Ovs nell'anno che si è chiuso al 31 gennaio 2020 ha realizzato un utile netto rettificato di 57,7 milioni di euro, in crescita del 4,7% rispetto al dato dell'anno precedente pari a 55,2 mln euro.

Come preannuciato in sede di pubblicazione dei dati preliminari del 2019, si legge in una nota, le vendite di gruppo sono state pari

a 1.370,1 milioni di euro, in un mercato che è calato rispetto all'anno precedente del 3,9%. La quota di mercato è risultata ancora in aumento, raggiungendo l'8,1%. L'Ebitda rettificato si è attestato ad 156,3 milioni di euro, in crescita di 12,1 milioni rispetto all'anno precedente, grazie all'aumento significativo di entrambe le insegne concretizzatasi nel secondo semestre dell'anno (+31 milioni rispetto al medesimo periodo del 2018).

La Posizione finanziaria netta rettificata è risultata pari a 309,9 milioni, grazie a una generazione di cassa nell'anno pari ad 65,9 mln. Quasi concluso il processo volto al rafforzamento finanziario per fare fronte al prolungato lockdown forzato dei negozi. Gli istituti coinvolti hanno proceduto con le relative delibere. Il processo si concluderà con l'approvazione del Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze.

I risultati reported risentono principalmente dell'impatto derivante dall'impairment test effettuato alla data del 31 gennaio 2020. In particolare il gruppo ha condotto i test nel rispetto del principio contabile Ias 36, delle Policy aziendali e delle ultime indicazioni fornite dalle più autorevoli fonti interpretative e dall'autorità di

vigilanza, susseguitesi per effetto della pandemia da Covid-19. In considerazione dell'attuale contesto di natura assolutamente eccezionale, l'Organo Amministrativo ha ritenuto di ispirarsi a criteri di prudenza: le risultanze derivanti dall'impairment test, che hanno comportato una svalutazione "non cash" a livello di Ebit pari ad 161,4 mln principalmente relativa all'avviamento, si basano anche su scenari di

"sensitivity" che recepiscono gli effetti ad oggi prevedibili sotto il profilo economico/finanziario della pandemia da Covid-19.

L'a.d., Stefano Beraldo, ha dichiarato che "i buoni risultati conseguiti sono nati da una chiara risposta strategica all'evoluzione del mercato: abbiamo ridotto fortemente gli acquisti di merce; abbiamo privilegiato facendo leva sul nostro posizionamento, soprattutto a partire dal secondo semestre, un'impostazione delle collezioni più basata sulla sostenibilità e la qualità dei capi che sul loro contenuto moda fine a se stesso. Tutto questo ci ha consentito di fare meno ricorso alla leva promozionale, a beneficio della profittabilità, della generazione di cassa e della riduzione degli stock di arrivo. Siamo convinti che questa scelta sia stata corretta e proseguiremo in questa direzione. Minore enfasi sull'inseguimento a tutti i costi della crescita delle vendite a parità che, in un contesto di mercato calante da anni, ha portato tutti i gruppi a un eccesso di stock e a conseguenti eccessi di attività di svalorizzazione. Più attenzione invece alla qualità del venduto, e quindi alle vendite a prezzo pieno".

"La crescita dell'Ebitda - ha proseguito - ha contribuito al sensibile deleverage della società, sostenuto ancor più dalla significativa

generazione di cassa che ha caratterizzato gli ultimi tre trimestri dell'anno. Gli ottimi risultati conseguiti, come già ampiamente riportato in occasione della pubblicazione dei risultati preliminari, sono andati in secondo piano rispetto ai timori per gli effetti sul nostro business generati dalla pandemia. L'impatto prima sociale, poi economico, derivante dall'attuale contesto, hanno turbato le nostre vite per mesi.

Tutti i negozi del gruppo sono stati chiusi a partire dall'11 marzo. Il tempo trascorso a casa non è stato tuttavia sprecato. Si sono avviate sessioni di social networking con tutti i dipendenti per stimolarne la creatività o migliorarne la preparazione attraverso webinars tenuti dai nostri esperti delle varie funzioni aziendali".

"Nel periodo di chiusura le vendite realizzate attraverso il canale e-commerce, arricchito di nuove funzionalità, hanno registrato un incremento a tre cifre, con una particolare rilevanza del segmento bambino. Abbiamo intavolato un'attività di interlocuzione con il Governo del Paese volta a fornire idee e indicazioni utili alla gestione dell'emergenza e ai progetti di ripresa. Siamo riusciti a far comprendere come l'offerta di abbigliamento per l'infanzia, dove la nostra azienda ha una quota di mercato del venti per cento a valore, rappresenti un bene di prima necessità, e di conseguenza abbiamo potuto far inserire l'apertura dei negozi dedicati al prodotto bambino tra quelli che hanno ricevuto l'autorizzazione all'apertura con il decreto del 10 aprile. A partire dal 18 maggio tutta la rete vendita ha potuto riaprire. I risultati di vendita della prima settimana sono stati molto incoraggianti e nettamente al di sopra delle aspettative. Ci attendavamo infatti una riduzione rispetto ai medesimi giorni dell'anno precedente e abbiamo invece registrato un incremento a doppia cifra. Non riteniamo tuttavia, sulla base delle informazioni in nostro possesso, che si tratti di un fenomeno generalizzato e di lunga durata. Si tratta piuttosto di un segno del nostro posizionamento orientato alla famiglia, al bambino, al "value for money". Cio' ci rende meno legati all'acquisto di impulso, e meno suscettibili a variazioni repentine se non legate a fenomeni climatici", ha evidenziato l'amministratore delegato.

L'a.d. ha poi detto che "l'irrobustimento finanziario che arriverà con la nuova linea di credito di 100 mln e con una durata di 4,3 anni è la tangibile testimonianza della fiducia di cui gode la nostra azienda. Crediamo che quando l'epidemia sarà superata definitivamente, emergeranno nuovi modelli di consumo, più orientati alla selettività delle proprie scelte, attente alla qualità, alla sostenibilità, e comunque ancora in misura marcata al prezzo. Lavoriamo affinché alcune fasce di consumatori più esigenti possano trovare nei nostri prodotti e nei nostri brand un'offerta consona con le loro aspettative".

La chiusura dei punti vendita in tutto il territorio nazionale a partire dall'11 marzo e il conseguente azzeramento delle vendite degli stessi, ha poi richiesto ulteriori azioni straordinarie sul lato del contenimento dei costi. Le aree individuate sono state principalmente cinque: approvvigionamento merci, affitti, personale, costi operativi, ed infine, investimenti. Nel resto dell'anno le azioni di contenimento dei costi riguarderanno il sostanziale blocco di assunzioni e straordinari ed il blocco degli incrementi retributivi discrezionali previsti a budget.

com/sda

susanna.scotto@mfdowjones.it

 

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May 27, 2020 04:03 ET (08:03 GMT)

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