Mediaset: Vivendi pronto a offensiva da buyback a sede (Sole)
20 Aprile 2021 - 9:54AM
MF Dow Jones (Italiano)
Cinque anni di carte bollate tra Mediaset e Vivendi per la
mancata compravendita della pay-tv Premium hanno portato il
Tribunale a stabilire in 1,7 milioni l'entità del risarcimento
dovuto dalla media company transalpina al gruppo del Biscione,
cifra dalla quale, dedotte le spese processuali a carico di
Mediaset, resta poco per pagare gli avvocati. Per Mediaset e la sua
controllante Fininvest , che avevano chiesto fino a 3 miliardi di
danni, uno smacco.
Il ricorso in appello, scrive Il Sole 24 Ore, è già stato
annunciato, contando di far leva anche su elementi emersi in sede
di indagine penale per la scalata che nel dicembre del 2016 aveva
portato il gruppo che fa capo a Vincent Bollorè a ridosso della
soglia dell'Opa nel capitale di Mediaset. Ma nell'immediato è
scontato che Cologno dovrà fronteggiare l'invasione dei "Galli",
che aveva cercato con tutte le forze di arginare. A fine giugno
Mediaset terrà l'assemblea di bilancio che dovrà anche rinnovare
gli organi sociali. Con l'occasione, proprio ieri, il consiglio ha
deciso di proporre ai soci il riacquisto di azioni proprie fino al
massimo del 20%, tenuto conto che la società ha già in portafoglio
il 3,56% del capitale. Per questa via la holding della famiglia
Berlusconi, che detiene il 44,2% del capitale, potrebbe salire fino
a oltre il 55% dei diritti di voto. Salvo che, col meccanismo del
white-wash, occorrerebbe avere l'ok della maggioranza delle
minoranze presenti in assemblea.
Ora, con tutta probabilità, Vivendi si presenterà
all'appuntamento con tutto il suo pacchetto, pari al 28,8% del
capitale, con annessi diritti di voto. L'offensiva legale dei
francesi ha portato alla disapplicazione, in sede di Corte europea,
della norma del Tusmar (il testo unico dei servizi di media
audiovisivi e radiofonici) che impediva la contemporanea presenza
di Vivendi in Tim e Mediaset con quote rilevanti. Difficile che
l'Agcom intervenga ancora per sterilizzare i diritti di voto in
eccesso del 10%, come aveva fatto interpretando la legge Gasparri.
Con una quota di tali proporzioni, Vivendi avrà da una parte la
possibilità di bloccare il buy-back e quindi l'ulteriore
rafforzamento di Fininvest in Mediaset, dall'altra avrà i numeri
per aggiudicarsi tutti i posti riservati in consiglio alle
minoranze: due amministratori nel caso il board sia composto da un
massimo di dieci membri o tre nel caso il numero dei consiglieri
sia fissato da 11 a 15.
Con il 28,8% del capitale Vivendi disporrà inoltre di una
pressochè certa "minoranza" di blocco nelle assemblee straordinarie
dove le delibere sono valide se prese con la maggioranza dei due
terzi del capitale presente. In altri termini, Bollorè avrà
l'ultima parola anche sulle operazioni straordinarie, quali il
trasferimento di sede (già saltato il trasloco in Olanda, col
progetto Media for Europe, proprio per l'opposizione dei francesi)
o le fusioni societarie. Resta ancora da capire come evolverà la
vicenda penale relativa alla scalata di Vivendi: chiuse le indagini
da qualche mese, non ci sono notizie su eventuali rinvii a
giudizio. Logica vorrebbe tuttavia che i due gruppi si sedessero
nuovamente al tavolo per evitare altri anni di Vietnam, che
finirebbero per compromettere i tentativi di Mediaset di
ritagliarsi un futuro sul palcoscenico europeo
pev
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April 20, 2021 03:39 ET (07:39 GMT)
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