Con una domanda particolarmente solida da lungo tempo, la pelletteria e la gioielleria si affermano come i vincitori assoluti del lusso. E a dominare questi due segmenti, secondo un'analisi anticipata a MFF dall'asset manager tedesco Dje kapital, sono in particolare la maison Hermès, il gruppo Lvmh e i preziosi di Cartier.

La divisione della pelletteria è infatti uno dei principali driver della performance del colosso di Bernard Arnault, con Louis Vuitton che continua a beneficiare di una forte domanda e Dior che è attualmente tra i brand in più rapida crescita. Non a caso le vendite del primo semestre di quest'anno nel segmento leather hanno mostrato una crescita del 57% su base annua e del 38% rispetto ai livelli pre-crisi del 2019. Di conseguenza, tre quarti dell'utile operativo del gruppo proviene attualmente da questo segmento.

Allo stesso modo la domanda di prodotti in pelle risulta in incremento del 47% anche per Hermès, che a sua volta ha saputo riprendersi bene dalla pandemia mettendo a segno nella prima metà del 2021 vendite a +77% annuo e +33% rispetto al 2019. «Una caratteristica comune a Hermès e Lvmh è che entrambi distribuiscono le loro merci quasi esclusivamente attraverso i propri canali. Ciò consente di avere il controllo totale sui prezzi in ogni momento e di avere la garanzia che anche in tempi di crisi il brand non subisca alcun danno reputazionale per sconti eccessivi», ha specificato Hagen Ernst, deputy head of research & portfolio management di Dje kapital. Per molto tempo anche le borse Gucci del direttore creativo Alessandro Michele sono state fortemente richieste, tuttavia da allora lo slancio si è indebolito significativamente e il marchio di Kering è cresciuto solo del 3,8% nel terzo trimestre con un utile operativo ancora inferiore ai livelli pre-crisi.

Rimane invece molto forte la domanda di gioielli e, in questo ambito, Cartier è di gran lunga il player principale con un fatturato di oltre 5 miliardi di euro. Prodotti di culto come il Love bracelet o l'anello Trinity vendono così bene in tutto il mondo che la maison può ora contare su quasi il doppio delle vendite di Tiffany & co. Assieme a Van Cleef & Arpels, la gioielleria rappresenta ormai quasi tutti i profitti del controllante gruppo Richemont, con le vendite dell'ultimo trimestre aumentate del 142% sul 2020 e del 35% rispetto al 2019. Anche Lvmh ha fatto leva sul segmento dei preziosi acquisendo Bulgari per 4,3 miliardi di euro nel 2011 e Tiffany & co per circa 14 miliardi nel 2019. Anche il gruppo Swatch nel 2013 ha investito nella gioielleria rilevando il marchio americano Harry Winston per 1 miliardo di dollari (pari a oltre 860 milioni di euro al cambio di ieri).

Gli orologi non hanno invece performato altrettanto bene e, mentre quelli di fascia alta di brand gestiti privatamente come Rolex, Audemars Piguet e Patek Philippe continuano ad avere una domanda solida a fronte di un'offerta così ridotta al punto che gli orologi usati sono adesso più costosi dei nuovi, i marchi nella fascia di prezzo medio-bassa faticano a competere col successo degli smartwatch. Swatch, che opera quasi esclusivamente nel mercato degli orologi, ne ha risentito particolarmente e di conseguenza il titolo è rimasto fermo negli ultimi cinque anni. «Grazie al successo di Cartier, ora la principale fonte di profitti, il titolo Richemont ha invece performato meglio, con un aumento dell'84% nello stesso periodo, sebbene non sia stato in grado di tenere il passo di altri gruppi che hanno potuto contare sul segmento dei prodotti leather, come Lvmh (+350%), Kering (+306%) e Hermès (+252%)», ha concluso Hagen Ernst.

lde

MF-DJ NEWS

0308:32 nov 2021

 

(END) Dow Jones Newswires

November 03, 2021 03:32 ET (07:32 GMT)

Copyright (c) 2021 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Kering (EU:KER)
Storico
Da Mar 2024 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Kering
Grafico Azioni Kering (EU:KER)
Storico
Da Apr 2023 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Kering