine, stando allo lo scenario più pessimistico, "hard" con una
probabilità bassa, i lockdown potrebbero durare fino a sei mesi,
con effetti depressivi sull'economia e un aumento del rischio
Paese.
Gli scenari sono stati applicati al portafoglio di simulazione,
costituito da circa 30.000 rating emessi recentemente da Cerved
Rating Agency e sufficientemente rappresentativo del comparto delle
aziende italiane, tramite l'adozione di un approccio di natura
quali-quantitativa. Partendo da questi assunti, Cerved Rating
Agency, insieme con il Dipartimento di Economia dell'Università di
Genova, ha sviluppato un framework per la valutazione del merito
creditizio dei soggetti valutati, che integra fattori legati alla
domanda, all'offerta e alla struttura produttiva delle singole
imprese con fattori di "new normal", drivers che si ritiene
potranno avere un impatto sulla resilienza delle aziende di fronte
all'emergenza Covid-19.
In generale, è atteso un deterioramento complessivo dei profili
di rischio, come conseguenza diretta di un livello di redditività
più basso e un peggioramento della struttura finanziaria delle
aziende. L'applicazione degli scenari negativi determina uno
spostamento delle entità valutate verso le classi di rating
peggiori, con migrazione da posizioni di investment grade a
speculative grade dal 16% nel caso soft, fino al 42% nello scenario
hard. L'innalzamento del rischio si traduce in un aumento dei
default attesi. In base alla gravità dello scenario, e stimando
alle condizioni attuali una probabilità di default pari a 4,9%, si
sale, nell'ipotesi soft, al 7,7%, al 9,7% in quella intermedia e
arriva al 15,5% nello scenario hard.
cce
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May 26, 2020 09:31 ET (13:31 GMT)
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