ISP Intesa Sanpaolo Spa

La Compagnia di San Paolo non intende disattendere gli impegni assunti a suo tempo con la firma del protocollo Acri-Mef, in base al quale le fondazioni di matrice bancaria non potranno concentrare oltre un terzo del proprio patrimonio in un unico asset.

"Il protocollo è quello che è ed è stato firmato", ha spiegato oggi il presidente dell'Ente torinese, Francesco Profumo, a margine della decima edizione dell'Eurasian Economic Forum che si è svolto a Verona.

Poche settimane fa, la Compagnia ha iniziato ad allinearsi alle prescrizioni del Protocollo, vendendo sul mercato lo 0,95% di Intesa Sanpaolo e riducendo pertanto la quota in Ca' de Sass a circa l'8,2%. Entro aprile del prossimo anno - se i termini temporali del protocollo Acri-Mef non verranno rivisti consentendo una moratoria alle fondazioni che devono ancora mettersi in regola - dovrà cedere un'ulteriore quota tra il 2% e il 3%.

Il condizionale è d'obbligo, considerato che pochi giorni fa è stato proprio l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, a sollevare la questione. Il banchiere aveva infatti definito ragionevole far slittare in avanti il termine entro il quale le fondazioni dovranno mettersi in regola. Il rischio, ha osservato il numero uno di Ca' de Sass, è che tra qualche anno vada messo a punto un "golden power nel settore bancario", considerato che con il progressivo e parziale disimpegno degli enti molti istituti di credito italiani diventerebbero più facilmente contendibili.

L'ex Ministro ha ricordato come la Compagnia di San Paolo abbia in carico i titoli di Intesa Sanpaolo a 2,27 euro ciascuno. Un livello che produrrebbe una plusvalenza di circa il 20% se la cessione avvenisse al valore odierno degli scambi (+0,63% a 2,868 euro).

ofb

(END) Dow Jones Newswires

October 20, 2017 12:44 ET (16:44 GMT)

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