MF CONTRARIAN: perché il bitcoin non ha paura dell'Euro digitale
22 Luglio 2021 - 8:10AM
MF Dow Jones (Italiano)
Da mesi si parla delle Central Bank Digital Currency (Cbdc), le
monete elettroniche emesse dalle banche centrali come alternativa
di contrasto allo sviluppo delle valute virtuali, in particolare
del bitcoin. C'è chi sostiene infatti che «la risposta al
proliferare di criptovalute private non può che essere il rapido
lancio delle valute digitali direttamente emesse e garantite da
banche centrali», come a dire che quando ci saranno le Cbdc i
cittadini non avranno più interesse a utilizzare le
criptovalute.
Ma è veramente così? La nascita delle criptovalute ha dato
origine allo sviluppo di progetti privati come diem di Facebook (ex
libra) o pubblici e governativi, sia in Asia, con lo yuan digitale,
che in Occidente, come appunto il progetto dell'euro digitale (che
comunque si concluderebbe soltanto tra cinque anni). Il tutto allo
scopo di rendere possibili pagamenti e regolazioni internazionali
più immediati, meno onerosi e governati in modo slegato dal dollaro
statunitense, oltre che politiche monetarie più efficaci. Quello
che però le banche centrali non sembrano comprendere è che il
bitcoin non è nato per una questione di mera digitalizzazione. Il
bitcoin, fondato sulla tecnologia dei registri distribuiti e su un
algoritmo open-source, elementi che determinano la fiducia
condivisa nel sistema utilizzato, è nato al fine di creare uno
strumento di scambio di valore scarso non censurabile da parte di
nessuna autorità «esterna». Sono pertanto noti a priori i
meccanismi di generazione e scambio di moneta, compresa l'emissione
limitata, onde preservare l'elemento della scarsità. L'algoritmo,
inoltre, può essere modificato «democraticamente» qualora la
maggioranza degli utilizzatori decida di farlo tramite le
cosiddette Bip (Bitcoin improvement proposal), l'ultimo dei quali
ha raggiunto da poco il consenso necessario per entrare a regime il
prossimo novembre.
Del resto, Satoshi Nakamoto, lo sviluppatore che rilasciò il
blocco originale dei primi bitcoin nel 2009, proprio in quel blocco
lasciò un messaggio (riportante il titolo della prima pagina del
Times, "_03/Gen/2009 Il cancelliere sull'orlo del secondo
salvataggio delle banche_ ") che alludeva in modo chiaro alla vera
ragione per cui nasceva la criptovaluta: non per una banale
questione correlata alla domanda di moneta digitale, ma per fornire
un'alternativa monetaria alle banche centrali, considerate
inaffidabili. Un sistema che si contrappone al paradigma classico,
quello basato su una Banca centrale che ultimamente «stampa» nella
quantità, con la tempistica e con i tassi da lei stabiliti, diversi
miliardi (di dollari per la Fed o di euro per la Bce) nella
speranza di governare l'inflazione e indirizzare l'economia, sulla
base dei propri meccanismi politici centrali e non di rado fallendo
i propri obiettivi, come le numerose crisi di questi ultimi
quindici anni hanno dimostrato. Ecco perché le Cbdc, comunque
centralizzate, saranno utili e funzionali agli scopi delle banche
centrali, ma non saranno la risposta alle valute virtuali. Ritengo
invece che le banche centrali dovrebbero iniziare a ragionare per
fornire una risposta su questi due vettori: «trasparenza» e
«democraticità» della politica monetaria per poter vincere la sfida
della concorrenza dei prossimi anni, quella tra le monete. Per
fortuna all'estero qualcuno pare avere compreso la reale natura
della questione. È il caso, per esempio, degli Stati Uniti, dove
Eric Adams, candidato sindaco di New York per i Democratici ha
dichiarato di voler lavorare affinché la Grande Mela diventi
capitale mondiale del bitcoin. Ma novità arrivano anche dalla
Germania, dove poche settimane fa è stata approvata una legge che
permette ai «fondi speciali».
(Spezialfonds) di allocare fino al 20% del portafoglio in
criptovalute. Il fenomeno non può essere fermato e tantomeno ci
riusciranno le Cbdc, come pensa illusoriamente la Bce. Il fenomeno
si deve prima accettare, poi governare. È il momento che anche
altri Paesi europei, Bruxelles, Francoforte e sopratutto Roma se ne
rendano conto per cogliere le opportunità di questa
innovazione.
Di Davide Zanichelli, deputato M5s
MF - Mercati Finanziari
MF-DJ NEWS
2208:03 lug 2021
(END) Dow Jones Newswires
July 22, 2021 02:03 ET (06:03 GMT)
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