Italia: ecosistema Scaleup cresce ma resta gap con resto Ue
12 Ottobre 2021 - 1:14PM
MF Dow Jones (Italiano)
L'ecosistema delle Scaleup in Italia sta crescendo, è un fatto,
Tuttavia il gap con gli ecosistemi degli altri paesi resta
significativo e si sta ulteriormente allargando. Per questo motivo
le aziende nostrane devono guardare all'estero per fare scouting di
innovazione. Questo quanto emerge dal nuovo Report "Open Innovation
Outlook Italy 2022" realizzato da Mind the Bridge con il supporto
di SMAU e presentato stamani in occasione dell'apertura di SMAU
2021, in programma oggi e domani al Mico, FieraMilanoCity.
"La buona notizia è che quasi tutte le grandi aziende italiane
hanno introdotto l'open innovation nella propria agenda. Questo
vale anche per un numero crescente di PMI italiane, almeno quelle
più strutturate - ha commentato Alberto Onetti, Chairman di Mind
the Bridge, durante la presentazione del Report - Inoltre, un
gruppo sempre più numeroso di aziende italiane sta andando oltre il
cosiddetto innovation theatre, ovvero iniziative destinate
principalmente a obiettivi di comunicazione e PR, e sta
implementando modelli di collaborazione con startup e scaleup. Ci
aspettiamo che questa tendenza continui a mano a mano che sempre
più aziende seguiranno questo esempio".
La situazione, numeri alla mano, non è di certo tra le più
rosee. Secondo il Report, infatti, a dicembre 2020 in Italia sono
state registrate 261 scaleup in grado di raccogliere 2,7 miliardi
di dollari in equity dalla loro fondazione. Il contendente più
vicino all'Italia, la Spagna, ne ospita circa 1,6 volte in più, con
investimenti di 2,6 volte maggiori. Francia e Germania ne ospitano
rispettivamente 3,3 e 4,7 volte tanto, con investimenti addirittura
7,5-10 volte superiori. Numeri che mostrano come l'Italia non sia
ancora sulla mappa mondiale dell'innovazione.
"L'aumento della propensione all'open innovation da parte delle
imprese in Italia è dimostrato anche dalle oltre 100 aziende che
saranno attivamente coinvolte a SMAU il 12 e 13 ottobre in attività
di incontro con le startup, ma anche in tavoli di lavoro con altre
aziende per progetti di co-innovazione da sviluppare
congiuntamente. Un ulteriore dato che conferma il grande dinamismo
che le aziende italiane stanno vivendo è rappresentato dai 337
incontri che sono stati organizzati tra le 116 startup presenti
all'evento e i 53 operatori internazionali interessati ad entrare
in contatto con l'ecosistema italiano: da General Motors a Danone,
Telefonica, fino ai più importanti acceleratori globali che
vogliono aprire una loro sede nel nostro Paese" - ha aggiunto
Valentina Sorgato, Amministratore Delegato di SMAU.
La metodologia d'analisi adottata dalla ricerca è quella
utilizzata da anni da Mind the Bridge a livello internazionale per
valutare la propensione all'open innovation delle imprese, qui
implementata su centinaia di aziende italiane, di differenti
dimensioni e mercati. Tale metodologia misura sia i fattori interni
che abilitano l'innovazione (strategia, organizzazione, processi e
cultura) sia le azioni concrete implementate (accelerazione di
startup, procurement, co-sviluppo, investimenti, acquisizioni e
risultati raggiunti).
Dando un rapido sguardo all'Open Innovation Matrix, si nota come
le "Italian Corporate Startup Stars" (un sottoinsieme di 25 grandi
aziende da 1 miliardo di dollari o più di fatturato annuo più
attive in corporate venture e collaborazione tra corporate e
startup) mostrino un punteggio di 2,8, ovvero 1 punto in meno
rispetto alle "Global Corporate Startup Stars".
14 delle Top25 aziende italiane (56%, 3 in più rispetto allo
scorso anno) mostrano un punteggio complessivo sopra la media (2,8,
leggermente migliore dello scorso anno - 2,6). Solo una società -
Enel - mostra un punteggio superiore a 4, in linea con i benchmark
globali. 9 società ottengono un punteggio compreso tra 3 e 4
(superiore a 3,4), contro 4 nel 2020. 3 società raggiungono un
punteggio pari o inferiore a 2 (da 7 nel 2020), mentre le restanti
12 si collocano nella media (tra 2,2 e 2,9).
Le grandi aziende sono attualmente gli attori più attivi
nell'open innovation ma cominciano ad essere attivamente coinvolte
anche sempre più Pmi (quelle più grandi e strutturate). Le aziende
più piccole restano invece, salvo eccezioni molto limitate, ancora
fuori gioco.
Questo trend attraversa oggi quasi tutti i settori. Le Telco
sono state storicamente le prime a muoversi ma non guidano più il
"gioco". Tra le 25 Corporate Startup Star italiane, 9 appartengono
al settore al mercato dell'Energia (che include anche Oil & Gas
e Multi-Utilities). Il secondo settore più rappresentato è quello
Bancario e Assicurativo con 5 aziende, seguita da Edilizia e
Infrastrutture con 3. Aziende di tutti gli altri settori stanno
entrando a far parte dell'arena dell'Open Innovation, tra cui
Aerospazio, Automotive, Elettronica, Food, Media e Retail.
com/fus
marco.fusi@mfdowjones.it
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October 12, 2021 06:59 ET (10:59 GMT)
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