Vivendi, che è il primo azionista "in sonno" di Tim e il secondo "congelato" in Mediaset, si è sentita offesa dall'emendamento "salva Mediaset" che è appena passato in Senato, ritenendo ingiusto lo schiaffo politico ricevuto quando pensava di aver conquistato la fiducia delle istituzioni per essersi "comportata bene" sul fronte Tim.

Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che l'irritazione può prendere la forma di una lettera alla Ue contro l'emendamento che dovrebbe proteggere Mediaset da un'impossibile scalata francese, impossibile senza l'accordo di Fininvest che è ormai a un passo dal 50%. Vivendi ha intenzione di opporsi in tutti i modi contro una mossa che va contro la recente pronuncia della Corte di giustizia europea che ha messo in dubbio la compatibilità con le regole Ue della legge Gasparri.

Il prossimo 16 dicembre, al Tar del Lazio, è fissata l'udienza per la causa contro la delibera Agcom che aveva imposto ai francesi la scelta tra mantenere oltre il 10% la quota in Telecom o quella in Mediaset, sulla base appunto della legge Gasparri. Su entrambi i fronti la media company che fa capo a Vincent Bolloré si è discretamente impantanata. In Tim ha subito l'iniziativa attivista del fondo Elliott e da quasi tre anni è in minoranza in cda pur avendo, col 23,94%, una quota a un soffio dalla soglia d'Opa. In Mediaset - dove ha rastrellato il 28,8% del capitale fermandosi anche qui a un passo dall'Opa - ha segnato un punto importante in sede Ue, silurando la legge Gasparri, che costituiva l'architrave della difesa del Biscione, ma la questione è tutt'altro che risolta. Tant'è che non risultano contatti attivi, nemmeno tra i legali, su alcuna ipotesi di compromesso.

Ora l'emendamento inserito nell'ultimo Dl Covid, attualmente alla Camera, dovrebbe essere convertito in legge pochi giorni prima dell'udienza al Tar. Prevede che Agcom avvii un'istruttoria per verificare eventuali lesioni del pluralismo nel caso di un soggetto che operi nel mercato delle comunicazioni elettroniche e contemporaneamente in un altro mercato tra quelli del sistema integrato delle comunicazioni «anche attraverso partecipazioni in grado di determinare un'influenza notevole».

Secondo la relazione illustrativa l'emendamento è finalizzato a coprire temporaneamente il vuoto normativo creato dalla sentenza della Corte di giustizia Ue, che ha ritenuto in contrasto con le regole comunitarie il comma 11 dell'articolo 43 del Tusmar, alla base della delibera Agcom dell'aprile 2017 che ha portato appunto Vivendi a "congelare" sotto il 10% le proprie quote in Mediaset. La delibera Agcom contestata potrebbe quindi essere disapplicata, ma in ogni caso l'Agcom dovrà tener conto anche delle nuove disposizioni normative italiane.

pev

 

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November 13, 2020 02:50 ET (07:50 GMT)

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