Mediobanca: domani soci patto a confronto su equilibri e governance
29 Settembre 2021 - 11:40AM
MF Dow Jones (Italiano)
Entra nel vivo la partita sulla governance di Mediobanca. Domani
si riunirà il patto di consultazione - il cosiddetto patto light -
che vede la famiglia Doris come capofila. La riunione - a quanto si
apprende - utile in vista dell'assemblea dei soci del 28 ottobre,
esaminerà anche i recenti accadimenti, ovvero l'uscita dei Benetton
dall'accordo parasociale e le richieste della Delfin di Leonardo
Del Vecchio circa le modifiche statutarie.
Va ricordato che al 31 dicembre 2018 è cessato lo storico patto
di sindacato di blocco, che dal 1* gennaio 2019 è stato sostituito
da un accordo di consultazione tra i soci di Mediobanca che
attualmente raggruppa il 10,7% circa del capitale. L'accordo non
prevede impegni né di blocco né di voto sulle azioni apportate,
regola le modalità di incontro per condividere riflessioni e
considerazioni in merito all'andamento del gruppo, in un contesto
di parità informativa rispetto al mercato.
Nonostante l'intesa non preveda impegni di blocco né di voto
ieri una famiglia di peso aderente al patto, quella dei Benetton,
ha fatto sapere di non voler proseguire nella corsa. In serata
Edizione, detentrice del 2,1% in Mediobanca per il tramite della
sua controllata Schematrentatre, ha reso noto che è stata inviata
disdetta dell'accordo di consultazione fra i soci. La disdetta si
colloca nell'ambito del percorso di ridefinizione delle linee
strategiche del gruppo e "ha l'obiettivo di mantenere l'assoluta
neutralità della visione di Edizione in relazione alle
partecipazioni finanziarie detenute, con la volontà di non
schierarsi nelle attuali vicende che occupano Mediobanca, pur
esprimendo pieno apprezzamento per l'attività svolta dal suo
management".
Il patto - che è in scadenza il 31 dicembre - di conseguenza si
alleggerisce e verranno presumibilmente rivisti anche alcuni
equilibri. L'intesa "light" riunisce tra gli altri i Doris (3,28%
tramite Mediolanum e 0,50% tramite Finprog), il Gruppo Gavio
(0,66%), il Gruppo Ferrero (0,64%), il gruppo Pecci (0,52%), gli
Angelini (0,45%), Vittoria Ass. (0,25%), la famiglia Lucchini (con
lo 0,38%). Secondo alcuni osservatori la riunione di domani
potrebbe essre anche l'occasione per la comunicazione
dell'arrotondamento di alcune quote.
All'attenzione di queste dinastie - oltre all'uscita dei
Benetton - ci saranno anche le richieste di Delfin sullo Statuto.
La holding propone l'eliminazione della previsione statutaria
secondo cui due amministratori (qualora il numero di consiglieri
sia pari o inferiore a tredici) o tre amministratori (qualora il
numero dei consiglieri sia superiore a tredici, come nel caso del
consiglio in carica costituito da quindici gli amministratori),
devono essere scelti tra i dipendenti che da almeno tre anni siano
dirigenti di società appartenenti al Gruppo Mediobanca. La seconda
proposta è la modifica del sistema di nomina degli amministratori
al fine di aumentare la rappresentanza delle minoranze nel
consiglio, dagli attuali due a tre o quattro amministratori, a
seconda di quante liste di minoranza siano presentate, e permettere
che più liste di minoranza possano concorrere alla nomina degli
amministratori di minoranza, in ragione dei voti espressi dagli
azionisti.
Due richieste di integrazione tutto sommato ragionevoli. La
prima norma risaliva infatti alla fusione tra Unicredit e Capitalia
per rispondere alle regole Antitrust e garantire l'indipendenza del
management Mediobanca. Inizialmente l'indicazione era molto più
rigida: i manager dovevano essere 5 in Cda e l'a.d. doveva essere
scelto tra questi 5 manager. Successivamente era stata ammorbidita:
i manager erano passati da 5 a 3 ed era stata eliminata la
prescrizione relativa all'a.d. In questo caso la richiesta di
Delfin è quindi coerente e in linea con il lavoro di
normalizzazione in corso.
La seconda richiesta prevede di aumentare il numero di posti
alle minoranze: da 2 a 3 o 4. Delfin di fatto propone che venga
presentata anche una terza lista con meccanismi di quozienti
proporzionali. Non ci sarebbe da parte di Mediobanca una chiusura a
priori su questo punto. Il Cda si riunirà prossima settimana per
esaminare se l'ipotesi possa incontrare o meno il favore del
mercato. Paradossalmente, infatti, ciò potrebbe comportare una
diminuzione della rappresentanza dei fondi in assemblea. Se
Assogestioni arrivasse terza prenderebbe un solo rappresentante e
dimezzerebbe la sua rappresentanza. In astratto può essere una
norma positiva (come è già per Generali) ma occorre capire che
risultati darà applicata al caso concreto.
Il fatto poi che Del Vecchio abbia messo nero su bianco di non
avere intenzione di chiedere la revoca dell'attuale Cda
dell'istituto di Piazzetta Cuccia e che fino alla scadenza non ci
sarà nessun cambiamento ha gettato acqua sul fuoco. La mossa - nel
suo complesso - è stata letta come un avviso, forse, ma anche come
una richiesta che non modifica gli equilibri in vista
dell'assemblea di Generali Ass. Un'azione, insomma, in linea con il
profilo di investitore finanziario autorizzato dalla Bce.
claudia.cervini@mfdowjones.it
cce
MF-DJ NEWS
2911:24 set 2021
(END) Dow Jones Newswires
September 29, 2021 05:25 ET (09:25 GMT)
Copyright (c) 2021 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Generali (BIT:G)
Storico
Da Mar 2024 a Apr 2024
Grafico Azioni Generali (BIT:G)
Storico
Da Apr 2023 a Apr 2024