L'azionario Usa è in netto rialzo, dopo che la riunione della Federal Reserve ha chiarito le intenzioni della banca centrale sul futuro del suo programma di Quantitative Easing.

Il Dow Jones sale dell'1,42% e l'S&P 500 dell'1,25%. Il Nasdaq Composite avanza dello 0,89%.

"Con tutti i dettagli ora allo scoperto, e dimostrando che molte previsioni su un impatto disordinato sul mercato sono errate, il mercato può finalmente rimuovere il premio di rischio intorno al tapering e andare avanti", afferma Deutsche Bank.

Le prospettive sui tassi di interesse della Federal Reserves degli Stati Uniti "devono essere considerate positive per i mercati dei capitali" data la comunicazione chiara e tempestiva, afferma Achim Stranz, chief investment officer di AXA Investment Managers Germany.

L'esperto dice che questo è stato confermato dalla reazione positiva del mercato azionario in Asia questa mattina. Il presidente della Fed Jerome Powell "ha segnalato che una prima riduzione del programma di acquisto di asset inizierá a novembre, e ha anche chiarito che questo dovrebbe essere considerato come il primo passo verso la normalizzazione della politica monetaria, ma non assicura in alcun modo un aumento dei tassi di interesse nel prossimo futuro", conclude Stranz.

Gli investitori hanno accolto positivamente la decisione della Federal Reserve di avviare il tapering delle sue misure di stimolo alla pandemia a novembre. Le nuove proiezioni rilasciate alla fine della riunione della Fed hanno mostrato che metá dei 18 funzionari prevede di aumentare i tassi di interesse entro la fine del 2022.

Secondo John Roe, capo dei fondi multiasset presso Legal and General Investment Management, ciò ha dato ai gestori del denaro la fiducia che la Fed non permetterá che l'attuale balzo di inflazione si consolidi. "La cosa piú interessante sia dell'attuale dichiarazione sia anche dell'ultimo paio di dichiarazioni è stata il respingere l'idea che i banchieri centrali lasceranno davvero che l'inflazione vada fuori controllo prima di agire", ha detto Roe.

I mercati sono stati preoccupati questa settimana dai timori su Evergrande, il piú grande sviluppatore immobiliare cinese. Molti temono che il suo crollo contagiare tutta la seconda economia piú grande del mondo, con ripercussioni sui mercati finanziari globali.

Tuttavia, i timori per un suo possibile collasso sembrano essere diminuiti, almeno temporaneamente. Evergrande ha una cedola di 83,5 milioni di dollari in scadenza oggi sulle sue obbligazioni in dollari statunitensi e non ha fornito indicazioni sul mancato pagamento. Una controllata della societá ha dichiarato che effettuerá un pagamento di interessi su un'obbligazione onshore, dando a Evergrande piú tempo per capire cosa si aspettano gli investitori, in vista di una ristrutturazione lunga e complicata.

"L'opinione comune è che alla fine saranno i cinesi a controllare il default", ha affermato Roe. "La preoccupazione è che se devi sostenere Evergrande devi farlo anche con tutti gli altri sviluppatori".

Sul fronte macro, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono cresciute di 15.000 unitá a quota 351.000, sopra il consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal a 320.000. Il numero di sussidi continuativi all'11 settembre, infine, è salito di 131.000 unitá a quota 2,845 mln.

Nel frattempo, il ritmo della crescita economica degli Stati Uniti "si è ulteriormente raffreddato a settembre, dopo essere salito alle stelle nel secondo trimestre, riflettendo una combinazione di picco della domanda, ritardi nella catena di approvvigionamento e carenza di manodopera", spiega Chris Williamson, Chief Business Economist di IHS Markit, commentando i dati Pmi di settembre. Il rallentamento "è stato guidato da un raffreddamento della domanda nel settore dei servizi, legato in parte alla diffusione della variante Delta", continua Williamson. Tuttavia, anche se le imprese manifatturiere "hanno visto una domanda molto piú resiliente, le fabbriche devono affrontare problemi crescenti nell'approvvigionamento di forniture e manodopera sufficienti per soddisfare gli ordini", sottolinea l'economista, rimarcando come i "ritardi della catena di approvvigionamento non mostrano segni di attenuazione" e di conseguenza, "anche la crescita della produzione industriale si è indebolita e il portafoglio ordini è aumentato a un ritmo record a settembre". Il risultato, conclude Williamson "è un altro mese di forte aumento dei prezzi praticati per beni e servizi poichè la domanda supera l'offerta e i costi piú elevati vengono trasferiti ai clienti".

lus

 

(END) Dow Jones Newswires

September 23, 2021 11:13 ET (15:13 GMT)

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