Secondo il Cipe, estrarre petrolio dal sito Tempa Rossa in Basilicata non è più di interesse pubblico. La conseguenza pratica è il fermo ai lavori di sviluppo programmati da Total sul territorio e relativi a perforazione di nuovi pozzi di idrocarburi, posa di condutture e allestimento di serbatoi.

Lo scrive il "Sole 24 Ore" precisando che le conseguenze saranno più chiare quanto la decisione del Cipe diventerà pubblica nei dettagli, ma i contorni paiono già ben delineati. A parere del Comitato interministeriale di programmazione economica, cioè il braccio operativo della politica industriale del Governo, non è di interesse pubblico sfruttare il petrolio nazionale nascosto nelle profondità del colossale giacimento di Tempa Rossa in Basilicata.

Si tratta del più grande cantiere sulla terraferma europea, con 3.000 addetti e 3 mld di investimento; si tratta di greggio nazionale per un controvalore nell'ordine dei 2-3 mld di euro, quasi una manovrina per aggiustare i conti pubblici.

La comunicazione ufficiale del Cipe dice in modo asciutto che nelle sedute di maggio il Comitato "non ha approvato la richiesta di proroga della dichiarazione di pubblica utilità presentata da Total EeP Italia Spa relativamente alle opere per lo sviluppo del giacimento di idrocarburi in Basilicata nei comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione". Traduzione dalla lingua governativa: tutto quello che la Total ha già costruito ormai dobbiamo sopportarlo, ma non faranno altri lavori nuovi come la perforazione di pozzi, la posa di condutture, l'allestimento di serbatoi.

gug

 

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June 07, 2019 02:45 ET (06:45 GMT)

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