Siria: Trump mantiene alcuni soldati per controllare petrolio
22 Ottobre 2019 - 08:32AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto che sta
programmando di mantenere un piccolo numero di soldati nel nord-est
della Siria per proteggere i giacimenti petroliferi, annunciando
che una società americana potrebbe aiutare i curdi siriani a
sviluppare la produzione di greggio destinata all'esportazione.
"Ho sempre detto che dobbiamo controllare il petrolio", ha detto
Trump in una riunione di Governo ieri, aggiungendo che "lavoreremo
con i curdi in modo che abbiano un po' di denaro, in modo che
abbiano un certo flusso di cassa. Forse riusciremo a far entrare
una delle nostre grandi compagnie petrolifere e a fare questa
operazione nel modo giusto".
Ex funzionari dell'amministrazione Usa hanno dichiarato che il
piano di Trump solleva una serie di questioni legali, tecniche e
diplomatiche. E gli analisti del settore affermano che è
improbabile che attiri l'interesse delle compagnie petrolifere
statunitensi.
Rex Tillerson, ex Ceo di Exxon, aveva preso in considerazione
l'idea quando era segretario di Stato per arrivare però alla
conclusione che c'erano troppe barriere legali, ha affermato Brett
McGurk, che è stato inviato speciale dell'amministrazione nella
coalizione che combatteva contro lo Stato islamico fino a quando
non si è dimesso dicembre.
"Il petrolio, che piaccia o no, è di proprietà dello Stato
siriano", ha detto lunedì McGurk durante un discorso alla
Foundation for Defence of Democracies, un think tank di Washington,
spiegando che "è illegale per una società americana andare a
sfruttare questi beni".
L'unico modo per esportare legalmente il petrolio, ha concluso
il dipartimento di Stato in quel momento, era quello di avere un
accordo in cui il denaro fosse messo in un deposito che i siriani
avrebbero potuto usare dopo la fine della guerra civile, un accordo
che avrebbe coinvolto la Russia e il Governo di Assad, ha
proseguito McGurk.
Il ministro delle Finanze iracheno, Fuad Hussein, ha affermato
che il suo Governo non è ancora stato contattato in merito al piano
di Trump, che secondo i funzionari statunitensi prevede
l'esportazione di petrolio siriano, probabilmente prodotto con
l'aiuto di una società americana, attraverso l'Iraq. "Questa è una
novità. Deve essere discussa a Baghdad e a Erbil", ha dichiarato
Hussein in un'intervista, riferendosi alla capitale della regione
semiautonoma curda in Iraq. "Ha bisogno di molte discussioni", ha
aggiunto.
La Casa Bianca non ha fornito dettagli sul piano di Trump, che
ha sostituito il suo ordine originario che prevedeva la rimozione
di tutte le 1.000 truppe dalla parte nord-orientale del Paese. Il
segretario alla Difesa Usa, Mark Esper, ha detto ieri che una
piccola forza degli Stati Uniti, che secondo i funzionari militari
potrebbe contare fino a 300 soldati, rimarrà nella Siria
nord-orientale dopo che altre truppe statunitensi saranno state
ritirate per ordine del presidente.
I sostenitori affermano che la salvaguardia del petrolio
fornisce un modo per mantenere le relazioni statunitensi con le
forze democratiche siriane guidate dai curdi, continuare la lotta
contro lo Stato islamico e fornire ai curdi un'alternativa alla
vendita di petrolio agli intermediari che lo trasferiscono al
regime del presidente siriano, Bashar al-Assad.
cos
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October 22, 2019 02:17 ET (06:17 GMT)
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