Intesa Sanpaolo: Proverbio, sarà un piano digitale (Mi.Fi.)
07 Giugno 2021 - 8:30AM
MF Dow Jones (Italiano)
I correntisti italiani sono tradizionalisti e diffidenti verso
la tecnologia? Macché. L'anno della pandemia ha dimostrato che le
preferenze dei consumatori possono cambiare molto rapidamente,
anche nei servizi finanziari. Ne è convinto Massimo Proverbio che,
dopo una lunga carriera in Accenture, è arrivato nel 2018 in Intesa
Sanpaolo come chief IT, Digital and Innovation Officer. La sua area
giocherà un ruolo importante nella redazione del nuovo piano
industriale che il ceo Carlo Messina presenterà entro la fine
dell'anno. I temi nel mirino? Cloud, omnicanalità e big data senza
dimenticare la sfida di attrarre i sempre più preziosi talenti
digitali.
Domanda. Proverbio, l'anno della pandemia come ha cambiato
l'approccio delle banche italiane alla digitalizzazione?
Risposta. È indubbio che larga parte del business si è spostata
sul digitale. Anno su anno l'online banking è cresciuto del 26% e
il mobile banking del 34%. Proprio per accompagnare questa
trasformazione molti intermediari hanno potenziato i servizi,
soprattutto quelli di vendita, aumentando i massimali per
l'operatività a distanza e perfezionando i sistemi antifrode. In
Intesa Sanpaolo l'88% dei prodotti per clienti individuali è già
vendibile online contro l'80% dei prodotti per le imprese. Il trend
delle imprese è molto interessante perché spesso in passato le
piccole aziende si erano mostrate poco reattive di fronte al
cambiamento tecnologico. Un approccio radicalmente cambiato
nell'anno della pandemia. La riprova? I contatti che abbiamo
registrato sul nostro servizio di internet banking rivolto alle
imprese e financial institutions (Inbiz e Market Hub) sono
cresciuti in maniera incredibile non solo nel corso del 2020: nel
primo quarto del 2021 c'è stato un ulteriore incremento del
30%.
D. Esistono funzioni che non potete ancora gestire da
remoto?
R. Sì, ma rappresentano ormai una piccola percentuale della
nostra offerta. Su 340 processi aziendali 320 si possono fare
interamente da remoto, ormai pochi sono legati alla materialità. Si
tratta per esempio delle operazioni di trade finance o della
sottoscrizione di prestiti dall'importo significativo. È bene
peraltro ricordare che, in molti di questi casi, il limite è più di
natura comportamentale che tecnica. Per svolgere queste operazioni
i clienti preferiscono usare ancora il canale fisico perché qui
trovano il contatto, la rassicurazione, la fiducia. Insomma sono
momenti in cui l'interazione umana conta ancora molto.
D. Quali sono state le principali iniziative lanciate da Intesa
in questi ambiti?
R. Abbiamo esteso il catalogo dei prodotti retail e la vendita a
carrello, prevedendo anche la possibilità di vendere prodotti
online per le imprese. Altri ambiti in cui abbiamo lavorato molto
sono la cybersecurity e la formazione di clienti e colleghi per
prevenire soprattutto le frodi legate al phishing, quelle per
intenderci in cui il cliente viene indotto a cedere user, password
e credenziali di sicurezza per effettuare pagamenti online.
D. Indubbiamente i tentativi di frode online hanno registrato un
incremento. Un problema serio per le banche?
R. Certamente sì ed ecco perché in questo ambito abbiamo preso
molte iniziative. Per esempio, anche collaborando con università e
centri di ricerca, ci stiamo servendo di strumenti di intelligenza
artificiale per intercettare le frodi e abbiamo lanciato continue
campagne di awareness presso la nostra clientela. In alcuni casi
abbiamo anche scelto di restringere la disponibilità dei servizi
online chiedendo elementi di sicurezza in più. In questo ambito,
però, è bene ricordare che le banche possono molto, ma non tutto.
Per questo abbiamo proposto al governo di rivedere certe soluzioni
legislative. Oggi chi apre un sito di phishing compie un crimine
solo quando porta a termine la frode e, anche alla luce di questa
prova, l'intervento dell'autorità può richiedere giorni. Tutto
questo non è ovviamente compatibile con i tempi del digitale. Per
contrastare questi fenomeni criminali serve un quadro normativo
adatto al mondo e ai tempi del digitale.
D. Quali saranno le direttrici del nuovo piano industriale in
materia di tecnologie?
R. È presto per anticipare i contenuti del piano. Posso però
individuare alcune aree chiave che saranno certamente
all'attenzione degli amministratori. Continueremo a sviluppare il
cloud come l'abbiamo portato avanti finora, anche attraverso
l'accordo con Tim e Google. Investiremo in accordo con tutte le
divisioni di business per avere un'omnicanalità ancora più estesa
rispetto a quella di oggi. Infine cercheremo di sfruttare ancora
meglio dei dati, una miniera sempre più essenziale non solo per
migliorare l'efficienza del servizio ma anche per potenziare gli
standard di sicurezza. Ma per perseguire questi obiettivi mi
aspetto che dovremo bilanciare l'esigenza di creare e potenziare
core competencies digitali e la necessità di essere aperti al mondo
e alle opportunità che ci può offrire.
D. Che futuro vede per lo smart working in banca?
R. Prima della pandemia avevamo circa 19 mila colleghi in grado
di lavorare da casa. Durante il lockdown questo numero è salito a
più di 60 mila, ma non mi aspetto né mi auguro uno scenario di
questo genere per il futuro. Abbiamo però visto i benefici di un
ricorso calibrato a un tipo di lavoro più flessibile ed agile.
Stare a casa qualche giorno consente per esempio al genitore di
poter gestire meglio i rapporti con i figli, conseguendo un più
confortevole equilibrio tra famiglia e lavoro. Una volta
riguadagnata la normalità si tratterà insomma di trovare il giusto
bilanciamento che metta assieme le esigenze dell'azienda e quelle
dell'individuo. Questa del resto sembra essere la visione dei
nostri dipendenti che, in una recente survey, si sono espressi a
larga maggioranza per il mantenimento di una qualche forma di
flessibilità casa-lavoro.
D. Il governo e Bankitalia stanno promuovendo l'hub fintech di
Milano. Che contributo potrebbe dare Intesa a questa iniziativa e,
più in generale, allo sviluppo degli ecosistemi in cui la banca si
trova a operare?
R. Noi stiamo bilanciando gli ecosistemi di Torino e Milano. A
Torino abbiamo l'Innovation Center e la Direzione Innovazione. Non
solo. Parte del recente accordo con Tim e Google prevede l'apertura
di un centro di intelligenza artificiale nel capoluogo piemontese.
Anche Milano rappresenta un punto di attrazione e di consulenza
molto importante e, sotto questo punto di vista, il Milano Fintech
Hub rappresenta un facilitatore molto prezioso anche per noi. Non
limitiamo però il nostro network all'Italia. Il network
dell'innovazione deve essere globale e lo dimostrano le molte
alleanze che abbiamo costruito in questi anni, che ci consentono di
avere osservatori e contatti privilegiati a Londra, in Israele, in
Asia e in California.
fch
(END) Dow Jones Newswires
June 07, 2021 02:18 ET (06:18 GMT)
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