L'operazione è partita sottotraccia ma il file sta già girando sui tavoli di banchieri e avvocati d'affari. Il target si chiama Bonatti, il general contractor di Parma e specializzata nei settori ingegneria, costruzioni, procurement e manutenzione per l'industria dell'oil&gas. Una multinazionale tascabile che nel 2016 ha fatturato 798 milioni (-14,5% rispetto al 2015), con un ebitda di 105,7 milioni (+17,2%) e un utile di 24,2 milioni (a fronte di profitti per 4,8 milioni del 2015). La società, fondata nel 1946, oggi fa capo alla famiglia del presidente Paolo Ghirelli (70,14%) ed è partecipata da Parmalat (26,55%), ha ramificazioni in mezzo mondo dal Kazakhstan all'Arabia Saudita, dal Mozambico al Messico, dal Canada all'Egitto, dall'Algeria all'Iraq, dalla Romania alla Grecia e conta su uno staff di 7 mila dipendenti.

Proprio di recente il socio di controllo, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, ha dato mandato all'advisor Citi per trovare un compratore. Un percorso di valorizzazione che vedrà quasi sicuramente coinvolti operatori industriali e finanziari internazionali, visto che l'80% del giro d'affari del gruppo emiliano viene prodotto oltreconfine e che il 90% delle commesse (in totale 1,4 miliardi) sono estere. L'info-memorandum è stato inoltrato a player del mondo arabo e asiatico, con un focus particolare sulla Cina. Il dossier in queste ore è stato visionato dalle principali banche d'affari italiane e internazionali, anche se l'operazione potrebbe richiedere mesi per una sua concretizzazione.

red/lab

 

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November 15, 2017 03:01 ET (08:01 GMT)

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