Italian Angels for Growth (Iag), il più grande network di
business angel in Italia, che in più di dieci anni di attività ha
analizzato oltre 5.000 startup e finalizzato oltre 80 investimenti,
presenta lo Iag Index.
Lo Iag Index, spiega una nota, è un termometro dell'ecosistema
startup calcolato sul database di startup analizzate nel percorso
di ricerca opportunità di investimento di Iag. L'indice si basa su
5 parametri che analizzano: i settori industriali, la tipologia e
valutazione delle di investimento (in gergo "round"), l'area
geografica e la differenziazione di genere nei team
imprenditoriali.
Lo Iag Index ha l'obiettivo di fornire un monitoraggio
dell'evoluzione e dei mutamenti del Seed Venture Capital e dà
evidenza delle opportunità di investimento a disposizione di un
business angel del network IAG, garantendo la diversificazione di
portafoglio a livello geografico, settoriale e stadio di
sviluppo.
Entrando nel merito degli indici si evidenziano i seguenti
risultati. La differenziazione per settore è abbastanza equilibrata
fra le quattro macroaree prevalenti nel Venture Capital (Deep Tech,
Digital, Life Science e Fintech).
L'area Digital, che racchiude al suo interno diversi
sottosettori (B2B Software, Marketplace, Fashion, Food &
AgriTech, Turismo, etc.) rappresenta la maggior parte delle startup
analizzate, ovvero circa il 38%. I business digitali sono
caratterizzati da un'elevata natalità di nuove realtà grazie al
limitato fabbisogno di capitali iniziali per avviare l'operatività,
la rapidità di ingresso sul mercato (sono business subito rivolti
alla vendita senza una lunga fase di ricerca né di certificazioni)
e la crescita esponenziale che questi modelli di business possono
permettere (non ci sono barriere all'espansione né limiti
strutturali).
Il settore Life Science è focalizzato negli ambiti Biotech,
ovvero ricerca farmaceutica e materiali biologici innovativi, e
MedTech, prevalentemente strumenti medicali e robotici volti a
rivoluzionare i trattamenti e le operazioni mediche. Questa area
ricopre un peso rilevante (24,7%) tra le startup analizzate ed un
ruolo ancor più significativo tra gli investimenti effettivamente
finalizzati (circa il 50%) dagli angeli di IAG, questo grazie al
valore riconosciuto dalle startup medicali all'expertise dei soci
IAG che vengono dal settore e che investono capitali e tempo a
fianco dei ricercatori, professori e medici.
La fase di sviluppo su cui si focalizzano i Business Angels che
investono tramite club deal è quella Seed, che corrisponde al 64,6%
delle startup analizzate. Ci riferiamo a quella fase di sviluppo
delle startup dove il prodotto/servizio è già stato realizzato e
sono già stati effettuati i primi test di mercato (soprattutto per
le società digitali), ma sono necessari capitali per fare crescere
le vendite e la struttura organizzativa. Peculiarità diverse
caratterizzano i settori Life Science e Deep Tech dove lo sviluppo
della tecnologia richiede un periodo più lungo e capitali più
ingenti; in questi casi i principali elementi da ricercare sono la
robustezza della proprietà intellettuale ed i risultati dei primi
test o proof of concept.
È molto interessante rilevare che una parte significativa delle
startup analizzate, pari al 18,9%, si concentra sui round di
investimento denominati Series A, ovvero i primi investimenti più
corposi dove tendenzialmente sono coinvolti anche investitori
istituzionali come i fondi di venture capital. Le startup target
sono solitamente in una fase di sviluppo che presenta un business
model validato dal mercato, con dei risultati già dimostrati dalle
metriche raggiunte e ancora forti potenzialità da dimostrare,
soprattutto nei mercati internazionali dove sono pronte per fare il
salto.
La valutazione pre-money è la stima del valore della società
prima dell'investimento. Ci sono vari metodi di calcolo della
valutazione ma, a differenza del private equity dove molti sono
basati su indicatori economico-finanziari, nel venture capital ci
si rivolge più a stime basate su operazioni comparabili a stadio di
investimento simili e a transazioni di acquisizioni o quotazioni di
aziende più mature per capire la prospettiva di valorizzazione al
momento della cessione della società e quindi dedurne il valore
attuale in base ad una aspettativa di ritorno proporzionale al
rischio.
Le valutazioni oscillano in base al settore, poiché il valore
delle exit, ovvero le "uscite" degli investitori per cessioni delle
partecipazioni, cambia molto in base alla complessità della
tecnologia, grandezza e valore del mercato, difendibilità della
soluzione e attrattività per un'altra azienda acquirente.
Nonostante ciò, possiamo ben stimare che le valutazioni in ambito
pre-seed si orientano sui 2 milioni di euro (si valuta la
prospettiva di crescita ed il valore dell'innovazione più che i
risultati già raggiunti), duplicandosi, se non di più, nei round
seed (5 milioni di euro) e ulteriormente crescendo fino ad una
media di 14 milioni di euro nei series A.
Ogni buona diversificazione del portafoglio oltre che per
settore industriale e stadio di sviluppo delle società si deve
concentrare su diversi focus geografici.
Il cuore delle società analizzate, prosegue la nota, rimane
italiano ma il 53,3% delle startup analizzate provengono da mercati
esteri, grazie ad un flusso di opportunità internazionali
provenienti da incubatori, acceleratori, centri di ricerca, eventi
e competition internazionali. Le valutazioni estere si confermano
più generose rispetto a quelle italiane di un 10/20% in fase
embrionale dei progetti (Pre-seed / Seed) riallineandosi al momento
dei Series A, dove anche in Italia vediamo sempre una maggior
partecipazione di investitori esteri.
Per quanto riguarda l'imprenditorialità femminile, la
proporzione di startup analizzate con almeno una fondatrice donna è
sopra gli standard internazionali, ovvero 22,9% contro circa il
20%. La diversità di genere è vista come un asset di valore in
ambito strategico, strutturale e di attrattività per potenziali
investitori. Prevale nettamente il peso delle startup "femminili"
nel settore Life Science dove un terzo delle società analizzate
hanno almeno una founder donna. Questo si rileva maggiormente in
fase preclinica piuttosto che in fase clinica.
Si evidenzia che in ambito Digital e Tech il peso delle startup
con almeno una founder donna è più alto nelle società già in fase
di generazione di ricavi piuttosto che in quelle più precoci,
indicatore del valore anche a livello commerciale delle diversità
dei team.
Gli investimenti in startup non sono solo capitali ma
comprendono persone che investono il loro tempo e impegno.
Diversificare il proprio portafoglio è fondamentale ma risulta
fondamentale conoscere gli imprenditori, i loro ideali, i loro
valori e cosa li spinge nella loro avventura. Da lì poi inizia un
viaggio insieme fatto di consigli, contrasti, fiducia reciproca,
difficoltà e successi che porta a maturare investitori e
imprenditori.
Iag si pone l'obiettivo di essere un terreno fertile dove
business angels e startupper si possano incontrare e intraprendere
insieme questo viaggio, offrendo inoltre la possibilità ai "wanna
be" angels di avvicinarsi a questo mondo con percorsi di education
e affiancamento da parte di investitori senior.
com/fus
marco.fusi@mfdowjones.it
(FINE)
MF-DJ NEWS
2817:10 ott 2020
(END) Dow Jones Newswires
October 28, 2020 12:12 ET (16:12 GMT)
Copyright (c) 2020 MF-Dow Jones News Srl.
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