Il successo di Joe Biden apre le porte a scenari potenzialmente favorevoli per il lusso europeo. Il candidato democratico ha superato Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca e governerà affiancato dalla prima vice-presidente donna Kamala Harris.

Il sentiment è che la vittoria di Biden, come evidenziato da alcuni suoi collaboratori, possa mettere fine alla guerra dei dazi con l'Ue avviata dal presidente uscente. Un risvolto positivo per tutte le industrie del Vecchio continente, compreso l'abbigliamento made in Italy. La fine dell'incertezza che dominava il periodo antecedente le elezioni, ha spiegato a MFF Swetha Ramachandran, investment manager e responsabile del fondo Gam luxury brands equity, sarà un chiaro elemento a favore del consumo discrezionale sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo con l'avvicinarsi della stagione delle festività natalizie.

«Sotto l'amministrazione entrante ci aspettiamo un rapporto più amichevole tra l'Ue e gli Usa», ha affermato l'esperta. Il che è senz'altro positivo per le esportazioni di lusso italiane verso l'America. Inoltre, ha ribadito l'analista, «vediamo un minor rischio di incremento dei dazi sulla Cina», che è il più grande mercato al mondo per il fashion e il principale motore della recente crescita del settore. Con la vittoria di Joe Biden, il rischio principale è quello di significativi aumenti delle tasse negli Stati Uniti, che inciderebbero sul reddito e sulla spesa disponibile. Lo sostiene anche Flavio Cereda di Jefferies. Secondo la multinazionale americana, le aziende del lusso a stelle e strisce avrebbero avuto infatti maggiori benefici da un nuovo successo del repubblicano Donald Trump (vedere MFF del 4 novembre). L'ascesa di Biden, infatti, potrebbe portare a un altro tipo di problema per gli scambi tra Usa ed Europa. Il programma del nuovo presidente prevede maggiori regole fiscali e tutele per i lavoratori. Ciò farebbe contrarre la crescita economica interna e quindi l'acquisto di prodotti di importazione. Ma, ha chiarito Ramachandran, l'ipotesi di un Congresso diviso (presidente democratico e senato repubblicano), unito alla necessità di far uscire l'economia dalla recessione indotta dalla pandemia da Covid-19, non lasciano pensare al momento che questo sia un risvolto imminente o sostanziale. Come nel resto d'Europa, anche in Italia il comparto moda guarda con positività alla futura amministrazione Biden.

«La volontà del presidente eletto di ripristinare un dialogo proficuo con organizzazioni internazionali come il Wto-World trade organization ci dà motivo di attendere un nuovo clima di multilateralismo e un rafforzamento del commercio internazionale. Per la stessa ragione non ci attendiamo ulteriori inasprimenti dei dazi commerciali sulle merci europee e sulle eccellenze del Made in Italy», ha aggiunto Erika Andreetta, partner e consumer markets consulting leader di PwC Italia. «Biden ha inoltre affermato di voler riportare gli Usa nel perimetro dell'Accordo di Parigi e tale inversione di marcia potrebbe determinare nuove sinergie nella lotta ai cambiamenti climatici a livello globale, stimolando quelle azioni sistemiche in termini sostenibilità e di circular economy che molti brand del settore fashion implementano già da tempo. Un'evoluzione importante per i consumatori, specialmente Millennials e Gen Z, che tendono sempre di più a considerare i propri governi come i veri enabler di pratiche e politiche sostenibili». Il prossimo insediamento dell'amministrazione Biden fa dunque ragionevolmente sperare la società di consulenza in un'arena globale che metta al centro i valori della sostenibilità e della cooperazione internazionale, con importanti ricadute su tutte le industry, compresa la moda. Intanto sui listini europei si scatenano gli acquisti. A partire da Piazza Affari, che dopo una giornata brillante ha visto i titoli del lusso chiudere la seduta di ieri con significative percentuali al rialzo. In volata Salvatore Ferragamo (+8,8%), seguito da Aeffe (+7,1%), Tod's (+5,8%), Moncler (+5,6%) e Brunello Cucinelli (+3,1%).

La vittoria di Biden risulta vantaggiosa anche per la Francia, considerato che da tempo Trump minacciava di imporre dazi fino al 25% sui prodotti moda. Alla Borsa di Parigi le quotazioni dei colossi Lvmh e Kering hanno messo a segno un incremento rispettivamente del 7,2% e del 6,6%, mentre Hermès (+0,5%) ha chiuso intorno alla parità. La maison inglese Burberry ha terminato a Londra con un +7,1%. Oltreoceano apertura da record per il Dow Jones, che ha avviato le contrattazioni con uno slancio del 5,5% con i titoli del lusso in volata già a metà seduta. Come Ralph Lauren, il cui rialzo ha superato i 14 punti percentuali, Capri holdings a +8%, Pvh a +19% e Tapestry a +6%.

red/lde

fine

MF-DJ NEWS

1009:00 nov 2020

 

(END) Dow Jones Newswires

November 10, 2020 03:02 ET (08:02 GMT)

Copyright (c) 2020 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Moncler (BIT:MONC)
Storico
Da Mar 2024 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Moncler
Grafico Azioni Moncler (BIT:MONC)
Storico
Da Apr 2023 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Moncler