L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato

ad aprile 2017 un calo dello 0,5% rispetto a marzo ed una crescita dello

0,2% su base annua. Il dato dell'ultimo mese va valutato con una certa

cautela in considerazione del ruolo svolto dalle vendite di auto e moto

nel determinarne l'andamento. Al netto di questa componente, infatti,

l'Indice ha registrato un incremento dello 0,3% rispetto a marzo e

dell'1,1% su base annua. Si conferma la tendenza alla stabilizzazione dei

consumi che ha caratterizzato gli ultimi mesi.

La stabilità della domanda da parte delle famiglie si inserisce in un

quadro congiunturale in cui sono assenti spunti di particolare vivacità e

in cui l'area del disagio sociale, misurata dal MIC (Misery index

Confcommercio), seppure in contenuto rallentamento a marzo, rimane su

valori storicamente elevati.

Questa situazione è collegata al sentiment delle famiglie, che nel mese

di aprile registra un lieve arretramento, sintesi di giudizi diversificati

per quanto riguarda le singole componenti. Se da un lato emerge un

pessimismo riguardo la situazione economica del paese e le attese future,

migliorano invece i giudizi circa la situazione familiare presente e

futura.

Più positivo continua a risultare l'atteggiamento delle imprese, che

anche ad aprile segnalano un miglioramento del clima di fiducia che si

colloca ai massimi da gennaio 2008. L'ottimismo è diffuso tra gli

operatori, in ragione, probabilmente, di attese favorevoli riguardo agli

effetti di recenti provvedimenti del Governo (per es. l'iper ammortamento

per alcuni investimenti).

Nel settore manifatturiero al miglioramento del sentiment degli

operatori fa riscontro un incremento della produzione industriale che,

secondo le stime di Confindustria, ad aprile avrebbe registrato un aumento

dello 0,6% su marzo. Considerando che anche gli ordinativi sono stimati in

crescita (+0,6% rispetto a marzo), il lento recupero dell'attività

produttiva dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi.

A mantenere bassi i livelli della fiducia delle famiglie e a spingerle

ad atteggiamenti molto prudenti verso il consumo ha indubbiamente

contribuito il permanere di andamenti non brillanti sul versante del

mercato del lavoro. A marzo gli occupati sono diminuiti di 7.000 unità in

termini congiunturali (+ 213.000 su base annua). In aumento, sempre nello

stesso mese, il numero di persone in cerca d'occupazione (+41.000 rispetto

a febbraio, +86.000 nei confronti dell'analogo mese del 2016) a segnalare

una ricerca più attiva di un lavoro, elemento che ha favorito il permanere

delle forze di lavoro su valori storicamente elevati. Questi andamenti

hanno comportato una risalita, rispetto a febbraio, di due decimi di punto

del tasso di disoccupazione. Il quadro d'insieme è completato da

un'ulteriore caduta delle ore di Cig autorizzate (-25,6% a marzo su base

annua, -38,0% nel primo trimestre).

pev

 

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May 12, 2017 04:11 ET (08:11 GMT)

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