Il reselling contagia la moda. E la pandemia sembrerebbe

aver accelerato ulteriormente questa tendenza. Per cominciare, solo

qualche giorno fa Gucci, marchio del gruppo Kering, ha fatto il suo

ingresso nella fashion circular economy grazie a una nuova partnership con

The RealReal, e-tailer specializzato nella vendita di beni di seconda

mano, già partner di altre griffe tra cui Burberry. La maison della doppia

G si è mossa sulla scia di tante iniziative che, in un contesto

macro-economico volatile come quello attuale, esaltano e spingono il

mercato dell'usato.

«Un mercato che secondo le nostre stime potrà raggiungere i 30 miliardi

di dollari entro il 2025 rispetto ai 25 attuali», ha spiegato a MFF

Antonio Achille, senior partner e global head of luxury di McKinsey &

company. Analizzando l'andamento degli ultimi due anni, spiega l'esperto,

si evince che mentre il comparto fashion è cresciuto di solo il 4% tra il

2018 e il 2020 quello del second-hand del 12%. C'è una convergenza di

diversi fattori che avvicinano i consumatori all'abbigliamento di seconda

mano. Innanzitutto la presenza di piattaforme digital, come Dresscode e

Vestiaire collective, che consentono questa tipologia di scambio e che

forniscono un'esperienza di consumo simile allo shopping tradizionale. Poi

una preferenza dei clienti verso la short ownership e una maggiore

attenzione al green. Infine, la possibilità di poter aver accesso a

prodotti di brand iconici a prezzi accessibili.

Lo stesso giorno in cui Gucci ha siglato l'accordo con The RealReal,

Levi's ha svelato la sua nuova iniziativa di moda eco: Levi's secondhand,

un programma interno per il recupero e la rivendita di capi in denim. Nel

quadro dell'iniziativa, i capi già indossati ma ancora portabili saranno

rinnovati e rivenduti per prolungarne il ciclo di vita. Un modo efficace

per combattere l'inquinamento. Come già detto, così come è accaduto nel

2008, quando il luxury resale ha preso piede a ridosso della prima grande

crisi del lusso, l'emergenza sanitaria è stata senz'altro un acceleratore

di un trend che si sta muovendo da anni. Lo sottolinea anche Max Bittner,

ceo di Vestiaire collective: «Riteniamo che l'attuale crisi spingerà la

virata dei consumatori verso la sostenibilità. Un numero sempre maggiore

di persone guarda al proprio armadio come a un'ulteriore fonte di

reddito». A tal proposito, evidenzia Antonio Achille, i Millennials e la

Gen Z presentano una percentuale di vendita e di acquisto più elevata

rispetto agli altri segmenti di popolazione. Anche la fascia più adulta

(la cosiddetta Generazione silver) è attiva nel second-hand ma è

predisposta più all'acquisto che alla vendita dei prodotti.

«Durante il lockdown le persone hanno avuto anche più tempo in casa per

sistemare i propri armadi aumentando l'offerta di capi di seconda mano,

come dimostra il +44% di prodotti in vendita registrato ad aprile e la

crescita record di fatturato delle piattaforme second hand online», ha

commentato a MFF Elena De Cò, associate partner e head of Ey strategy

fashion & luxury. E in questo contesto, anche Cos, brand del gruppo H&M,

si è lanciato nel reselling attraverso una piattaforma web dedicata. Lo

stesso servizio è stato proposto da Zalando in Germania e Spagna e presto

si estenderà ad altri paesi. Una tendenza, quella del resale, che è

destinata a crescere. In un report di Barclays, spiega l'analista Anushka

Challawala, si evidenzia come nel 2030 circa il 17% della merce di un

guardaroba di un cliente medio sarà di seconda mano, un aumento

consistente rispetto alla percentuale pari al 3% del 2009.

L'ascesa del resale, fa poi notare Swetha Ramachandran di Gam, porterà

però a un ulteriore gap tra i marchi che hanno un appeal in termini di

collezionismo/investimento rispetto a quelli che sono più soggetti a mode

transitorie e che potrebbero non resistere alla prova del tempo. Nel

resale market la categoria più acquistata, fa notare Achille di McKinsey,

sono le borse (pari al 45%), seguite da abbigliamento, leather goods e

orologi. Percentuali più basse invece per accessori e scarpe. Tra le

maison preferite per le borse Chanel, Louis Vuitton, Gucci, Dior e Hermès,

per citarne alcune.

red/lde

fine

MF-DJ NEWS

1408:57 ott 2020

 

(END) Dow Jones Newswires

October 14, 2020 02:59 ET (06:59 GMT)

Copyright (c) 2020 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Kering (EU:KER)
Storico
Da Mar 2024 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Kering
Grafico Azioni Kering (EU:KER)
Storico
Da Apr 2023 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Kering