"Dopo aver giustamente ritirato l'emendamento al decreto legge fiscale che aveva per oggetto l'adeguamento tecnico delle disposizioni in materia di tabacchi lavorati e che, di fatto, introduceva un aumento delle tasse sulle sigarette di prezzo basso, l'assalto alle tasche dei fumatori continua sotto altra forma. È infatti all'esame della Commissione Bilancio del Senato un altro emendamento, il 41.0.36, questa volta al Dl Bilancio, finalizzato all'introduzione di una tassa di scopo di un centesimo a sigaretta per finanziare, almeno apparentemente, il fondo per l'acquisto di farmaci oncologici innovativi".

Questo il commento del Professor Marco Spallone, vicedirettore del Casmef dell'Università Luiss Guido Carli, aggiungendo che "circa il ruolo delle tasse di scopo, esiste una letteratura accademica sconfinata: il loro presupposto è che lo scopo sia chiaramente identificato e non modificabile, condizione quest'ultima che non sembra garantita dall'orizzonte temporale limitato dell'emendamento. Tralasciando, comunque, le perplessità legittime di chi teme che uno scopo nobile rappresenti solo una giustificazione per continuare ad aumentare il prelievo fiscale senza tagliare la spesa pubblica improduttiva, il punto da affrontare è quello della differenza tra le conseguenze auspicate di un intervento e quelle effettivamente realizzate".

"Il nuovo emendamento prevede aumenti delle entrate pari a circa 600 milioni di euro: è un'illusione", prosegue Spallone. "Quello dei tabacchi è un mercato maturo ed è quantomeno ingenuo pensare che si possa aumentare il gettito fiscale che genera (ad oggi il settore porta nelle casse dell'erario circa 14 miliardi di euro tra accise e Iva), attraverso interventi estemporanei, senza che vi sia una rivisitazione complessiva della fiscalità, basata sull'analisi oggettiva dei risultati dell'ultima riforma e condivisa da tutti gli operatori di mercato".

Di nuovo, continua Spallone, "si tenta di intervenire sulla fiscalità dei tabacchi senza valutarne la complessità, e senza una relazione tecnica che ne valuti l'impatto effettivo. Non sono ancora certificati gli effetti degli aumenti della tassazione sui prodotti di prezzo basso decisi a giugno 2017, ma è plausibile prevedere con i dati attualmente a disposizione che le proiezioni di aumento del gettito erano illusorie. Il motivo è semplice da intuire per tutti. I consumatori reagiscono agli interventi di natura fiscale, che a loro volta implicano aumenti dei prezzi, perché la loro domanda è elastica. E l'elasticità è la conseguenza del comportamento razionale di chi riduce il consumo di un bene diventato troppo costoso, ma anche del comportamento obbligato di chi non ha alternative, data la limitata capacità di spesa".

Quando le alternative legali non ci sono, purtroppo, si prepara il campo per quelle illegali, aggiunge Spallone. "In Italia le politiche fiscali hanno permesso di tenere sotto controllo il fenomeno del contrabbando, limitandolo a livelli inferiori rispetto alla stragrande maggioranza dei Paesi Europei. Un aumento del prezzo delle sigarette, forte e repentino, come quello che conseguirebbe all'introduzione della tassa di scopo, potrebbe riportare il problema del contrabbando alla ribalta, con conseguenze negative per le entrate erariali, per la sicurezza pubblica e, in ultimo, per la salute dei cittadini che si dichiara invece di voler tutelare. Abbiamo già segnalato nei giorni scorsi il caso della Grecia, dove il ribaltamento repentino dello schema delle accise nel 2012 ha annullato la sostenibilità del mercato, rotto equilibri consolidati e affossato il gettito: il maggior carico fiscale e le variazioni di prezzo dei prodotti di fascia bassa hanno infatti rappresentato uno shock per i consumatori, riducendo i volumi di mercato e favorendo la crescita esponenziale del contrabbando, che ha raggiunto il secondo livello più alto d'Europa con una perdita, in termini di mancate entrate erariali per il solo 2016, pari a 600 milioni di euro".

Per tornare ai numeri: introdurre un aggravio fiscale di 1 centesimo a sigaretta, non significherebbe introdurre un aumento di 20 centesimi su ogni pacchetto di sigarette. L'attuale tassazione sui tabacchi prevede meccanismi automatici di adeguamento delle imposte al variare del prezzo medio: l'inasprimento del prelievo conseguente all'introduzione della tassa di scopo si tradurrebbe in aumenti di prezzo di circa 50 centesimi, un'enormità se si pensa che aumenti molto inferiori indotti dagli interventi fiscali di giugno hanno provocato una rilevante perdita di gettito.

"In verità", conclude Spallone, "qualche buona notizia per l'erario arriva dalla recente sentenza della Corte Costituzionale, che giudica legittimo tassare i liquidi delle sigarette elettroniche, anche quelli che non contengono nicotina, alla stessa stregua dei prodotti del tabacco. Forse da un comparto in forte crescita, come quello delle sigarette elettroniche, si possono ricavare le risorse necessarie per far fronte alle esigenze di bilancio, fermo restando il fatto che anche per i liquidi esistono alternative illegali, alle quali i consumatori finiranno col rivolgersi in caso di un eccesso di tassazione. Sembra proprio giunto il momento di un cambio di rotta. Ogni intervento sulla tassazione dei tabacchi deve essere il risultato di una valutazione attenta, che consideri non solo le mal riposte speranze dell'Erario, ma anche le reazioni dei consumatori. Una volta riformata organicamente la tassazione sui tabacchi, riprendendo gli aspetti positivi della corrente legislazione e correggendone quelli negativi, nessun intervento discrezionale ed estemporaneo, dettato da esigenze di cassa più o meno condivisibili, potrà o dovrà essere proposto perché rischioso per tutti: i consumatori, l'Erario, l'industria. Piuttosto, sostenibilità, stabilità e prevedibilità dovrebbero essere i capisaldi di una riforma organica e complessiva della fiscalità di questo settore, coinvolgendo tutti gli attori coinvolti e non affidandosi a strumenti dell'ultima ora e dettati dall'urgenza. Un esempio a cui puntare potrebbe essere l'introduzione di un calendario fiscale sul modello tedesco, ancorato all'inflazione, che in Germania ha portato (pianificazione 2011-2015) ad un aumento generalizzato della tassazione ma consentendo all'Erario di realizzare, nel contempo, un gettito complessivo superiore alle previsioni di ben 2,4 miliardi di euro".

com/alb

 

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November 16, 2017 11:19 ET (16:19 GMT)

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