Ovs: utile rettificato al 31 gennaio a 57,7 mln (+4,7% a/a)
27 Maggio 2020 - 10:18AM
MF Dow Jones (Italiano)
Ovs nell'anno che si è chiuso al 31 gennaio 2020 ha realizzato
un utile netto rettificato di 57,7 milioni di euro, in crescita del
4,7% rispetto al dato dell'anno precedente pari a 55,2 mln
euro.
Come preannuciato in sede di pubblicazione dei dati preliminari
del 2019, si legge in una nota, le vendite di gruppo sono state
pari
a 1.370,1 milioni di euro, in un mercato che è calato rispetto
all'anno precedente del 3,9%. La quota di mercato è risultata
ancora in aumento, raggiungendo l'8,1%. L'Ebitda rettificato si è
attestato ad 156,3 milioni di euro, in crescita di 12,1 milioni
rispetto all'anno precedente, grazie all'aumento significativo di
entrambe le insegne concretizzatasi nel secondo semestre dell'anno
(+31 milioni rispetto al medesimo periodo del 2018).
La Posizione finanziaria netta rettificata è risultata pari a
309,9 milioni, grazie a una generazione di cassa nell'anno pari ad
65,9 mln. Quasi concluso il processo volto al rafforzamento
finanziario per fare fronte al prolungato lockdown forzato dei
negozi. Gli istituti coinvolti hanno proceduto con le relative
delibere. Il processo si concluderà con l'approvazione del Decreto
del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
I risultati reported risentono principalmente dell'impatto
derivante dall'impairment test effettuato alla data del 31 gennaio
2020. In particolare il gruppo ha condotto i test nel rispetto del
principio contabile Ias 36, delle Policy aziendali e delle ultime
indicazioni fornite dalle più autorevoli fonti interpretative e
dall'autorità di
vigilanza, susseguitesi per effetto della pandemia da Covid-19.
In considerazione dell'attuale contesto di natura assolutamente
eccezionale, l'Organo Amministrativo ha ritenuto di ispirarsi a
criteri di prudenza: le risultanze derivanti dall'impairment test,
che hanno comportato una svalutazione "non cash" a livello di Ebit
pari ad 161,4 mln principalmente relativa all'avviamento, si basano
anche su scenari di
"sensitivity" che recepiscono gli effetti ad oggi prevedibili
sotto il profilo economico/finanziario della pandemia da
Covid-19.
L'a.d., Stefano Beraldo, ha dichiarato che "i buoni risultati
conseguiti sono nati da una chiara risposta strategica
all'evoluzione del mercato: abbiamo ridotto fortemente gli acquisti
di merce; abbiamo privilegiato facendo leva sul nostro
posizionamento, soprattutto a partire dal secondo semestre,
un'impostazione delle collezioni più basata sulla sostenibilità e
la qualità dei capi che sul loro contenuto moda fine a se stesso.
Tutto questo ci ha consentito di fare meno ricorso alla leva
promozionale, a beneficio della profittabilità, della generazione
di cassa e della riduzione degli stock di arrivo. Siamo convinti
che questa scelta sia stata corretta e proseguiremo in questa
direzione. Minore enfasi sull'inseguimento a tutti i costi della
crescita delle vendite a parità che, in un contesto di mercato
calante da anni, ha portato tutti i gruppi a un eccesso di stock e
a conseguenti eccessi di attività di svalorizzazione. Più
attenzione invece alla qualità del venduto, e quindi alle vendite a
prezzo pieno".
"La crescita dell'Ebitda - ha proseguito - ha contribuito al
sensibile deleverage della società, sostenuto ancor più dalla
significativa
generazione di cassa che ha caratterizzato gli ultimi tre
trimestri dell'anno. Gli ottimi risultati conseguiti, come già
ampiamente riportato in occasione della pubblicazione dei risultati
preliminari, sono andati in secondo piano rispetto ai timori per
gli effetti sul nostro business generati dalla pandemia. L'impatto
prima sociale, poi economico, derivante dall'attuale contesto,
hanno turbato le nostre vite per mesi.
Tutti i negozi del gruppo sono stati chiusi a partire dall'11
marzo. Il tempo trascorso a casa non è stato tuttavia sprecato. Si
sono avviate sessioni di social networking con tutti i dipendenti
per stimolarne la creatività o migliorarne la preparazione
attraverso webinars tenuti dai nostri esperti delle varie funzioni
aziendali".
"Nel periodo di chiusura le vendite realizzate attraverso il
canale e-commerce, arricchito di nuove funzionalità, hanno
registrato un incremento a tre cifre, con una particolare rilevanza
del segmento bambino. Abbiamo intavolato un'attività di
interlocuzione con il Governo del Paese volta a fornire idee e
indicazioni utili alla gestione dell'emergenza e ai progetti di
ripresa. Siamo riusciti a far comprendere come l'offerta di
abbigliamento per l'infanzia, dove la nostra azienda ha una quota
di mercato del venti per cento a valore, rappresenti un bene di
prima necessità, e di conseguenza abbiamo potuto far inserire
l'apertura dei negozi dedicati al prodotto bambino tra quelli che
hanno ricevuto l'autorizzazione all'apertura con il decreto del 10
aprile. A partire dal 18 maggio tutta la rete vendita ha potuto
riaprire. I risultati di vendita della prima settimana sono stati
molto incoraggianti e nettamente al di sopra delle aspettative. Ci
attendavamo infatti una riduzione rispetto ai medesimi giorni
dell'anno precedente e abbiamo invece registrato un incremento a
doppia cifra. Non riteniamo tuttavia, sulla base delle informazioni
in nostro possesso, che si tratti di un fenomeno generalizzato e di
lunga durata. Si tratta piuttosto di un segno del nostro
posizionamento orientato alla famiglia, al bambino, al "value for
money". Cio' ci rende meno legati all'acquisto di impulso, e meno
suscettibili a variazioni repentine se non legate a fenomeni
climatici", ha evidenziato l'amministratore delegato.
L'a.d. ha poi detto che "l'irrobustimento finanziario che
arriverà con la nuova linea di credito di 100 mln e con una durata
di 4,3 anni è la tangibile testimonianza della fiducia di cui gode
la nostra azienda. Crediamo che quando l'epidemia sarà superata
definitivamente, emergeranno nuovi modelli di consumo, più
orientati alla selettività delle proprie scelte, attente alla
qualità, alla sostenibilità, e comunque ancora in misura marcata al
prezzo. Lavoriamo affinché alcune fasce di consumatori più esigenti
possano trovare nei nostri prodotti e nei nostri brand un'offerta
consona con le loro aspettative".
La chiusura dei punti vendita in tutto il territorio nazionale a
partire dall'11 marzo e il conseguente azzeramento delle vendite
degli stessi, ha poi richiesto ulteriori azioni straordinarie sul
lato del contenimento dei costi. Le aree individuate sono state
principalmente cinque: approvvigionamento merci, affitti,
personale, costi operativi, ed infine, investimenti. Nel resto
dell'anno le azioni di contenimento dei costi riguarderanno il
sostanziale blocco di assunzioni e straordinari ed il blocco degli
incrementi retributivi discrezionali previsti a budget.
com/sda
susanna.scotto@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
May 27, 2020 04:03 ET (08:03 GMT)
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