Che il caso Alitalia si chiuda prima delle elezioni politiche ormai è escluso. Che l'esecutivo riesca a selezionare un interlocutore in esclusiva tra i gruppi in corsa è ormai altrettanto improbabile. La stessa Lufthansa , che in una certa fase sembrava ormai aver chiuso la partita, ha scritto da poco al governo spiegando che in realtà serve una sacrificio molto più ampio da parte della compagnia.

A questo punto, scrive Milano Finanza, non si tratta di concludere l'operazione nel più breve tempo possibile, ma forse (e per fortuna) nel miglior modo possibile. «Ma è chiaro che dev'essere così», spiega a MF-Milano Finanza Frances Ouseley, direttore di easyJet per l'Italia. «È nell'interesse di tutti. Noi insistiamo da tempo che la nostra è la soluzione migliore», commenta ancora il manager, «e lo diciamo credendoci profondamente, dal punto di vista industriale». È ovvio, prosegue il manager, «che ognuno ritenga la propria posizione o proposta migliore di quella degli altri, ma nel concreto abbiamo l'approccio più pragmatico. Il problema di Alitalia è concentrato sui voli a breve e medio raggio, perché quelli a lungo raggio sono profittevoli. Ma oggi il 90% della capacità dell'azienda è sbilanciata proprio sulle tratte a breve-medio raggio, che sono quelle più esposte alla concorrenza di competitor agguerriti come le compagnie low cost. La soluzione che proponiamo permetterà alla società di smettere di perdere e quindi è l'unica a poter garantire una crescita futura».

Non è la prima volta che questo concetto emerge e non è la prima volta che easyJet lo fa notare, ma i commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari finora avevano comprensibilmente optato per una soluzione che puntasse alla cessione di tutta l'azienda, non solo di una parte. Certo, la domanda sulla sostenibilità del modello Lufthansa è legittima, visto che per fronteggiare la competizione tra vettori low cost nel corto-medio raggio la compagnia tedesca avrebbe portato in dote solo la partnership con Eurowings, mentre easyJet è un operatore di altro livello che peraltro da anni punta sull'Italia, con investimenti che sono via via andati crescendo nel tempo. «La nostra proposta permetterebbe di ristrutturare e rafforzare Alitalia proprio nel punto cruciale in cui è più debole e consentirebbe di investire sulle tratte a breve-medio raggio, investimenti che poi come sempre accade andrebbero ad alimentare anche i voli a lungo raggio, aumentandone la redditività».

La più grande novità delle ultime ore riguarda però l'alleanza trovata da easyJet per trasformare la sua proposta in una soluzione complessiva che sistemi tutte le parti di Alitalia e non solo (come era in precedenza) i voli a corto-medio raggio. «Abbiamo speso tempo ed energie per trovare il modo di proporre una soluzione che comprendesse anche le tratte a lungo raggio», spiega Ouseley. Il riferimento, che il manager non fa in maniera esplicita, dovrebbe essere ad Air France-Klm, partner che easyJet avrebbe già chiesto di poter far accedere alla data room della compagnia italiana. Quanto a Delta, invece, appare inverosimile che scelga di partecipare alla corsa per Alitalia in solitaria, in evidente contrasto con il suo principale alleato europeo, ovvero proprio Air France-Klm. È chiaro invece che la presenza di un operatore come quello franco-olandese cambia completamente i contorni dell'operazione easyJet e di sicuro, come primo effetto tangibile, fornirà un alibi perfetto ai commissari per prendere tempo. In realtà più che di alibi bisognerebbe forse parlare di buon senso, perché arrivati a questo punto sarebbe più razionale trovare una soluzione definitiva che si possa davvero definire (ora, ma anche un domani) la migliore possibile.

Siccome l'alleanza tra easyJet e Air France-Klm si è appena formata è logico che manchino i dettagli del piano congiunto. «Per quanto riguarda il breve e medio raggio posso dire che la nostra sarà un'offerta molto bilanciata tra nord e sud e che prevede anche nuovi aeroplani», spiega il manager di easyJet. Dopodiché, aggiunge, «siamo abituati a relazioni di tipo costruttivo con i sindacati e anche loro sanno che il contratto di lavoro di easyJet è il migliore del settore». Parole che hanno inevitabilmente il sapore dello slogan, ma se esistessero proposte (e qualcuno scommette che sarà così per quella congiunta con Air France-Klm) che offrono migliori prospettive industriali, come ad esempio il salvataggio dell'handling, di sicuro i rapporti con le sigle sindacali del gruppo potrebbero partire con il piede giusto.

red/fch

 

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January 15, 2018 02:16 ET (07:16 GMT)

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