La crociata nazionale contro l'inasprimento del

trattamento contabile degli Npl contenuto nell'ormai famoso addendum

proposto dalla Bce (la consultazione pubblica s'è chiusa 1'8 dicembre

scorso e il pronunciamento di Francoforte dovrebbe arrivare entro metà

febbraio) trova un'importante sponda a Bruxelles.

Lo scrive Il Sole 24 ore spiegando che nel rapporto messo a punto dalla

Commissione Ue c'è infatti la conferma che, tra le misure che verranno

suggerite, ci saranno anche i nuovi accantonamenti minimi legali da

adottare ma saranno solo sui prestiti futuri che in seguito di trasformano

in sofferenze.

Una posizione esplicitata a metà novembre anche dal vice presidente

della Banca centrale, Vitor Constancio, il quale aveva precisato che le

nuove regole per gli accantonamenti prudenziali sui crediti, pari al 100%

del valore dei finanziamenti, saranno applicate solo sui contratti

stipulati dopo l'entrata in vigore delle nuove disposizioni.

La linea della Commissione coincide con le richieste che erano venute

dalle autorità italiane, a partire dal Governo e dal governatore della

Banca d'Italia, Ignazio Visco, che ha sempre dato per scontata

l'interpretazione secondo la quale le nuove regole non debbano essere

applicate agli stock dei crediti in essere, mentre sui nuovi crediti

andrebbero adottate con gradualità.

Bankitalia nella seconda parte del 2017 si è sempre detta favorevole

anche a un meccanismo di "calendar provisioning" dei crediti, ovvero di

svalutazioni prefissate e crescenti nel tempo. Una linea condivisa dallo

stesso Mef e dal Parlamento, con le risoluzioni approvate all'unanimità

dalla Commissione Finanze del Senato (presidente Mauro Marino) sulla fase

ascendente del "pacchetto bancario" in cui si sottolinea come i nuovi

interventi di gestione degli Npl, laddove prevedano ulteriori rettifiche,

non compromettano "il fine primario del sistema bancario di erogare

credito al sistema produttivo".

vs

 

(END) Dow Jones Newswires

January 17, 2018 03:19 ET (08:19 GMT)

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