Dialettica contrattuale fra Enel e Cdp sul nuovo assetto di Open Fiber, con il risultato che i tempi di definizione potrebbero allungarsi spostando più in là la nascita della rete unica. Fra le parti, scrive Il Messaggero, ci sarebbe stato lo scambio di alcune lettere per puntualizzare i termini per l'esercizio del diritto di prelazione regolato dai patti fra i soci della società di fibra ottica: 50% Enel, 50% Cdp.

A seguito dell'offerta di Macquarie, accettata dal cda dell'ente elettrico guidato da Francesco Starace il 17 dicembre per vendere dal 40% al 50% di Open Fiber, il 23 dicembre il manager avrebbe scritto a Cdp una lettera attivando il meccanismo della prelazione. Secondo gli accordi, questa prerogativa può essere esercitata entro 30 giorni. Scade quindi il 22 gennaio. Ma da parte di via Goito sarebbe stata data un'interpretazione differente della missiva, nel senso che in essa non si ritiene siano contenuti tutti gli elementi utili a una valutazione del prezzo completo. Macquarie ha offerto 2,65 miliardi per il 50% di Open Fiber, come equity value, cioè al netto del debito ed esercitando la prelazione, Cdp dovrebbe corrispondere questo prezzo ad Enel. Ma l'offerta degli australiani, secondo la comunicazione del venditore, è fra il 40% e il 50% ed è più strutturata perché comprende clausole di earn out (aggiustamento prezzo) che potrebbero far salire la transazione di altri 500 milioni circa.

In base allo statuto della società di fibra ottica, il socio che esercita questo diritto può farlo sull'intera quota messa in vendita, appunto il 50% e non su parte di essa, tipo il 40%. E neppure su una porzione del 10% che, secondo fonti attendibili, sarebbe il vero obiettivo di Cdp, in modo da salire al 60%, prendendo il controllo e sedersi al tavolo negoziale con Enel e il gruppo orientale per concordare una governance che attribuisca a Via Goito pieni poteri di governance affinché si possa realizzare la rete unica secondo la strada dell'accordo-quadro (Mou) Tim-Cdp del 21 agosto.

Alla lettera di Enel del 23 dicembre avrebbe fatto seguito (il 31 dicembre) una prima risposta di Cassa nella quale avrebbe eccepito che per prendere in considerazione la controfferta avrebbe necessità di disporre di tutti gli altri elementi. Ma l'8 gennaio ci sarebbe stata una nuova lettera di Enel in cui si invoca la riservatezza e venerdì 15 Cdp avrebbe replicato. Un ping pong negoziale che potrebbe far scattare i 30 giorni dal raggiungimento di un accordo. In Cassa potrebbe esserci un'informativa al cda del 26. A breve il Tesoro vorrebbe convocare i vertici Cdp sulla rete unica ma anche sullo stato del caso Aspi.

pev

 

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January 19, 2021 02:43 ET (07:43 GMT)

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