Rallenta Wall Street, mentre ha preso il via la stagione delle trimestrali, con le pressioni inflazionistiche che si fanno più persistenti sull'economia Usa. Il Dow Jones e l'S&P 500 hanno virato in negativo e scendono ora rispettivamente dello 0,41% e dello 0,1%. Resiste il Nasdaq Composite con un incremento dello 0,42%.

L'inflazione negli Stati Uniti è cresciuta dello 0,4% a livello mensile e del 5,4% su base annuale a settembre (+0,3% m/m e +5,4% a/a il consenso). L'indice dei prezzi al consumo core, attentamente monitorato dalla Fed, è salito dello 0,2% a livello congiunturale ed è aumentato del 4% a/a (+0,2% m/m il consenso). I prezzi dell'energia, sempre a settembre, sono saliti dell'1,3%, mentre quelli dei generali alimentari sono aumentati dello 0,9%.

L'indice dei prezzi al consumo Usa "indica un aumento dei rischi di inflazione. Mentre i prezzi delle auto a noleggio e dei biglietti aerei sono diminuiti, la forte accelerazione degli affitti è piú importante per le prospettive di inflazione di medio termine", avverte Christoph Balz, economista senior di Commerzbank.

È probabile che i persistenti colli di bottiglia logistici contribuiscano a ulteriori pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti che potrebbero durare piú a lungo del previsto, avverte anche Richard F. Moody, capo economista di Regions Financial Corporation. "Certo, l'inflazione alla fine si ridurrá, ma nel frattempo un'inflazione piú elevata è molto meno benigna di quanto implicato dall'etichetta 'transitoria' che molti ancora le attribuiscono". Una maggiore inflazione colpirá piú pesantemente le famiglie a basso reddito rispetto a quelle a reddito piú alto, conclude Moody.

Le forti letture dell'inflazione negli Stati Uniti dovrebbero continuare nei prossimi mesi tra l'aumento dei prezzi dell'energia e gli ingorghi lungo le catene di approvvigionamento, afferma infine l'economista di Wells Fargo Sarah House. "Fino a quando le scorte non saranno ricostituite, è improbabile che i prezzi delle merci ritornino al trend deflazionistico degli ultimi due decenni e gli sforzi" delle azinede "probabilmente si estenderanno fino al prossimo anno". L'inflazione dovrebbe rimanere al di sopra del 5% fino al primo trimestre del 2022 e, sebbene si preveda che i prezzi diminuiscano nel corso dell'anno, è probabile che il dato rimanga al di sopra dell'obiettivo del 2% della Fed per tutto il 2022.

"Oggi sono in programma anche i verbali Fed dell'ultima riunione, dai quali dovrebbe emergere la conferma di una maggioranza prontezza ad agire. Infine, segnaliamo che la Camera ha approvato l'estensione a dicembre del tetto sul limite che a questo punto necessita solamente della firma del Presidente Biden", affermano gli strategist di Mps Capital Services.

Il presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, è favorevole ad avviare il processo di riduzione degli acquisti di asset a novembre. "Sono a favore dell'inizio del tapering a novembre". Il banchiere preferirebbe un processo piuttosto rapido da terminare "entro la fine del primo trimestre del prossimo anno, perchè voglio essere in grado di reagire a possibili rischi al rialzo per l'inflazione". Bullard continua ad aspettarsi che le pressioni inflazionistiche si attenuino, ma se ciò non dovesse accadere, vuole che la Fed sia in grado di aumentare i tassi di interesse. Perchè ciò accada però il tapering deve essere completato.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

 

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October 13, 2021 10:51 ET (14:51 GMT)

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