Le Cirque: Addio a Sirio Maccioni, il domatore
21 Aprile 2020 - 8:35AM
MF Dow Jones (Italiano)
di Paolo Panerai
Dire Sirio Maccioni, a New York, negli Usa, nel mondo è stato,
per gli ultimi 45 anni, come dire Richard Nixon, Jimmy Carter,
George Bush, Bill Clinton, Barack Obama e perfino Donald Trump; non
c'è stato un presidente degli Stati Uniti che non sia stato più
volte, molti regolarmente, a Le Cirque. Ma lo sono stati il Papa
Giovanni Paolo II, i grandi attori tutti, da Woody Allen a Robert
De Niro, da Sofia Loren a Audrey Hepburn; ma anche i grandi e
potenti consiglieri dei presidenti americani, fra tutti Henry
Kissinger, che raggiungeva Sirio ogni estate in Toscana, a
Montecatini; e i grandi editori da Si Newhouse jr, capo per una
vita di Condé Nast, a Malcom Forbes, capo del gruppo Forbes, che
quando prenotava arrivava con quattro auto, una per ciascun figlio.
E tutti i banchieri, i padroni di Wall Street e i miliardari
americani, a cominciare da Trump, che quando era solo un
palazzinaro non passava settimana che non cenasse a Le Cirque. E
quando ha pensato a candidarsi per far decollare la raccolta di
fondi per la sua campagna presidenziale dove organizzò le cene? Ben
due all'ultimo Le Cirque, nel palazzo Bloomberg. E non c'è stato
italiano, francese, tedesco, cinese, sudamericano di un certo
standing che non sia stato, passando da New York, almeno una volta
a Le Cirque o a Il Circo.
Sirio, che ci ha lasciato nella notte di domenica, nella sua
Montecatini, certo a 88 anni era un vero domatore, non solo dei
suoi clienti, ma di tutti quelli che hanno avuto modo di
conoscerlo. Era dominante, perché aveva visto in faccia e
analizzato i più potenti del mondo. Per raccontarlo ci sono voluti
quattro libri. Ha conquistato l'America e il mondo che conta, ma
non si è mai dimenticato di essere italiano. Nessuno come lui è
stato promotore dell'Italia e dei prodotti italiani, dai vini ai
formaggi, ai fagioli di Sorana. Tutti coloro che hanno visto
rafforzare i propri prodotti negli Usa gli devono e hanno
riconoscenza per lui. Il più commosso è Piero Antinori, che è stato
fra i primi a sapere della morte, giunta dopo qualche anno
difficile. Difficile fisicamente, per una menomazione che lo colpì
durante una crociera su una nave della Holland America: il grande
capo della più grande flotta da crociere del mondo, Micky Arison,
portava ogni estate il suo yacht nel Mediterraneo per poter andare
a mangiare su una delle sue navi con ristorante Le Cirque. E poi,
inevitabilmente, doveva passare da Montecatini, per le cene intorno
alla piscina dove cucinava la moglie di Sirio, Egidiana, grande
promessa del canto, abbandonato per sposare Sirio, mentre i
migliori prodotti italiani abbondavano. Perché, sempre, Sirio
voleva che l'Italia primeggiasse. Quando l'Italia andò in finale
nel Campionato del mondo in Spagna, i figli (Mario, Marco e Mauro)
gli chiesero: Babbo, portaci a vedere la finale: chi ci può trovare
i biglietti? E Sirio: li chiederò al re Juan Carlos. E i tre
ragazzi videro la finale. Per molti anni è stato il sosia di John
Wayne e si è anche divertito a farsi passare per lui. Le donne
belle di New York lo adoravano perché a pranzo riservava sempre un
lungo tavolo per loro: da Jacqueline Kennedy alle grandi attrici.
Un giorno, un grandissimo fotografo, Slim Aarons, riuscì a
fotografarlo per Town & Country, il mensile degli americani
ricchi, disteso su quel tavolo con tutte le belle e ricche donne di
New York intorno a lui. Sirio è stato anche un grande amico di
Luigi Veronelli, perché Gino aveva intuito che Sirio aveva
riscattato la cucina italiana. Fondò Le Cirque dopo un'avventura al
famoso Colony, l'antenato di Le Cirque. Era il maître e quella sera
al tavolo principale c'era l'armatore greco Stavros Niarchos, con
una immancabile bella donna. Il cameriere scivolò e il pollo di
Bresse finì sotto il tavolo. Sirio riuscì a distrarre Niarchos e la
bella ragazza per il tempo che il cameriere recuperasse il pollo
senza farsene accorgere. E Sirio così accontentò Niarchos, che
quando era in bella compagnia non voleva perdere troppo tempo a
mangiare. Allora la cucina italiana era negletta, perché
considerata solo da bassa osteria. Così Sirio chiamò il suo
ristorante con nome francese e anche un menu sostanzialmente
francese. Ma poi lui andava al tavolo e suggeriva tutti piatti
italiani. Proprio per questo tutti i grandi chef francesi, lui che
non era cuoco, lo adoravano e rispettavano, da Paul Bocuse a Roger
Vergé, ad Alain Ducasse. Anche loro tutte le estati passavano da
Montecatini. Dove Sirio aveva cominciato come ragazzo
dell'ascensore all'Hotel della Pace. Per sua fortuna e per fortuna
di Egidiana e dei figli, ha lasciato questa terra e una storia
ineguagliabile proprio nella sua Montecatini. Class Editori, a cui
Sirio ha voluto molto bene, e, personalmente Paolo, Nicoletta, Luca
e Beatrice Panerai si stringono a Egidiana e a Mario, Marco e Mauro
nella maniera più commossa. Ciao Sirio.
red
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April 21, 2020 02:20 ET (06:20 GMT)
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