"Non vi è un caso Italia ed è evidente quando guardiamo la distribuzione di outlook negativi. Vi è un 42% di società italiane che ha un outlook negativo ed è un dato in linea con la media europea, che è del 41%. L'Italia partiva prima della crisi con una percentuale di outlook negativi superiore alla media europea ma ora siamo esattamente allineati".

Lo ha detto Renato Panichi, Senior Director Corporate Ratings, S&P Global Ratings durante la conferenza stampa annuale, aggiungendo che "la distribuzione di rating italiani è cambiata in seguito alle azioni fatte nel 2020. C'è una percentuale maggiore di società nella categoria speculative grade e una percentuale minore in quella investment grade".

"Non abbiamo avuto azioni negative di rating dovute al Covid per le società investment grade in Italia. Le azioni che ci sono state sono dovute a casi specifici, come il gruppo Atlantia, che non hanno a che vedere con la crisi Covid. La maggior parte delle azioni negative sono state concentrate nella categoria speculative grade perchè parliamo di società che hanno uno stato patrimoniale più vulnerabile, meno diversificate e più esposte alla situazione rispetto alle società investment grade", ha spiegato.

Panichi ha proseguito illustrando una stima sulla ripresa, in termini di ricavi, delle società con rating italiane a livelli pre-Covid. "La performance delle società con rating in Italia è superiore riguardo ai tempi di recupero rispetto al Gdp italiano e ci aspettiamo che torneranno ai valori pre-Covid nel 2022. Nello scenario avverso, che ha oggi circa il 40% di possibilità, tutto sarebbe spostato in termini di ripresa verso il 2023. E' uno scenario che potrebbe verificarsi nel caso in cui i lockdown si estendessero ben oltre gennaio, metà febbraio".

"La stessa analisi l'abbiamo fatta per la leva finanziaria e la redditività. Il recupero è stimato nel corso del 2022 ma nello scenario avverso i tempi di recupero si allungano di circa un anno. Circa gli investimenti per le società con rating nel 2020 ci aspettiamo una discesa degli del 12% e poi una ripresa progressiva nel 2021-2022. Nello scenario avverso cambia l'entità della ripresa degli investimenti e nel 2021 la ripresa sarebbe più bassa per salire nel 2022. C'è però tanta differenza tra le aziende. Grandi gruppi hanno fatto piani di investimento importanti per i prossimi anni, come il piano da 40 miliardi tra il 2021 e il 2023 di Enel", ha concluso.

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(END) Dow Jones Newswires

January 13, 2021 07:18 ET (12:18 GMT)

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