Entra nel vivo la partita per il rinnovo della governance di Telecom Italia, mentre Cdp lavora per consolidare il controllo di Open Fiber e portare avanti la creazione di una rete unica. Domani è convocato un cda di Tim per fare un punto sul processo di selezione dei futuri membri del cda, che dovrebbero comporre la lista del management Telecom. Un processo avviato dal presidente Salvatore Rossi insieme ai cacciatori di teste di Egon Zendher.

Per dare continuità all'attuale gestione che per il prossimo triennio vorrebbe realizzare la sostituzione del rame con la fibra di Fibercop - e possibilmente anche la fusione con Open Fiber - è probabile che 6-7 degli attuali consiglieri vengano confermati nella lista di 10 membri che l'assemblea del 31 marzo dovrà votare

con il bilancio. In proposito pare scontata la riconferma di Rossi, dell'ad Luigi Gubitosi, dell'ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, del suo braccio destro delle tv Frank Cadoret.

Posto che quattro su dieci membri del futuro cda sono riservati alle quote rosa, Rossi -scrive Repubblica- starebbe sondando anche alcuni candidati di standing e in proposito avrebbe fissato un incontro con i vertici della Cdp -dopo il cda Tim di domani ed entro questa settimana- da sottoporre all'altro azionista di peso di Tim. La Cassa, che possiede il 9,9% di Telecom, oggi non è rappresentata in consiglio e ancora non avrebbe deciso il da farsi.

Dato che ogni decisione dovrà essere approvata da consiglio della Cdp stessa, la crisi di governo non avrebbe permesso all'istituto guidato da Fabrizio Palermo di maturare una decisione. Tuttavia diverse fonti informate propendono per ritenere che se Rossi sottoponesse a Cdp una lista di livello, magari sondando il gradimento su due-tre profili indipendenti di alto profilo, difficilmente Cdp farebbe mancare il suo appoggio in assemblea. A quel punto la lista del management coagulerebbe la maggior parte dei voti dell'assise in agenda a fine marzo.

Nonostante il momento di incertezza politica, e l'imminente scadenza dei vertici della Cassa stessa il cui mandato si esaurirà a fine marzo, l'istituto controllato dal Mef all'88% starebbe andando avanti anche sulla partita di Open Fiber. Cdp starebbe lavorando infatti insieme al fondo australiano Macquarie per trovare una soluzione concordata sul controllo e la gestione della società della rete in fibra guidata da Elisabetta Ripa.

I tempi per decidere se esercitare o meno i diritti di prelazione sulla quota di Open Fiber che Enel si è impegnata a vendere a Macquarie scadranno il prossimo 25 febbraio. Ma è possibile che prima di allora Palermo trovi una soluzione concordata con il fondo australiano per salire in maggioranza e assumere la gestione del gruppo. L'attuale management di Open Fiber verrà a scadenza a fine novembre, mentre la vendita di Enel a Macquarie dovrebbe essere perfezionata il prossimo giugno. A quel punto è probabile che anche i diritti di governance cambino: oggi Open Fiber è controllata al 50% da Enel e Cdp, la Cassa esprime presidente e direttore finanziario, mentre Enel indica l'amministratore delegato e la gestione operativa.

In futuro, se Cdp venisse a detenere il 51% di Open Fiber verosimilmente chiederà di indicare l'amministratore delegato. A tal proposito circola già il nome di Luigi Ferraris, ex amministratore delegato di Terna e prima ancora direttore finanziario di Enel, un manager conosciuto e stimato dalla Cassa, che tra le altre cose controlla Terna.

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February 02, 2021 02:04 ET (07:04 GMT)

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