Italia-Usa: 29/9 Pompeo dal Papa, poi da Conte su 5G (Rep)
21 Settembre 2020 - 08:48AM
MF Dow Jones (Italiano)
Forse non è un caso che quella che dovrebbe essere l'ultima
missione diplomatica in Europa dell'amministrazione Trump prima
delle elezioni, sia proprio a Roma. Entro il 3 novembre, scrive
Repubblica, la Casa Bianca vuole dirimere alcuni nodi: la rete 5G e
il ruolo di Huawei, le nuove dislocazioni delle truppe americane
dopo l'addio alla Germania. E poi il Vaticano. Perchè il soglio di
Pietro sta rivestendo un ruolo fondamentale nelle geostrategie
statunitensi. In particolare quelle verso il Medio ed Estremo
Oriente.
La visita di Mike Pompeo, potentissimo segretario di Stato della
gestione trumpiana, fissata per il prossimo 29 e 30 settembre,
nasce dall'invito da parte della Santa Sede a partecipare ad un
convegno sulla "Liberta' di religione". Ma è l'occasione per
incontrare il Papa e per fare il punto con il governo italiano:
vedrà in due appuntamenti separati il presidente del Consiglio,
Giuseppe Conte, ed il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Non si tratta di un'agenda casuale o priva di logica rispetto
alla scadenza elettorale negli States. Già un anno fa Pompeo era
venuto a Roma per un simposio analogo. Anche stavolta, nell'Aula
Vecchia del Sinodo, interloquirà con il Segretario di Stato
vaticano Parolin e con l'Arcivescovo Paul Gallagher, segretario per
i Rapporti con gli Stati e soprattutto il vero "ambasciatore" nelle
relazioni con la Cina di Xi. Ci sarà l'ambasciatrice americana
presso la Santa Sede, Callista Gingrich, moglie di Newt Gingrich,
ossia uno dei pesi massimi del partito Repubblicano convertitosi al
cattolicesimo dopo il matrimonio.
La libertà di scelta religiosa sta diventando infatti uno degli
elementi cruciali nelle politiche di Stati Uniti e Europa verso
Medio Oriente e Cina. Il Vaticano ne sta facendo un pezzo
fondamentale della sua diplomazia e una "condicio sine qua non" nel
giudizio da esprimere sui paesi, se possibile usare questa
definizione per la Chiesa, "alleati". L'ultimo episodio che si è
consumato in Turchia con la conversione in Moschea della Basilica
di Santa Sofia, del resto, ha fatto riscattare l'allarme. Sulle
scrivanie di Washington e del soglio pietrino, da tempo spiccano
alcuni dossier da cui si evince, ad esempio, che 19 dei Paesi del
Medio Oriente, favoriscono una religione e in 17 di questi l'Islam
è la religione di Stato.
Le discriminazioni e le persecuzioni religiose, anche nei
confronti dei cristiani, sono particolarmente alte in molte di
queste nazioni. E il tutto si sta trasferendo rapidamente anche
nell'Asia centrale. Senza dimenticare le profonde difficoltà che il
Vaticano sta incontrando con Pechino nel rendere più libere e
autonome le diocesi cinesi. Anche per questo Pompeo ieri ha
aspramente criticato proprio l'accordo, rimasto riservato nei
contenuti, tra Santa Sede e Cina.
Per la Chiesa cattolica, del resto, la sponda di Washington in
questo quadro è ineludibile. Ma è una esigenza reciproca. La Casa
Bianca infatti in questa fase ha bisogno di mantenere aperto il
dialogo con il Vaticano. In primo luogo per la convergenza di
interessi su questo terreno, ma anche perché nella campagna
elettorale di Trump è fondamentale non incrinare i rapporti con il
Papa e quindi con gli elettori cattolici (23% della
popolazione).
Una necessità frutto di alcune considerazioni: che Biden è
cattolico (primo candidato presidente cattolico dai tempi di
Kennedy) e che persino quattro anni fa la gerarchia ecclesiale,
all'interno del mondo democratico preferiva dialogare con lui
piuttosto che con Hillary Clinton; che, pur non schierandosi
apertamente nel prossimo duello, una parte della Chiesa Usa non ha
nascosto le critiche a The Donald (in particolare per la
costruzione del muro con il Messico); che in Italia esiste un
canale di comunicazione informale ma efficiente come la Comunità di
Sant'Egidio cui infatti Pompeo farà visita nella due giorni
settembrina (quando Il presidente Usa venne a Roma l'ultima volta
anche Ivanka Trump si recò nella sede di Trastevere); e che una
parte delle altre chiese americane - come i metodisti e gli
evangelici (sebbene proprio Pompeo sia evangelico) - abbiano perso
una parte dell'entusiasmo suscitato quattro anni fa da Trump.
Insomma, il simposio organizzato dalla Santa Sede è un'occasione
unica anche per la campagna elettorale a stelle e strisce. Ma nel
soggiorno romano, Pompeo dovrà anche affrontare con il governo
italiano due questioni che Washington considera cruciali. La prima
riguarda la rete 5G e il ruolo dei cinesi di Huawei. Ad agosto il
consiglio dei ministri ha approvatro un Dpcm che limita la presenza
del colosso di Pechino nel nostro Paese attribuendo un ruolo di
controllo e security alla italiana Tim. Però, limita e non esclude.
E la Casa Bianca non sarebbe affatto convinta di questa soluzione.
Come dimostra il bando appena emesso contro Tik Tok, la tecnologia
cinese in Occidente per gli Usa è davvero fumo negli occhi. Una
questione che tocca la sicurezza nazionale e anche della Nato.
L'altro aspetto riguarda la presenza delle truppe americane in
Italia, soprattutto alla luce dell'addio già dato alla Germania. Il
nostro Paese potrebbe essere coinvolto come sede del comando
Africom (che gestisce le operazioni in Africa) e nell'ampliamento
della base di Aviano.
vs
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September 21, 2020 02:33 ET (06:33 GMT)
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