Unicredit/B.Mps: a un passo dalla meta (Mi.Fi.)
11 Ottobre 2021 - 08:25AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il voto amministrativo ha impresso un'accelerazione alla
trattativa per la privatizzazione del Montepaschi. Che i destini
della banca più antica del mondo siano legati agli umori della
politica toscana e soprattutto romana non è una novità, ma non c'è
dubbio che la tornata elettorale appena conclusa abbia allentato
non poco la pressione istituzionale sui principali protagonisti
della partita.
A partire da Unicredit, la banca che dovrebbe farsi carico
dell'operazione sotto la regia del nuovo amministratore delegato
Andrea Orcel. In questi giorni infatti in piazza Gae Aulenti e,
soprattutto, nell'entourage del ceo si respira un clima di cauta
fiducia che dovrebbe rivelarsi propizio per l'esito della
trattativa. In particolare due meeting che i team operativi
coordinati da Giacomo Marino e Andrea Maffezzoni avrebbero tenuto
nei giorni scorsi si sarebbero rivelati particolarmente
costruttivi. Anche dal lato del Tesoro nella squadra guidata dai
dirigenti Stefano Capiello e Filippo Giansante e assistita dagli
advisor Bofa Merrill Lynch e Orrick il clima appare incoraggiante.
Con queste premesse una decisione definitiva potrebbe arrivare già
entro la presentazione dei risultati trimestrali di Unicredit,
anticipati al prossimo 27 ottobre.
Sull'esito nessuno ancora si sbilancia, ma molti indizi lasciano
intendere che l'accordo potrebbe ormai essere molto vicino. Sia
chiaro, l'allentamento della pressione politica non è l'unico
elemento su cui si basa la fiducia delle controparti. Nel corso
degli ultimi due mesi sono stati infatti smarcati molti aspetti
critici del deal, mentre per quelli rimasti sul tavolo la soluzione
sembra ormai vicina. Tra questi ultimi il più delicato è quello
relativo alla gestione del personale. Sin dall'annuncio del term
sheet di fine luglio Orcel è stato molto chiaro nell'escludere
un'operazione onerosa in termini di capitale, tema su cui in queste
ultime settimane il banchiere romano non ha smesso di insistere. Va
da sé che in quest'ottica il personale rappresenta un elemento di
grande attenzione. La cifra su cui le parti stanno provando a
convergere, spiegano due fonti qualificate a MF-Milano Finanza, è
quella di 6.000-7.000 esuberi, da realizzare comunque in forma
volontaria e senza licenziamenti. La cifra includerebbe il piano
esuberi annunciato all'inizio di quest'anno dal Monte (con 2.700
uscite preventivate su un arco quinquennale di cui circa mille
quest'anno) ma mai sinora implementato. Un tema al centro del
confronto sarebbe poi il livello medio di produttività dei
dipendenti della banca che, in base ai dati analizzati nel corso
dell'estate, risulterebbe più basso rispetto alla media degli
istituti italiani e rischierebbe quindi di zavorrare la nuova
combined entity. A titolo di esempio oggi il Monte ha una media di
15 dipendenti per filiale contro i dieci di Bper e Credem e i 13 di
Banco Bpm.
fch
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October 11, 2021 02:10 ET (06:10 GMT)
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