Moda: la pelletteria fa volare Lvmh e Hermès (MFF)
03 Novembre 2021 - 8:47AM
MF Dow Jones (Italiano)
Con una domanda particolarmente solida da lungo tempo, la
pelletteria e la gioielleria si affermano come i vincitori assoluti
del lusso. E a dominare questi due segmenti, secondo un'analisi
anticipata a MFF dall'asset manager tedesco Dje kapital, sono in
particolare la maison Hermès, il gruppo Lvmh e i preziosi di
Cartier.
La divisione della pelletteria è infatti uno dei principali
driver della performance del colosso di Bernard Arnault, con Louis
Vuitton che continua a beneficiare di una forte domanda e Dior che
è attualmente tra i brand in più rapida crescita. Non a caso le
vendite del primo semestre di quest'anno nel segmento leather hanno
mostrato una crescita del 57% su base annua e del 38% rispetto ai
livelli pre-crisi del 2019. Di conseguenza, tre quarti dell'utile
operativo del gruppo proviene attualmente da questo segmento.
Allo stesso modo la domanda di prodotti in pelle risulta in
incremento del 47% anche per Hermès, che a sua volta ha saputo
riprendersi bene dalla pandemia mettendo a segno nella prima metà
del 2021 vendite a +77% annuo e +33% rispetto al 2019. «Una
caratteristica comune a Hermès e Lvmh è che entrambi distribuiscono
le loro merci quasi esclusivamente attraverso i propri canali. Ciò
consente di avere il controllo totale sui prezzi in ogni momento e
di avere la garanzia che anche in tempi di crisi il brand non
subisca alcun danno reputazionale per sconti eccessivi», ha
specificato Hagen Ernst, deputy head of research & portfolio
management di Dje kapital. Per molto tempo anche le borse Gucci del
direttore creativo Alessandro Michele sono state fortemente
richieste, tuttavia da allora lo slancio si è indebolito
significativamente e il marchio di Kering è cresciuto solo del 3,8%
nel terzo trimestre con un utile operativo ancora inferiore ai
livelli pre-crisi.
Rimane invece molto forte la domanda di gioielli e, in questo
ambito, Cartier è di gran lunga il player principale con un
fatturato di oltre 5 miliardi di euro. Prodotti di culto come il
Love bracelet o l'anello Trinity vendono così bene in tutto il
mondo che la maison può ora contare su quasi il doppio delle
vendite di Tiffany & co. Assieme a Van Cleef & Arpels, la
gioielleria rappresenta ormai quasi tutti i profitti del
controllante gruppo Richemont, con le vendite dell'ultimo trimestre
aumentate del 142% sul 2020 e del 35% rispetto al 2019. Anche Lvmh
ha fatto leva sul segmento dei preziosi acquisendo Bulgari per 4,3
miliardi di euro nel 2011 e Tiffany & co per circa 14 miliardi
nel 2019. Anche il gruppo Swatch nel 2013 ha investito nella
gioielleria rilevando il marchio americano Harry Winston per 1
miliardo di dollari (pari a oltre 860 milioni di euro al cambio di
ieri).
Gli orologi non hanno invece performato altrettanto bene e,
mentre quelli di fascia alta di brand gestiti privatamente come
Rolex, Audemars Piguet e Patek Philippe continuano ad avere una
domanda solida a fronte di un'offerta così ridotta al punto che gli
orologi usati sono adesso più costosi dei nuovi, i marchi nella
fascia di prezzo medio-bassa faticano a competere col successo
degli smartwatch. Swatch, che opera quasi esclusivamente nel
mercato degli orologi, ne ha risentito particolarmente e di
conseguenza il titolo è rimasto fermo negli ultimi cinque anni.
«Grazie al successo di Cartier, ora la principale fonte di
profitti, il titolo Richemont ha invece performato meglio, con un
aumento dell'84% nello stesso periodo, sebbene non sia stato in
grado di tenere il passo di altri gruppi che hanno potuto contare
sul segmento dei prodotti leather, come Lvmh (+350%), Kering
(+306%) e Hermès (+252%)», ha concluso Hagen Ernst.
lde
MF-DJ NEWS
0308:32 nov 2021
(END) Dow Jones Newswires
November 03, 2021 03:32 ET (07:32 GMT)
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