di Paolo Panerai

Dire Sirio Maccioni, a New York, negli Usa, nel mondo è stato, per gli ultimi 45 anni, come dire Richard Nixon, Jimmy Carter, George Bush, Bill Clinton, Barack Obama e perfino Donald Trump; non c'è stato un presidente degli Stati Uniti che non sia stato più volte, molti regolarmente, a Le Cirque. Ma lo sono stati il Papa Giovanni Paolo II, i grandi attori tutti, da Woody Allen a Robert De Niro, da Sofia Loren a Audrey Hepburn; ma anche i grandi e potenti consiglieri dei presidenti americani, fra tutti Henry Kissinger, che raggiungeva Sirio ogni estate in Toscana, a Montecatini; e i grandi editori da Si Newhouse jr, capo per una vita di Condé Nast, a Malcom Forbes, capo del gruppo Forbes, che quando prenotava arrivava con quattro auto, una per ciascun figlio. E tutti i banchieri, i padroni di Wall Street e i miliardari americani, a cominciare da Trump, che quando era solo un palazzinaro non passava settimana che non cenasse a Le Cirque. E quando ha pensato a candidarsi per far decollare la raccolta di fondi per la sua campagna presidenziale dove organizzò le cene? Ben due all'ultimo Le Cirque, nel palazzo Bloomberg. E non c'è stato italiano, francese, tedesco, cinese, sudamericano di un certo standing che non sia stato, passando da New York, almeno una volta a Le Cirque o a Il Circo.

Sirio, che ci ha lasciato nella notte di domenica, nella sua Montecatini, certo a 88 anni era un vero domatore, non solo dei suoi clienti, ma di tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo. Era dominante, perché aveva visto in faccia e analizzato i più potenti del mondo. Per raccontarlo ci sono voluti quattro libri. Ha conquistato l'America e il mondo che conta, ma non si è mai dimenticato di essere italiano. Nessuno come lui è stato promotore dell'Italia e dei prodotti italiani, dai vini ai formaggi, ai fagioli di Sorana. Tutti coloro che hanno visto rafforzare i propri prodotti negli Usa gli devono e hanno riconoscenza per lui. Il più commosso è Piero Antinori, che è stato fra i primi a sapere della morte, giunta dopo qualche anno difficile. Difficile fisicamente, per una menomazione che lo colpì durante una crociera su una nave della Holland America: il grande capo della più grande flotta da crociere del mondo, Micky Arison, portava ogni estate il suo yacht nel Mediterraneo per poter andare a mangiare su una delle sue navi con ristorante Le Cirque. E poi, inevitabilmente, doveva passare da Montecatini, per le cene intorno alla piscina dove cucinava la moglie di Sirio, Egidiana, grande promessa del canto, abbandonato per sposare Sirio, mentre i migliori prodotti italiani abbondavano. Perché, sempre, Sirio voleva che l'Italia primeggiasse. Quando l'Italia andò in finale nel Campionato del mondo in Spagna, i figli (Mario, Marco e Mauro) gli chiesero: Babbo, portaci a vedere la finale: chi ci può trovare i biglietti? E Sirio: li chiederò al re Juan Carlos. E i tre ragazzi videro la finale. Per molti anni è stato il sosia di John Wayne e si è anche divertito a farsi passare per lui. Le donne belle di New York lo adoravano perché a pranzo riservava sempre un lungo tavolo per loro: da Jacqueline Kennedy alle grandi attrici. Un giorno, un grandissimo fotografo, Slim Aarons, riuscì a fotografarlo per Town & Country, il mensile degli americani ricchi, disteso su quel tavolo con tutte le belle e ricche donne di New York intorno a lui. Sirio è stato anche un grande amico di Luigi Veronelli, perché Gino aveva intuito che Sirio aveva riscattato la cucina italiana. Fondò Le Cirque dopo un'avventura al famoso Colony, l'antenato di Le Cirque. Era il maître e quella sera al tavolo principale c'era l'armatore greco Stavros Niarchos, con una immancabile bella donna. Il cameriere scivolò e il pollo di Bresse finì sotto il tavolo. Sirio riuscì a distrarre Niarchos e la bella ragazza per il tempo che il cameriere recuperasse il pollo senza farsene accorgere. E Sirio così accontentò Niarchos, che quando era in bella compagnia non voleva perdere troppo tempo a mangiare. Allora la cucina italiana era negletta, perché considerata solo da bassa osteria. Così Sirio chiamò il suo ristorante con nome francese e anche un menu sostanzialmente francese. Ma poi lui andava al tavolo e suggeriva tutti piatti italiani. Proprio per questo tutti i grandi chef francesi, lui che non era cuoco, lo adoravano e rispettavano, da Paul Bocuse a Roger Vergé, ad Alain Ducasse. Anche loro tutte le estati passavano da Montecatini. Dove Sirio aveva cominciato come ragazzo dell'ascensore all'Hotel della Pace. Per sua fortuna e per fortuna di Egidiana e dei figli, ha lasciato questa terra e una storia ineguagliabile proprio nella sua Montecatini. Class Editori, a cui Sirio ha voluto molto bene, e, personalmente Paolo, Nicoletta, Luca e Beatrice Panerai si stringono a Egidiana e a Mario, Marco e Mauro nella maniera più commossa. Ciao Sirio.

red

 

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April 21, 2020 02:20 ET (06:20 GMT)

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