Tim: Kkr offre 1,8 mld per 38% rete fissa (Rep)
29 Luglio 2020 - 09:06AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il fondo di investimento americano Kkr ha recapitato a Telecom
Italia un'offerta vincolante per rilevare una quota di minoranza
della sua rete secondaria (Fibercop), ovvero quella in rame e fibra
che dall'armadietto in strada entra nelle case degli italiani. Lo
scrive Repubblica aggiungendo che l'offerta, all'esame del cda di
Tim del 4 agosto convocato per approvare la semestrale, valuta
l'intera infrastruttura 7,7 miliardi di euro.
Kkr -che ufficialmente non commenta - è così pronta a versare
1,8 miliardi, impegnandosi a rilevare circa il 38% di questa rete.
Già a febbraio, Kkr aveva firmato con la società guidata da Luigi
Gubitosi un'offerta non vincolante che valutava l'infrastruttura
7,5 miliardi, impegnandosi a rilevarne il 40%.
Allora Luigi Gubitosi aveva dichiarato di aspettarsi di
incassare "circa 1,8 miliardi dall'operazione". L'offerta attuale
porta invece nelle tasce di Tim la stessa cifra, ma per una quota
minore. Il motivo sta nel fatto che l'analisi del fondo Usa ha
confermato e superato le attese (Fibercop ha circa 900 milioni di
Margine operativo lordo).
Nel frattempo, Gubitosi è riuscito a portare a bordo anche
Fastweb, suo secondo maggior concorrente sul fisso. La società
guidata da Alberto Calcagno dovrebbe infatti conferire il suo 20%
di Flash Fiber (società della fibra in 29 città italiane, di cui
Tim ha l'80%) ricevendo in cambio circa il 4,4% di Fibercop. Sia
Kkr che Fastweb, in proporzioni diverse, dovrebbero poi partecipare
al cda di Fibercop, ma il controllo e la gestione operativa
resterebbero in capo Tim. L'adesione di Fastweb al progetto è
inoltre una garanzia della volontà di gestire Fibercop in modo
neutrale rispetto ai suoi soci, a cominciare dalla stessa
Telecom.
Nella proposta vincolante inviata a Tim dal team londinese di
Kkr che fa capo all'italiano Alberto Signori, ci sarebbe poi
l'impegno esplicito a partecipare alla creazione di un'unica rete
in fibra, unendo Fibercop con Open Fiber (controllata al 50% da
Enel e Cdp). Se Enel decidesse di mettere in vendita il suo 50%
aprendo un'asta competitiva, Kkr sarebbe interessata a partecipare
e a fare un'offerta anche su Open Fiber.
Del resto il fondo Usa ha fatto la sua proposta per Fibercop
dopo aver presentato anche la migliore offerta non vincolante per
investire nella società della rete che sarebbe dovuta nascere
dall'unione di Tim con Open Fiber. Un processo partito nel giugno
2019 e fermato a fine anno, dopo che Enel aveva ribadito di non
aver fretta di valorizzare il suo 50%. Ora Enel potrebbe aver
cambiato idea, anche perchè il Mef (che è primo socio di Cdp) ha
ribadito di essere favorevole alla rete unica.
Una volta che il cda di Tim avrà accettato l'offerta di Kkr,
partirà sia il processo di scorporo di Fibercop sia quello
autorizzativo ai fini del golden power. I 5 Stelle non sarebbero
favorevoli all'operazione, ma visto che l'oggetto è una quota di
minoranza, senza diritti di gestione sulla rete, da parte di una
società privata come Tim a un fondo Usa, appare difficile che ci
possano essere veti governativi. Del resto i cinesi di Silk Road
sono da anni soci di Cdp Reti, la società attraverso cui la Cdp
controlla Terna e Snam.
vs
(END) Dow Jones Newswires
July 29, 2020 02:51 ET (06:51 GMT)
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