Itc: Towards I-Cities; dalle Smart Cities alle I-Cities
18 Settembre 2017 - 6:38PM
MF Dow Jones (Italiano)
Si è svolto oggi a Roma il convegno "Towards I-Cities", promosso
dall'Associazione Amerigo - assieme al Centro di Ricerca in Diritto
e regole per Europa della Luiss Guido Carli - presso la nuova Aula
del Palazzo dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati.
Attraverso quest'iniziativa, l'associazione Amerigo presieduta da
Vito Cozzoli, che raduna gli alumni italiani dei programmi di
scambio culturale organizzati dal Dipartimento di Stato americano,
ha voluto riproporre, attualizzandolo, il filone di studi avviato
con successo con lo Smart City Tour, che - attraverso il confronto
transatlantico - ha rafforzato la consapevolezza dei policy maker
sul ruolo delle città intelligenti nei processi di crescita del
Paese.
Nel corso del convegno è stato affrontato, per la prima volta in
Italia, il legame tra Next Production Revolution (Npr) e sviluppo
delle città, chiamate a divenire vere e proprie piattaforme
abilitanti, grazie a infrastrutture e servizi in grado di
consentire ai cittadini, imprese e istituzioni di cogliere i
benefici sociali ed economici del nuovo paradigma tecnologico; una
riflessione che si inserisce peraltro nel più ampio scenario G7,
nell'ambito del quale la Presidenza Italiana ha introdotto una
serie di importanti elementi di riflessioni sulla connessione tra
Npr, crescita ed infrastrutture.
Ad aprire il tavolo è stato il Presidente di Amerigo, Vito
Cozzoli, che ha dichiarato. "Le Smart Cities possono rappresentare
il terreno ideale per sperimentare nelle città un nuovo modello di
politica industriale - ha affermato - , grazie al partenariato
pubblico-privato, che consenta di ottenere vantaggi non solo in
termini di migliore qualità della vita e di contesto di business,
ma anche di crescita, di competitività, di occupazione, di sviluppo
sostenibile. Occorre però una politica organica, attraverso il
coordinamento degli interventi, per rendere l'Italia un Paese
attrattivo per l'adozione di evoluti modelli di Smart Cities,
passando dalle Smart Cities alle I-Cities: città intelligenti,
innovative, inclusive ed infrastrutturate, a beneficio dei
cittadini, delle imprese e delle istituzioni".
Nel corso della "Fire-Starter Session", Valerio Camerano, a.d.
del Gruppo A2A, ha affermato: "partecipiamo con piacere a questo
incontro che ci offre l'opportunità di contribuire al dibattito
sulla Smart City: la volontà di A2A è quella di ricoprire un ruolo
sempre più importante come open innovator e costruire le città del
futuro. Il nostro Piano Strategico prevede lo sviluppo delle
tecnologie "smart" basate sull' Internet of Things, che ci hanno
già consentito di completare progetti importanti a Milano, Brescia
e Bergamo e realizzare servizi innovativi come l'illuminazione
pubblica a Led, lo Smart Bin, la mobilità elettrica e lo Smart
Parking, Smart Security e Smart Agricolture. A2A punta infatti a
essere partner delle istituzioni e di altre aziende per
contribuire, con il nostro know how e la nostra infrastruttura
abilitante, a sviluppare soluzioni che migliorino la qualità della
vita dei cittadini. Dal nostro punto di vista è auspicabile una
normativa chiara e uniforme a livello nazionale, che possa favorire
il dialogo costruttivo con le Istituzioni e una implementazione
rapida di queste tecnologie".
Edward Chan, CEO di Huawei Italia, ha proseguito asserendo che:
"l'evoluzione del settore Ict sta accelerando il processo di
crescita dell'economia digitale che sta trasformando le città in
molti ambiti, tra cui amministrazione, trasporto, rapporti sociali
e occupazione, promuovendone al contempo lo sviluppo sostenibile.
Huawei è impegnata con la propria visione e le proprie tecnologie
nello sviluppo di città intelligenti la cui realizzazione poggia su
un sistema nervoso urbano basato su sensori, un ecosistema forte
della collaborazione di tutti i protagonisti del settore e
piattaforme tecnologiche aperte e scalabili. Perché tale visione si
realizzi è necessario investire a monte sull'educazione digitale
dei cittadini e degli amministratori pubblici, in modo da stimolare
la domanda di servizi digitali e da porre le premesse per strategie
e investimenti volti a migliorare l'ambiente in cui viviamo".
A concludere la sessione Agostino Santoni, Ceo di Cisco Italia.
"Recentemente Cisco ha realizzato una ricerca con il Digital
Transformation Institute che ha analizzato quali sono i fattori che
mettono a rischio il successo dei progetti in area smart city - ha
detto il manager -: il primo è la mancanza di una visione olistica,
un altro è il mancato coinvolgimento dei cittadini fin dalle prime
fasi di elaborazione di un possibile progetto. Ci sono poi aspetti
organizzativi, quali la mancanza di una struttura adeguata dedicata
all'innovazione, la mancata previsione di un budget dedicato: ma la
questione principale è che ogni progetto smart city è figlio del
territorio in cui nasce, delle persone che vi vivono, dei loro
obiettivi, di ciò che a quel territorio manca e di ciò che lo rende
forte. Se si ragiona in questo modo, facendo ecosistema per
promuovere lo sviluppo digitale, si ottengono risultati".
Durante i lavori, coordinati dall'editorialista Enrico Cisnetto,
sono intervenuti, tra gli altri: Antonio Gentile, sottosegretario
di Stato con delega alle Smart City; Umberto Di Primio,
vicepresidente dell'Anci; Gloria Berbena, ministro Consigliere per
gli Affari Pubblici Ambasciata degli Stati Uniti; Andrea Gumina,
vice presidente di Amerigo, e Gustavo Olivieri, Luiss Dreams.
gug
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September 18, 2017 12:23 ET (16:23 GMT)
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