Moda: l'effetto Biden sul settore (MFF)
10 Novembre 2020 - 9:17AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il successo di Joe Biden apre le porte a scenari potenzialmente
favorevoli per il lusso europeo. Il candidato democratico ha
superato Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca e governerà
affiancato dalla prima vice-presidente donna Kamala Harris.
Il sentiment è che la vittoria di Biden, come evidenziato da
alcuni suoi collaboratori, possa mettere fine alla guerra dei dazi
con l'Ue avviata dal presidente uscente. Un risvolto positivo per
tutte le industrie del Vecchio continente, compreso l'abbigliamento
made in Italy. La fine dell'incertezza che dominava il periodo
antecedente le elezioni, ha spiegato a MFF Swetha Ramachandran,
investment manager e responsabile del fondo Gam luxury brands
equity, sarà un chiaro elemento a favore del consumo discrezionale
sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo con l'avvicinarsi
della stagione delle festività natalizie.
«Sotto l'amministrazione entrante ci aspettiamo un rapporto più
amichevole tra l'Ue e gli Usa», ha affermato l'esperta. Il che è
senz'altro positivo per le esportazioni di lusso italiane verso
l'America. Inoltre, ha ribadito l'analista, «vediamo un minor
rischio di incremento dei dazi sulla Cina», che è il più grande
mercato al mondo per il fashion e il principale motore della
recente crescita del settore. Con la vittoria di Joe Biden, il
rischio principale è quello di significativi aumenti delle tasse
negli Stati Uniti, che inciderebbero sul reddito e sulla spesa
disponibile. Lo sostiene anche Flavio Cereda di Jefferies. Secondo
la multinazionale americana, le aziende del lusso a stelle e
strisce avrebbero avuto infatti maggiori benefici da un nuovo
successo del repubblicano Donald Trump (vedere MFF del 4 novembre).
L'ascesa di Biden, infatti, potrebbe portare a un altro tipo di
problema per gli scambi tra Usa ed Europa. Il programma del nuovo
presidente prevede maggiori regole fiscali e tutele per i
lavoratori. Ciò farebbe contrarre la crescita economica interna e
quindi l'acquisto di prodotti di importazione. Ma, ha chiarito
Ramachandran, l'ipotesi di un Congresso diviso (presidente
democratico e senato repubblicano), unito alla necessità di far
uscire l'economia dalla recessione indotta dalla pandemia da
Covid-19, non lasciano pensare al momento che questo sia un
risvolto imminente o sostanziale. Come nel resto d'Europa, anche in
Italia il comparto moda guarda con positività alla futura
amministrazione Biden.
«La volontà del presidente eletto di ripristinare un dialogo
proficuo con organizzazioni internazionali come il Wto-World trade
organization ci dà motivo di attendere un nuovo clima di
multilateralismo e un rafforzamento del commercio internazionale.
Per la stessa ragione non ci attendiamo ulteriori inasprimenti dei
dazi commerciali sulle merci europee e sulle eccellenze del Made in
Italy», ha aggiunto Erika Andreetta, partner e consumer markets
consulting leader di PwC Italia. «Biden ha inoltre affermato di
voler riportare gli Usa nel perimetro dell'Accordo di Parigi e tale
inversione di marcia potrebbe determinare nuove sinergie nella
lotta ai cambiamenti climatici a livello globale, stimolando quelle
azioni sistemiche in termini sostenibilità e di circular economy
che molti brand del settore fashion implementano già da tempo.
Un'evoluzione importante per i consumatori, specialmente
Millennials e Gen Z, che tendono sempre di più a considerare i
propri governi come i veri enabler di pratiche e politiche
sostenibili». Il prossimo insediamento dell'amministrazione Biden
fa dunque ragionevolmente sperare la società di consulenza in
un'arena globale che metta al centro i valori della sostenibilità e
della cooperazione internazionale, con importanti ricadute su tutte
le industry, compresa la moda. Intanto sui listini europei si
scatenano gli acquisti. A partire da Piazza Affari, che dopo una
giornata brillante ha visto i titoli del lusso chiudere la seduta
di ieri con significative percentuali al rialzo. In volata
Salvatore Ferragamo (+8,8%), seguito da Aeffe (+7,1%), Tod's
(+5,8%), Moncler (+5,6%) e Brunello Cucinelli (+3,1%).
La vittoria di Biden risulta vantaggiosa anche per la Francia,
considerato che da tempo Trump minacciava di imporre dazi fino al
25% sui prodotti moda. Alla Borsa di Parigi le quotazioni dei
colossi Lvmh e Kering hanno messo a segno un incremento
rispettivamente del 7,2% e del 6,6%, mentre Hermès (+0,5%) ha
chiuso intorno alla parità. La maison inglese Burberry ha terminato
a Londra con un +7,1%. Oltreoceano apertura da record per il Dow
Jones, che ha avviato le contrattazioni con uno slancio del 5,5%
con i titoli del lusso in volata già a metà seduta. Come Ralph
Lauren, il cui rialzo ha superato i 14 punti percentuali, Capri
holdings a +8%, Pvh a +19% e Tapestry a +6%.
red/lde
fine
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