Oggi l'Agenzia Internazionale per l'Energia (Iea) ha rivisto al ribasso la crescita della domanda globale di greggio per la quarta volta in sei mesi, a causa di un rallentamento economico mondiale.

Nel report dedicato alla sorveglianza del mercato di petrolio, la Iea dice di aspettarsi un aumento della domanda mondiale di greggio di circa un milione di barili al giorno per quest'anno e di 1,2 milioni di barili al giorno per il 2020. Entrambe le previsioni hanno subito un taglio di 100.000 barili al giorno.

L'Agenzia ha riferito che le sue stime per il 2019 relative alla crescita della domanda sono "le più basse dal 2016, a causa dell'emergere di evidenze che confermano una decelerazione economica nelle regioni e nei Paesi che rappresentano i maggiori consumatori di petrolio, come l'Europa, l'India, il Giappone, la Corea e gli Stati Uniti".

Le stime al ribasso sono arrivate dopo che ieri l'Organizzazione dei Paesi produttori di petrolio ha ridotto le proprie previsioni sulla domanda di greggio per la quarta volta in cinque mesi quest'anno.

L'offerta mondiale è crollata di 1,5 milioni di barili al giorno a settembre, in seguito agli attacchi subiti dagli impianti di lavorazione di Abqaiq e Kharais, in Arabia saudita, che hanno temporaneamente ridotto l'offerta globale di petrolio del 5%. La produzione dell'Opec è precipitata ai minimi storici decennali a causa delle interruzioni e delle continue riduzioni della produzione in Venezuela, Paese che è stato colpito dalle sanzioni.

"Anche con una veloce ripresa e un'offerta stabile nel resto dei Paesi Opec, il ricorso alle scorte è probabile" nell'ultimo trimestre del 2019, si legge nel report dell'Agenzia.

Tuttavia, la Iea ha di nuovo alzato le sue stime per la crescita dell'offerta globale nel 2020, dicendo che le previsioni per i Paesi non Opec sono salite da 400.000 a 2,2 milioni di barili al giorno grazie agli Stati Uniti, al Brasile e alla Norvegia. Il ricorso al greggio dell'Opec dovrebbe scendere a 29 milioni di barili al giorno, cosa che dimostra l'influenza in calo del cartello.

Gli attacchi contro l'Arabia Saudita sono avvenuti giorni dopo che i membri dell'Opec e i suoi alleati si sono incontrati ad Abu Dhabi e, in quell'occasione, hanno rinviato la discussione sull'aumento dei tagli alla produzione. Invece, il blocco ha cercato di rafforzare l'adesione alla riduzione dell'output già concordata.

Il Segretario generale dell'Opec, Mohammed Barkindo, ha riferito ai reporter ieri che, nell'incontro previsto per il 5 dicembre, l'Opec e i suoi alleati prenderanno "appropriate, forti e positive decisioni" per sostenere il prezzo del greggio e che tutte le opzioni sono aperte.

La crescita debole della domanda probabilmente detterà l'andamento dei prezzi del petrolio nei prossimi mesi, ha dichiarato l'Agenzia, ma ha anche aggiunto che "gli attacchi contro l'Arabia saudita e la possibilità che vengano ripetuti terranno il mercato in bilico. Dovremmo discutere di un sovrapprezzo geopolitico come priorità in agenda".

I recenti attacchi contro Riad hanno contribuito all'attuale declino delle attività di raffineria, con un calo della produzione nel terzo trimestre di 500.000 barili al giorno, segnando i minimi da un decennio.

"Viene spesso trascurata l'importanza dell'industria di raffinazione saudita come principale fornitore di un mercato domestico da 3 milioni di barili al giorno, ma anche come esportatore netto di un milione di barili al giorno di greggio", recita il rapporto dell'Agenzia.

fux

 

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October 11, 2019 05:51 ET (09:51 GMT)

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