Alla luce delle più recenti evoluzioni dell'emergenza sanitaria legata al coronavirus, Lu-Ve ha adottato alcune misure di controllo e prevenzione necessarie, di concerto con le autorità locali e le rappresentanze sindacali, presso tutti le sedi del gruppo.

In particolare, si legge in una nota, per ridurre al massimo la presenza del personale negli uffici, l'azienda ha applicato lo smart working presso tutte le sedi.

La produzione è stata fermata fino al 13 aprile in India e in Italia (ad esclusione di una linea di produzione dedicata alle macchine per il settore ospedaliero ed alle spedizioni di prodotti già pronti a magazzino e dei ricambi). Al momento non si può escludere che tali misure vengano ulteriormente prolungate.

In Italia, sulla base delle richieste di alcuni clienti attivi in filiere considerate strategiche, il gruppo ha presentato richiesta per la riapertura parziale di altre linee di produzione in tutti gli stabilimenti, a partire da oggi.

In Russia, dopo sei giorni lavorativi di lockdown, la riapertura è stata fissata al 7 aprile, a seguito dell'inserimento della filiera della refrigerazione tra le attività strategiche, che non possono essere fermate.

Lo stabilimento cinese di Tianmen (Hubei) sito nell'area di principale diffusione del virus in Cina ha gradualmente riavviato la produzione a partire dal 13 marzo, dopo un periodo di chiusura straordinaria di oltre un mese. Il riavvio della produzione in Cina (circa il 2% del fatturato di gruppo), rappresenta un'importante esperienza di successo nel gestire una situazione complessa. L'acquisizione degli ordini, appena dopo la riapertura, è stata sostenuta.

Gli altri stabilimenti esteri del Gruppo, in Finlandia, Polonia, Rep.Ceca, Svezia e Usa, sono operativi. Tuttavia, non si può escludere che le varie autorità locali possano adottare misure restrittive, via via più stringenti per contrastare l'espansione dell'epidemia.

Complessivamente, la capacità produttiva del Gruppo ad oggi in lockdown è stimabile tra il 50 ed il 55%. Tale situazione è mitigata dal fatto che anche alcuni importanti clienti hanno interrotto la produzione permettendo di ritardare la consegna degli ordini a portafoglio (a oggi il gruppo non ha quasi subito cancellazioni di ordini).

A copertura del rischio di liquidità, l'azienda dispone di 122 milioni di euro di saldi attivi di conto corrente e liquidità investita, 22,5 milioni di linee di credito a breve termine non utilizzate, 25 milioni di un contratto di finanziamento chirografario con Intesa Sanpaolo della durata di 66 mesi (di cui 12 di preammortamento), rimborsabile a rate trimestrali a capitale costante (durata media 3,1 anni) e 30 milioni legati a un contratto finanziamento chirografario con Ubi B., della durata di 36 mesi (di cui 12 di preammortamento), rimborsabile in rate trimestrali a capitale costante (durata media 1,9 anni). Ci sono poi 3,5 milioni d'ampliamento in corso di linee di credito a breve termine e fino a 70 milioni di nuove operazioni di finanziamento chirografario in fase di perfezionamento. Infine, un istituto di credito ha proposto all'azienda una moratoria volontaria che ha ridotto i rimborsi in linea capitale per il 2020 di circa 2,6 milioni.

com/ofb

MF-DJ NEWS

0617:21 apr 2020

 

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April 06, 2020 11:23 ET (15:23 GMT)

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