Prysmian: Facchini, cavi sempre più eco (Mi.Fi.)
05 Settembre 2020 - 10:24AM
MF Dow Jones (Italiano)
Green New Deal, Recovery Plan, fibra e 5G. Queste le partite del
futuro di Prysmian. Le stesse che secondo gli analisti, che per il
61% hanno coperto il titolo con rating Buy, potrebbe vincere. Ora
il gruppo dei cavi dovrà continuare a spingere su «innovazione,
timing e contenimento dei costi», ha detto a MF-Milano Finanza il
cfo Pier Francesco Facchini.
Domanda. Partenza del 5G e fibra, quale sarà il ruolo di
Prysmian?
Risposta. Abbiamo una posizione sul mercato della fibra, e in
particolare dei cavi ottici, molto importante con punti di forza in
alcune aree geografiche come Europa, Nord America, Oceania e una
parte del Sudamerica. Credo che una buona parte dei fondi che
l'Europa ha messo a disposizione tramite il Recovery Fund si
concentreranno su tutti gli aspetti di digitalizzazione che hanno
come passo preliminare il potenziamento delle reti ottiche. Quel
che è difficile prevedere è la tempistica di questo flusso di
investimenti.
D. In che senso?
R. Estremizzando, è come se tutti si aspettassero che dal
prossimo trimestre il mercato raddoppi, ma in realtà l'esperienza
ci insegna che i tempi sono più lunghi di quelli di cui si scrive.
I progetti sia in area telecom che in energy transition sono
estremamente complessi e i funding sono molto importanti. Ma in
questo caso è un problema di tempi necessari per passare dal dire
al fare. E chiaramente questo scenario crea un po' di incertezza
nelle aziende che devono mettere a terra questi investimenti.
D. In questo senso l'Italia corre qualche rischio?
R. No, anzi sono convinto che proprio nelle telecomunicazioni,
nonostante il calo avuto, arriverà un ingente flusso di
investimenti. Come dimostra il caso di Tim sulla rete in fibra
ottica.
D. Alla luce dello scenario che si prospetta, avete aggiornato i
piani d'investimento?
R. Abbiamo già finalizzato importanti investimenti riguardo sia
la crescita della capacità sia la riduzione del costo di produzione
della fibra, per i quali abbiamo complessivamente speso negli
ultimi anni circa 100 milioni di capex l'anno. Portando a un
livello di capacità nettamente sufficiente a fronteggiare una
ripresa del mercato nei prossimi anni.
D. L'altro grande tema è la transizione energetica...
R. Questa è la nostra singola partita più importante. Dovessi
indicare un singolo driver di crescita sarebbe senza dubbio
l'energy transition. Siamo uno dei player critici per la
transizione. Avendo una quota molto importante di quei 4 miliardi
di valore di mercato dei progetti, senza Prysmian l'energy
transition in alcune regioni non si potrebbe fare.
D. Cosa vi attendete maggiormente?
R. Il mercato dell'high voltage sta avendo una crescita
esponenziale che durerà, in termini di execution, per i prossimi
7-8 anni. Credo che l'evoluzione sulle grandi interconnessioni
avvenuta in Germania venga replicata anche in altri Paesi. La
Francia, per esempio, sta investendo su piattaforme eoliche
offshore, un mercato che in Europa crescerà, in termini di Gw
installati, di almeno il 50-60% nell'arco di un decennio.
D. Grandi interconnessioni, grande livello di innovazione.
L'equazione torna?
R. L'innovazione in questo settore è fondamentale. Ci siamo
aggiudicati una quota importante nei corridoi germanici anche
grazie all'innovativo cavo 525 kV P laser. Inoltre, pochi giorni fa
abbiamo avviato un progetto pilota per un cavo di sezione 4,5 mm,
rispetto al 6mm precedente, con materiale quasi interamente
riciclato. Abbiamo poi allo studio cavi ad altissima profondità, 3
mila metri sotto il livello del mare. Insomma l'innovazione
consente di aprire nuovi mercati.
D. Insieme con i conti del primo semestre avete ripristinato la
guidance sospesa a marzo. Un segnale di fiducia...
R. La resilienza in termini di margini, leva operativa e
generazione di cassa è stata notevole ed è un dato fondamentale per
la sostenibilità aziendale. Nel 2º trimestre l'ebitda margin è in
linea con quello dell'anno scorso: 9,3% contro il 9,4%. A fronte di
un calo dei ricavi, nel 1º semestre, di 860 milioni. Un risultato
possibile grazie alla reazione sui costi variabili e fissi.
D. Come si è concretizzata?
R. Appena partita la pandemia abbiamo lanciato un programma di
riduzione dei costi fissi per 50 milioni, salvo poi addirittura
superare questa soglia. E l'abbiamo fatto non tagliando personale
ma incidendo su tutte le altri componenti. Un lavoro simile svolto
anche sulla parte di operations, di costi variabili, raggiungendo
un risultato tra 50-100 milioni.
D. Quali sono le indicazioni per il cash flow?
R. La guidance 2020 prevede un free cash flow tra 200 e 300
milioni. La guidance pre-Covid era 300 milioni con uno scostamento,
in eccesso o in difetto, del 10%.Siginifica che potremmo generare
un flusso di cassa pari a quello supposto prima della pandemia. Da
giugno 2019 a giugno 2020 abbiamo generato più di 500 milioni di
cassa prima dei dividendi. Merito anche di una gestione più
prudente di supply chain, gestione del circolante, degli stock e
dei crediti.
fch
(END) Dow Jones Newswires
September 05, 2020 04:09 ET (08:09 GMT)
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